A notare il parallelismo sono alcuni utenti dei social network, ma la questione delle armi è sempre più sentita negli Stati Uniti, anche e soprattutto dopo la strage di Sutherland Springs: da un lato c'è l'America tradizionale, quella di Donald Trump, dall'altro i liberal, che sostengono debbano essere posti dei limiti al secondo emendamento.
L'unica risposta possibile è aumentare il numero «delle guardie di sicurezza e permettere ai fedeli di partecipare armati ai servizi religiosi», ha detto Paxton. Il procuratore generale texano non mette in discussione il diritto di possedere pistoli o fucili, garantito dal secondo emendamento della Costituzione, così come ribadito anche dal presidente Trump, che poche ore fa, parlando della strage di domenica, ha detto che «le armi non c'entrano».
«Succederà ancora, è inevitabile», ha detto Paxton in un'intervista televisiva. «C'è sempre la possibilità che un uomo armato venga messo fuori gioco prima che possa uccidere molte persone», invitando i fedeli a partecipare alle funzioni religiose con le proprie armi.
Un'opportunità resa possibile dalla legge in vigore in Texas da settembre, che permette alle chiese anche di ingaggiare guardie di sicurezza private. Lo stato è uno dei più militarizzati - e storicamente tradizionalisti - degli Usa.