Alberto Bagnani, senatore leghista, economista anti-euro vicinissimo a Salvini, è come tutti subissato in privato e sui social dalla stessa domanda: chi sarà il capo del governo? Bagnai ha risposto su Twitter. Così: «Nomi ne abbiamo? Nomi miei, sì». E comincia a giocare sul suo cognome, scatenando un tormentone di invenzioni linguistiche. Bagnai propone: «Che so: Alberico Mugnai, Alboino Pagliai». E altri gli rispondono a tono.
Nomi ne abbiamo? Non del premier: miei, intendo. Che so: Alberico Mugnai, Alboino Pagliai…
— Alberto Bagnai (@AlbertoBagnai) 14 maggio 2018
Uno scrive: «Ministro della Salute: Umberto Bagnai; Ministro delle infrastrutture: Alberto Mugnai...e così via... Sarebbe un grande governo con ampie intese di vedute tra i suoi componenti». Altro twittarolo, sempre giocando con l'assonanza Bagnai: «Il premier? Potrebbe essere: Alberto 'Ndo Vai». Un altro: «Oppure "Alberto Ce Sei». E via così, in una discussione dilagante: Alberto Bannai, Alberto Barcai, Alberto Tirai, Alberto Campai, Alberto Cantai.... E perché non anche Asciugai, Gufai Berluscai? Magari si torna proprio a Berlusconi, visto che il nome non si trova, almeno fuori dai passatempi social che divertono Bagnai e deliziano tanti altri. Ma il problemaccio per gli italiani resta.