Strage di Berlino, caccia al terrorista scomparso nel nulla. L'Isis rivendica

Strage di Berlino, caccia al terrorista scomparso nel nulla. L'Isis rivendica
di Flaminia Bussotti
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Mercoledì 21 Dicembre 2016, 07:48 - Ultimo aggiornamento: 10:13

BERLINO Ventiquattro ore dopo l'attentato al principale mercatino di Natale di Berlino ovest, sono molte le domande ancora senza risposta e una sola tragica realtà: è stato un attacco terroristico e il bilancio delle vittime è destinato ad aumentare. Sconcerto e dolore hanno segnato lo stato d'animo di una intera città e un intero Paese il giorno dopo. La cancelliera Angela Merkel ha espresso sgomento per il tragico evento e partecipazione alle vittime e loro familiari. Ieri si è anche recata ieri sul luogo della carneficina. Il ministro degli interni Thomas de Maiziere ha confermato che a questo punto «non abbiamo più alcun dubbio che si sia trattato di un attentato. Il camion è stato guidato consapevolmente contro la folla», si è trattato di «attentato brutale». Il ministro ha ordinato bandiere a mezz'asta e anche la cancelliera, di solito vestita con giacche sgargianti, era vestiva a lutto.
In serata, l'agenzia di stampa dell'Isis, Amaq news agency, ha rivendicato l'attentato di Berlino chiamando il terrorista un «soldato dello Stato islamico». Lo riferisce su Twitter Rita Katz, direttrice del Site, il sito che monitora l'estremismo islamico sul web. «È una vendetta per gli attacchi in Siria», è scritto sulla rivendicazione.

LA DINAMICA
L'attentato è avvenuto verso le 20 di lunedì quando un tir nero (marca Scania) con targa polacca si è lanciato a tutta velocità contro il mercatino di Natale di piazza Breitscheidplatz, sul Kudamm, dove si trova la celebre Gedächnistkirche, la chiesa del ricordo di epoca guglielmina, distrutta dalle bombe nell'ultima guerra. Nel dopoguerra la chiesa protestante fu restaurata ma lasciata smozzicata alla sommità come monito contro la guerra: è oggi un simbolo di pace che svetta nel cuore di Berlino. E proprio questo simbolo, legato alla ricorrenza del Natale cristiano, non è stato un obbiettivo scelto a caso dagli attentatori. Il camion si è trascinato per 60-80 metri sul lato nord del mercatino, travolgendo stand e falcidiando decine di persone. L'ultimo bilancio è di 12 morti e 48 feriti di cui 18 in gravi condizioni. Sei vittime sono state identificate: tutti tedeschi. Diversa anche la ricostruzione dei fatti fornita rispetto a lunedì, comunque provvisoria. Le indagini sono affidate al capo della procura generale di Karlsruhe, Peter Frank , che fino a ieri pomeriggio sottolineava come non c'era «ancora una rivendicazione».

I SOSPETTATI
Lunedì la versione era che l'autore si era dato alla fuga dopo avere compiuto la strage e abbandonato il camion, e che poi, grazie all'aiuto di un cittadino che lo aveva seguito e aveva avvertito la polizia, era stato arrestato nei pressi della Colonna della Vittoria nel Tiergarten, il grande parco della capitale. Un altro uomo, di nazionalità polacca, indicato prima come sospetto poi come probabile ostaggio, era stato trovato morto. Robert Lukasz di 37 anni, sarebbe stato freddato con una pistola di piccolo calibro dall'attentatore che gli avrebbe rubato il tir. Per molte ore il presunto sospetto è stato Naved B. di 23 anni, un pakistano entrato in Germania a Passau (Baviera) «il 31 dicembre 2015» e registrato come profugo. Ma le indagini hanno fatto sorgere dubbi sul fatto che l'uomo fosse il vero attentatore: nella serata di ieri è stato rilasciato. Ieri mattina presto reparti speciali della polizia hanno fatto irruzione all'ex aeroporto di Tempelhof, il maggiore campo di accoglienza profughi di Berlino (circa 2.000 posti). È stato sequestrato un cellulare e sono state interrogate quattro persone ma non vi sono stati arresti.