Italicum, Renzi: Mattarellum o voto. M5S e Lega: ora subito elezioni. La minoranza dem: il Parlamento ora deve lavorare

Italicum, Renzi: Mattarellum o voto. M5S e Lega: ora subito elezioni. La minoranza dem: il Parlamento ora deve lavorare
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Mercoledì 25 Gennaio 2017, 17:54 - Ultimo aggiornamento: 18:56
L'ex premier e segretario Pd Matteo Renzi è molto «soddisfatto» per l'esito della sentenza della Consulta che, ha spiegato ai suoi, a quanto apprende l'agenzia Ansa, conferma l'impianto dell'Italicum togliendo solo il ballottaggio. «Basta melina, il Pd è per il Mattarellum, i partiti dicano subito se vogliono il confronto. Altrimenti la strada è il voto», è la linea che il leader dem avrebbe indicato ai suoi.

«Per noi bisogna andare a votare subito». Lo dice il capogruppo Pd alla Camera, Ettore Rosato, spiegando che la linea del partito non cambia dopo la sentenza della Consulta sull'Italicum. La legge così come modificata dalla Corte è immediatamente applicabile, spiega, perché si tutela «il principio costituzionale di dare la possibilità al presidente della Repubblica di sciogliere le Camere» quando fosse necessario.

Il Pd «propone con forza a tutti i partiti il Mattarellum: se il Parlamento non riesce a trovare un accordo su questa legge, abbiamo due leggi per la Camera e il Senato armonizzate dalla Consulta, utilizziamole», aggiunge Rosato. «Non serve molto tempo per valutare se c'è una disponibilità politica sul Mattaellum, altrimenti si può votare con i due "consultellum" che sono leggi elettorali «proporzionali omogenee».

«Ora un sistema elettorale c'è. In tempi brevi si verifichi in Parlamento la volontà degli altri partiti di averne uno migliore, e comunque si vada velocemente al voto. La melina è un danno per il Paese». Lo dichiara il senatore Pd Andrea Marcucci. 

«Il cuore dell'Italicum è saltato: la nostra battaglia politica contro quella legge, per la quale mi sono dimesso da capogruppo, aveva un fondamento. Ora il Parlamento deve lavorare, nei tempi necessari, per un sistema elettorale che rispetti i due principi di un equilibrio corretto tra rappresentanza e governabilità» e non avere «mai più un Parlamento di nominati», dice invece Roberto Speranza, che guida la minoranza Pd.

«Abbiamo sempre detto che vogliamo votare con la legge uscita fuori dalla sentenza, e tra l'altro sembrerebbe immediatamente applicabile». Lo afferma ai cronisti in Transatlantico Alessandro Di Battista, deputato del M5S,
secondo il quale la sentenza della Consulta dimostra che «Renzi e Boschi hanno sbagliato tutto. Dovrebbero chiedere scusa e sparire dalla scena politica».

«Legge elettorale subito applicabile, dice la Consulta. Non ci sono più scuse: parola agli italiani!! Se sei d'accordo, rilancia #votosubito». Lo scrive su Twitter il leader della Lega Nord, Matteo Salvini che a Skytg24 propone il 23 aprile come possibile data per le elezioni politiche. 

La legge è auto applicabile, quindi si torni subito al voto. Lo afferma il sen. Roberto Calderoli,
vicepresidente del Senato e responsabile organizzazione e territorio della Lega Nord. «In attesa di leggere le motivazioni della Consulta - spiega Calderoli - il dato che emerge è che la pronuncia sulla legge elettorale - pur non condividendo il mantenimento del premio di maggioranza e i 100 capilista bloccati per ogni partito e pur rilevando la dissonanza rispetto al sistema del Senato, in quanto alla Camera è prevista la presentazione di una lista mentre al Senato è prevista una lista di coalizione, con una disarmonia degli sbarramenti - è auto applicabile e pertanto
mette il Paese nelle condizioni di tornare subito al voto come da noi auspicato».

«Dopo Riforma bocciata da 20 milioni di italiani a Referendum, Consulta boccia gran parte Italicum. Cosa resta dei 1000 giorni di Renzi?». Così il capogruppo alla Camera di Sinistra Italiana, Arturo Scotto.

«La sentenza odierna della Corte Costituzionale demolisce un altro dei pilastri della stagione renziana con la sostanziale bocciatura dell' Italicum, via il ballottaggio via le pluricandidature, viene meno quella legge che avevano definito la migliore legge del mondo». Lo afferma Nicola Fratoianni, di Sinistra italiana. La Corte ha detto che l'Italicum «è una schifezza, lo ha demolito», sottolinea. «Vi ricordate quando la propaganda di Palazzo Chigi diceva che l'avrebbero copiata entro 6 mesi in tutta Europa? Cosi non è stato. Ora il Parlamento ha la possibilità e la necessità di omogeneizzare le leggi elettorali relativa a Camera e Senato, e per quel che ci riguarda, di farlo allargando la componente proporzionale. Bisogna restituire agli italiani l'idea che il proprio voto è uguale a quello di ogni altro cittadino».

«L'Italicum è stato rottamato dalla Consulta che ci restituisce un sistema proporzionale. Quanti in questi due anni hanno sostenuto che fosse la legge che tutta Europa ci avrebbe invidiato e hanno imposto la fiducia al Parlamento su di essa dovrebbero avere almeno oggi il buon gusto di tacere: il tempo è galantuomo». Lo afferma il senatore del Pd Miguel Gotor.

«Ho avuto conferma di aver fatto bene, contro il mio partito, a votare contro Italicum. Ultimo doloroso atto prima di dimettermi dalla Camera». Lo scrive l'ex premier ed ex deputato Pd Enrico Letta su Twitter.

«La Consulta si è espressa, ora è necessario fare una legge elettorale per il Senato analoga a quella della Camera». Lo scrive su Twitter il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri.

«Verdetto della Consulta specchiato e coerente con le sue precedenti pronunce. Dunque, se il Parlamento intende andare al voto con quel che sopravvive dell'Italicum, dovrà affrontare il voto di preferenza, così come facevano i nostri padri della Patria alla Costituente e come si è fatto negli anni successivi fino al 1994, anno della prima applicazione del Mattarellum. Certo sarà necessario un intervento del Parlamento per rendere coerenti i due sistemi di Camera e Senato e per consentire la formazione di coalizioni». Lo afferma il presidente del gruppo Misto alla Camera Pino Pisicchio.

«Altro che immediata applicazione! - dichiara Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani -. A quanto ci risulta, in Italia c'è ancora un sistema bicamerale e tra le leggi delle due camere resta una grande incoerenza. Come prevedibile - nonostante le parole in libertà che abbiamo ascoltato alla vigilia di questa sentenza - al pronunciamento dei giudici costituzionali dovrà seguire un intervento del parlamento. Invece di dare vita all'ennesimo "frankenstein" legislativo, a uso e consumo di partiti lacerati e leadership moribonde, le forze politiche colgano l'occasione per assicurare all'Italia una legge che riformi il sistema restituendo credibilità alla istituzioni, come solo una legge fondata sul collegio uninominale potrebbe fare. Si introdurrebbe così un vero sistema maggioritario, invece di camuffare le brutture del proporzionale con il premio di maggioranza». 




 
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