Renzi: opposizione dura, loro ora sono l'establishment

Renzi: opposizione dura, loro ora sono l'establishment
4 Minuti di Lettura
Giovedì 24 Maggio 2018, 12:30 - Ultimo aggiornamento: 12:37
«Opposizione dura e rigorosa, ma civile. E rispettosa delle istituzioni, sempre. Adesso loro diventano il potere, loro diventano l'establishment, loro diventano la casta. Non hanno più alibi, non hanno più scuse, non hanno più nessuno cui dare la colpa. È finito il tempo delle urla: tocca governare. Ne saranno capaci? Auguri e in bocca al lupo a tutti noi». Lo scrive l'ex segretario del Pd Matteo Renzi nella sua newsletter Enews. 

«Dopo 80 giorni, ci siamo. Nel tempo necessario a fare un celebre giro del mondo letterario, l'alleanza tra Lega e Beppe Grillo ha più modestamente scritto un contratto e partorito il governo delle larghe intese populiste. Noi dobbiamo pensare a costruire un'opposizione degna di questo nome e prepararci a costruire l'alternativa se loro falliranno, quando loro falliranno», continua Renzi. «È necessario che l'opposizione, a cominciare dal Pd, si attrezzi. Con calma, senza isterismi, senza rabbia. E senza parlarsi addosso. Perché noi siamo orgogliosi di essere diversi, alternativi alle urla, alle fake news». «Noi in questi quattro anni abbiamo fatto uscire l'Italia dalla crisi e i numeri lo dimostrano: eravamo col segno meno sul Pil, sui posti di lavoro, sulla produzione industriale e adesso abbiamo tutti indicatori positivi. Ancora in queste ore arrivano buone notizie, come quella di Piombino», aggiunge Renzi. «Adesso tocca a loro. Noi faremo l'opposizione civile. E ci prepareremo al futuro. Che arriverà prima del previsto, ne sono convinto».

M5s e Lega «ci hanno spesso rinfacciato le mie contraddizioni, a cominciare dal non aver abbandonato la politica dopo il referendum. Tutte cose alle quali ho risposto nel merito ma che i nostri avversari liquidavano con "Noi siamo coerenti, voi no". Da oggi non se lo possono più permettere. Perché devono governare l'Italia, non strillare su Facebook. E se cercate l'incoerenza, da oggi, la troverete davvero», prosegue l'ex segretario Pd. «Cito solo, come esempio, i tre principali portavoce del pensiero grillino: Alessandro Di Battista aveva garantito che in caso di accordo con la Lega lui avrebbe lasciato il Movimento Cinque Stelle, non risulta sia accaduto. Quando vedo poi messaggi come quello che la famiglia Di Battista ha rivolto ieri al Presidente della Repubblica mi domando come si possa anche solo aver pensato a un accordo tra Pd e Cinque Stelle: noi siamo ontologicamente diversi», aggiunge.

«Luigi di Maio aveva pubblicato nel 2014 questo meraviglioso post che trascrivo: "La staffetta Letta- Renzi è irrilevante. Il discorso non è che un Presidente del consiglio debba essere eletto". L'onestà intellettuale porterà sicuramente il Ministro del Lavoro in pectore a riconoscere che è esattamente la stessa identica situazione che si è verificata adesso», prosegue Renzi. «Marco Travaglio aveva detto due mesi fa che se Di Maio avesse fatto l'accordo con la Lega lo avrebbero linciato in piazza. Linciare verbalmente, s'intende: è quella l'attività che Travaglio ben conosce. Noi non linciamo nessuno - afferma ancora Renzi -. Quando in questi giorni sentite un fastidioso suono sottofondo quando ascoltate Travaglio, ospite fisso de La7 non stupitevi, non preoccupatevi: le unghie sul vetro di chi si arrampica sugli specchi per giustificarsi fanno quel rumore lì».

«L'importante è mantenere l'onestà intellettuale di chiamare le cose con il loro nome. Mi immagino le istruzioni dal Sacro Blog. Attenzione, attenzione: ciò che prima chiamavamo "inciucio" adesso si chiama "terza repubblica". Ciò che prima chiamavamo "spartizione di poltrone" adesso si chiama "governo del cambiamento». Il ministro dell'Interno che garantisce la maggioranza con i propri voti che prima chiamavamo "Alfano traditore" adesso si chiama "Salvini responsabile". Colui che prima chiamavamo "Premier non eletto da nessuno" oggi si chiama "Servitore dello Stato"», continua.

«Salvini che in campagna elettorale pretendeva patti dal notaio per evitare le larghe intese di Berlusconi, oggi usa i voti di Berlusconi e Meloni per portarli ai Cinque Stelle. Un abbraccio solidale a chi ha votato Forza Italia perché Berlusconi si proponeva come garante contro il populismo e vede oggi una parte degli eletti della coalizione sostenere il Governo a Cinque stelle. E un abbraccio affettuoso doppio a chi diceva che il Pd non era di sinistra e che bisognava votare Beppe Grillo: grazie a questa scelta al Viminale ci va Salvini e Marine Le Pen esulta dalla Francia», scrive ancora il senatore del Pd.

«Uscendo dal Quirinale, Matteo Salvini ha detto che vuole fare un Governo per il 20% di italiani che fanno uso di
psicofarmaci. Sarebbe interessante discutere del dato, delle cause, dell'utilizzo dei medicinali e di molto altro. Pensare tuttavia che chi assume medicinali per curare vari tipi di problemi possa smettere di farlo - prosegue - se Salvini va al Viminale o Di Maio al lavoro mi sembra quantomeno sorprendente. E sinceramente giudico offensivo speculare politicamente su questo tema, così serio e così importante nella vita di molte persone. Chi fa uso di psicofarmaci, non smette certo perché cambia un Governo. Più rispetto e meno strumentalizzazione, per favore».

«Sono rimasto molto sorpreso dal tono dell'assemblea nazionale del Pd di sabato: mi era stato chiesto
di rinunciare a parlare per dare un messaggio unito e coeso all'esterno. Ho evitato dunque di pronunciare il mio discorso e mi scuso con chi mi ha scritto in questi giorni criticandomi per aver rinunciato. E ciò nonostante le liturgie del Pd hanno mandato in onda in streaming l'ennesimo psicodramma incomprensibile agli addetti ai lavori, figuriamoci ai cittadini. Basta con le risse senza senso, vi prego. E con divisioni sul nulla», dice ancora l'ex segretario del Pd. 

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA