Migranti annegati in Yemen: «Noi, minacciati con un fucile e costretti a saltare»

Migranti annegati in Yemen: «Noi, minacciati con un fucile e costretti a saltare»
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Lunedì 14 Agosto 2017, 18:38 - Ultimo aggiornamento: 21:36

È dei giorni scorsi la notizia che almeno 50 migranti sono morti affogati a largo dello Yemen, lasciati deliberatamente annegare dallo scafista che li stava trasportando. La denuncia arriva dall' Oim, l'agenzia dell'Onu per le migrazioni, che definisce appunto «scioccante» l'accaduto e parla di 120 migranti che erano partiti dalla Somalia e dall'Eritrea ma non sono riusciti ad arrivare oltre lo Yemen.

Erano tutti giovanissimi (l'età media a bordo era di 16 anni) e sono stati costretti a gettarsi in acqua quando lo scafista ha visto arrivare una motovedetta. Oggi arriva un'ulteriore testimonianza riguardo ai tragici eventi che si sono verificati. La riporta il Guardian che è riuscita a parlare con alcuni sopravvissuti. I trafficanti hanno detto ai circa 120 passeggeri presenti a bordo, tra cui uomini, donne e bambini, che non sarebbero riusciti ad attraccare. E, minacciandoli armato di un fucile AK47s, li ha costretti a tuffarsi nel mare in tempesta.

«I trafficanti ci hanno detto che era molto rischioso avvicinarsi alle coste, perché le autorità yemenite avevano già arrestato altri trafficanti - . Così ci hanno detto di saltare. Alcune persone hanno urlato e pregato i trafficanti di tenerli a bordo, ma loro si sono rifiutati e hanno cominciato a picchiare le persone con dei bastoni. Avevano dei fucili AK-47, tutti avevano paura di opporsi a quello che dicevano i trafficanti, e così le persone hanno cominciato a buttarsi in mare».

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