Usa, gli 11 milioni di clandestini che spaventano l'America

Usa, gli 11 milioni di clandestini che spaventano l'America
di Flavio Pompetti
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Domenica 29 Gennaio 2017, 12:10
NEW YORK - «Datemi la vostra gente stanca, i poveri, le vostre masse infreddolite e desiderose di respirare libere.........e io solleverò la mia fiaccola accanto alla porta dorata». La promessa incisa alla base della Statua della Libertà suona un po' meno autentica dopo gli editti che negli ultimi due giorni hanno inciso sulle regole di accoglienza alle frontiere americane. E la modifica delle norme sull'immigrazione è uno degli interventi politici più delicati in un paese in cui gli immigrati non sono una forza estranea al tessuto sociale, ma sono l'essenza stessa della popolazione. Gli Stati Uniti sono il Nuovo Mondo, nel quale i rifugiati e gli esuli di tutto il mondo hanno trovato accoglienza, libertà, e una patria da abbracciare e reclamare come propria.

I FLUSSI
Per la durata di tre secoli gli immigrati sono arrivati in prevalenza dall'Europa. Ancora nel 1960 il 75% della popolazione che era nata all'estero proveniva dai paesi continentali oltre l'Atlantico, anche se la fine della seconda guerra mondiale, la ricostruzione e i primi germi del benessere avevano ridotto la presenza degli immigrati al 5,4% degli abitanti degli Stati Uniti. Da allora le dinamiche dei flussi sono completamente cambiate. Le are di provenienza dei migranti sono diventate il confine a sud del paese con il resto dell'America latina, e poi l'Asia, che a cavallo del secolo appena passato ha fatto la parte del leone.

LA CRESCITA
Il censo del 2012 ha registrato una porzione crescente di immigrati che vivono negli Usa (12,75%), pari a 40,7 milioni di persone, tra i quali ci sono 11,4 milioni di messicani, 2,3 milioni di cinesi, 2 milioni di indiani, 1,9 milioni di filippini e 1,3 milioni di vietnamiti, molti dei quali fuggiti dal sud del paese negli ultimi anni della guerra. Una porzione molto numerosa tra loro (18,6 milioni) è riuscita a naturalizzarsi e gode del pieno diritto di cittadinanza. I detentori di un permesso di residenza sono 13,3 milioni, e i clandestini 11,3 milioni. Una porzione molto più piccola (1,9 milioni) è quella di chi risiede nel paese in virtù di un visto provvisorio di soggiorno.

LA POVERTÀ
Ad arrivare non sono più i giovanissimi in cerca di lavori meglio pagati, e di risparmi da riportare poi in patria. La nuova ondata degli immigranti è spinta sempre meno dalla sola povertà, e sempre più dall'oppressione della guerra, e dalla mancanza di libertà. Una volta a arrivati a destinazione, i nuovi immigranti tendono a restare e a inserirsi nel tessuto sociale. Infatti il numero di proprietari di casa tra gli ultimi arrivati è il più alto nella storia americana (50%), così come si è alzato il livello di scolarizzazione. In calo invece il tasso di povertà, che tra gli immigranti tocca appena oggi il 19%, non molto lontano dalla media nazionale americana del 14,5%. Chi arriva negli Usa per costruirsi un futuro migliore è premiato da una maggiore mobilità sociale rispetto ai residenti storici.

LE GENERAZIONI
La seconda generazione compie progressi molto più rapidi nell'accesso all'educazione scolastica superiore e nella conquista di migliori lavori rispetto alla popolazione stanziale. Tra i tanti pregiudizi di cui sono vittime, l'idea che gli immigrati compiano un maggior numero di reati è la più falsa. Nella popolazione maschile tra i 18 e i 38 anni, la percentuale di incarcerazione nazionale negli Usa è del 3,5%. Nel numero ristretto degli immigrati tale numero scende allo 0,7%. Un tale rinnovo della popolazione ha riflessi evidenti sull'identità nazionale, come d'altronde li ha sempre avuti fin dalla scoperta di Colombo. L'America sta diventando sempre più bilingue, con lo spagnolo che si affianca all'inglese, le regioni del sud e dell'ovest hanno oggi una forte connotazione asiatica. Il fenomeno che forse ha più peso nell'attuale dibattito è che l'America è anche meno bianca: tra un quarto di secolo nelle proiezioni demoscopiche la vecchia classe dominante sarà divenuta minoritaria.

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