In tre giorni circa 9mila accessi al pronto soccorso

In tre giorni circa 9mila accessi al pronto soccorso
di Andrea TAFURO
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Martedì 9 Agosto 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 22:55

Nuovo incremento di accessi nei pronto soccorso della Puglia nel primo weekend di agosto. In soli tre giorni, da venerdì a domenica, sono stati assistiti 8.750 pazienti, di cui il 30% circa sono stati codici arancioni o rossi. Un fine settimana, quindi, di super lavoro per medici e infermieri nelle strutture di emergenza e urgenza che ha causato anche attese lunghe per i casi meno gravi. 

Le segnalazioni


L’ultima segnalazione di paralisi del servizio ospedaliero ieri sera a Casarano, nel Leccese, con una trentina di persone, tra cui anziani e disabili, in coda per lunghe ore. Dati che, se sommati anche al trend registrato a luglio con quasi 20mila accessi nei pronto soccorso negli ultimi sette giorni del mese, preoccupano medici e addetti in corsia, in vista del lungo weekend di Ferragosto, oramai alle porte, con una tendenza all’aumento degli accessi su scala regionale. «L’incremento degli episodi c’è stato e permane la grande attenzione per i prossimi giorni – ammette il coordinatore della rete d’emergenza-urgenza dell’Asl Lecce, Maurizio Scardia – nella consapevolezza che la popolazione estiva in Puglia è più che triplicata. Negli ultimi giorni, anche a causa di numerosi incidenti stradali che si sono verificati, i codici rossi anche per dinamica sono aumentati, per poi essere ridotti di gravità dopo gli accertamenti dei sanitari in ospedale. Speriamo di essere smentiti dai fatti e che tutto vada per il meglio, ma le previsioni per Ferragosto non lasciano tranquilli. Ci prepariamo quindi, a vivere giorni da bollino rosso, per tutto il comparto dell’emergenza urgenza ospedaliera».
Concorda con questa analisi il primario del pronto soccorso dell’ospedale “Perrino” di Brindisi, Antonio D’Autilia. «Come ogni estate torna la preoccupazione per il sovrannumero di accessi in ospedale e l’allarme tenuta del sistema sanitario in vista di Ferragosto.

Per chi opera nei reparti non è una novità e ci faremo trovare pronti come sempre. Ma il problema della carenza di personale – evidenzia il primario - resta ugualmente anche se tutti i turisti o vacanzieri locali nel prossimo week end non avessero necessità di cure ospedaliere. Non basta lamentarsi soltanto ora, quando purtroppo il problema arriva da lontano e la carenza di medici e personale è una criticità atavica dei pronto soccorso».

I sindacati


Nelle scorse settimane anche i sindacati di categoria avevano polemizzato con la Regione Puglia per il poco personale in servizio nei pronto soccorso rispetto all’afflusso di pazienti. Trovare le soluzioni all’emergenza accessi e carenza di medici della rete sanitaria d’urgenza, appare tuttavia un compito non semplice, con la “coperta” del personale ormai corta da anni per carenza di professionisti specializzati nell’area d’emergenza. Tra le soluzioni prospettate dall’assessorato alla sanità pugliese, al netto dell’insufficienza di camici bianchi, circa 90 unità, pari al 40% del fabbisogno complessivo calcolato per il triennio 2020-2022 secondo il quale sarebbero necessari 225 professionisti di emergenza e urgenza, ci sarebbe il rientro in servizio dei medici di specialità in quiescenza e l’utilizzo del personale equipollente al ramo emergenziale, con turni in regime straordinario e aumento del 30% della contribuzione rispetto agli accordi integrativi. 

La Lega


Possibili interventi che in attesa di essere operativi non placano la critica al sistema sanitario regionale di Davide Bellomo, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Puglia. «Quello che avevamo facilmente pronosticato si sta puntualmente verificando. L’aumento della popolazione sul territorio, dovuto al prevedibilissimo flusso turistico estivo, sta creando disagi insostenibili nei pronto soccorso pugliesi. L’incremento degli accessi è tale che la situazione è al limite del collasso». «Anzi - aggiunge Bellomo - sarebbe già ben oltre il livello di guardia se le carenze evidenti di programmazione non venissero colmate da uno spirito di servizio quasi missionario di medici e infermieri impegnati nelle strutture di emergenza. Con il 30% di codici arancioni e rossi, è chiaro che crescono le attese per quelli che, non essendo in pericolo imminente, hanno bisogno di un’assistenza ospedaliera meno tempestiva. Lo scenario da inferno dantesco, reso ancora più incandescente dal clima torrido di questi giorni, necessita però di un intervento serio da parte del governo regionale. Si presti finalmente ascolto alle richieste dei sindacati e si dia un aiuto concreto a quelli che stanno fronteggiando, con turni massacranti che mettono a rischio la salute propria e degli altri, un’emergenza annunciata».

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