Coronavirus Italia, Ricciardi avverte: «Vanno tracciati i positivi con i cellulari o i tempi saranno lunghissimi»

Coronavirus Italia, Ricciardi avverte: «Vanno tracciati i positivi con i cellulari o i tempi saranno lunghissimi»
di Marco Esposito
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Mercoledì 8 Aprile 2020, 14:00 - Ultimo aggiornamento: 20:10

Professor Ricciardi, ieri 3.039 nuovi casi, meno della metà dei 6.557 del 21 marzo, il peggio è alle spalle?
«Il trend - risponde Walter Ricciardi, rappresentante italiano nell'Organizzazione mondiale della sanità - ci conferma che le misure prese sono efficaci. Ma tremila è più di zero: l'obiettivo deve essere zero contagi. Solo quella è la chiusura dell'epidemia».

Se il dato chiave è quello dei contagi, non è assurdo che per individuarlo ogni giorno dobbiamo sommare morti, guariti e variazione degli attualmente positivi?
«La comunicazione non la faccio io. Concordo che il numero che conta per capire l'epidemia è quello, gli altri dati, penso ai ricoverati, sono necessari per la gestione dell'epidemia. Quando avremo zero contagi, presto avremo anche zero ricoverati e zero decessi».

A lungo si è temuto il caso Sud. Le ultime analisi sono favorevoli per la Campania e critiche per la Puglia. Condivide?
«Sì. La Campania ha preso delle misure che si sono rivelate molto efficaci. In Puglia i dati ci presentano un quadro difficile. Non saprei fare stime ma è una situazione molto delicata».

Come valuta invece quello che è accaduto in Lombardia? Stanno emergendo dettagli inquietanti.
«Mi ritrovo perfettamente in quello che hanno scritto i presidenti degli Ordini dei medici della Lombardia. Hanno elencato sette gravi errori strategici, dall'incertezza nella chiusura delle aree a rischio alla gestione delle residenze per gli anziani. Sottolineo in particolare un passaggio della lettera, quello in cui si afferma che la sanità pubblica e la medicina territoriale sono state da molti anni trascurate e depotenziate in Lombardia».

Come valuta il campionamento di 100mila italiani al quale sta lavorando l'Istat?
«È utile ma non ci consente, da solo, di uscire dall'epidemia».

Cosa altro servirebbe?
«Intanto continuare con il distanziamento, fino al vaccino».

Che tempi prevede?
«Dodici-diciotto mesi. Ma se siamo fortunati anche entro quest'anno».

Le sembra possibile restare tutti in casa fino a dicembre?
«Non ho detto questo. Dobbiamo utilizzare il tempo per fare più cose. È fondamentale con i test molecolari individuare precocemente chi si è contagiato. Grazie alla verifica dei movimenti delle persone con i cellulari, è possibile avvertire che è entrato in contatto con i soggetti positivi. E ancora».

Dica.
«Questi mesi vanno utilizzati per rafforzare il sistema ospedaliero. Non possiamo preoccuparci soltanto dei malati di Covid e bloccare la tutela per gli altri. Infine è necessario come si è capito in Lombardia rafforzare la sanità territoriale e seguire i pazienti anche quando non sono negli ospedali. Se faremo tutte queste cose insieme, ne verremo fuori».

C'è il rischio che una persona contagiata si riammali?
«Non conosciamo ancora bene questo virus. L'esperienza più lunga è quella della Cina e quindi sappiamo che la copertura dura almeno quattro mesi».

Il caldo estivo potrà accelerare la fine dell'epidemia?
«In genere la stagione calda rallenta la riproduzione del virus. Però vorrei esser chiaro: questa battaglia si vince con i nostri comportamenti, il Covid 19 non sparirà da solo».

Tuttavia nei paesi africani la diffusione appare decisamente minore. Oppure è un problema di rilevazione?
«In Africa il virus c'è in modo massiccio. Ma lì hanno tanti di quei problemi sanitari che una malattia come l'infezione da Covid 19 è considerata secondaria. Si fanno pochissimi tamponi e quindi la diffusione appare bassa. Ma è un'infezione mondiale».

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