Francia, com'è cambiato lo stile di vita dopo gli attentati

Francia, com'è cambiato lo stile di vita dopo gli attentati
di Giulia Prosperetti
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Venerdì 18 Marzo 2016, 20:47
Dal 7 gennaio 2015, dal giorno degli attentati, dello sgomento, del terrore dentro casa, del “Paris burns” e del “Je Suis Charlie”, Parigi e  la Francia non sono più le stesse. La Liberté sembra aver lasciato il posto alla paura, in un crescendo culminato il 13 novembre con la strage al Bataclan. 

Dopo quattro mesi dall'ultimo attentato, secondo il sondaggio “I francesi e la minaccia terroristica", realizzato dall'Istituto CSA per Direct Matin su un campione di 985 persone maggiorenni, il 29 percento dei cittadini ha cambiato almeno un aspetto del proprio stile di vita. Tra gli ambiti presi in considerazione quello dei viaggi è il più colpito con il 24 percento degli intervistati che ha dichiarato di aver modificato la scelta delle proprie mete turistiche a causa della paura dell'aereo e degli attacchi in numerosi siti turistici in tutto il mondo. 

Nel settore degli spettacoli, come era prevedibile, la frequentazione dei teatri ha subito un “effetto Bataclan”, con il 13 percento delle persone che ha ammesso di evitare le sale per paura degli attacchi terroristici. Dal 2015, inoltre, l'11 percento degli intervistati ha dichiarato di non utilizzare più i trasporti pubblici e il 10 percento di non frequentare più i centri commerciali. 

Dal sondaggio risulta che la minaccia terroristica ha influenzato maggiormente la vita delle donne. Queste ultime hanno manifestato, secondo Julie Gaillot, direttrice del settore società del CSA, «una tendenza a essere più prudenti, più spaventate e più sensibili ai messaggi ansiogeni» rispetto agli uomini. 

Tra i giovani la fascia di età più colpita dagli attentati è quella dai 25 ai 34 anni, con il 34 percento degli intervistati che hanno risposto “sì” ad almeno uno dei quesiti sul cambiamento di abitudini. 

Secondo Julie Gaillot, tuttavia, i dati mostrano un miglioramento rispetto ai mesi scorsi con la maggior parte dei francesi che non ha cambiato il proprio stile di vita e non ha ceduto alla psicosi. 

Se i cittadini francesi stanno cercando di tornare alla normalità, le misure di sicurezza sono ancora ai massimi livelli con lo Stato d'emergenza — in vigore dal 13 novembre scorso e prorogato fino al 26 maggio — che rischia di diventare permanente. È il discusso progetto di legge del premier francese Manuel Valls che mira a “rafforzare in maniera perenne i mezzi e le procedure messe a disposizione dalle autorità amministrative e giudiziare, al di fuori del quadro giuridico temporaneamente entrato in vigore nell’ambito dello stato di emegenza". 

Intanto in Francia è iniziato il countdown per gli Europei 2016. Lo Stade de France di Parigi, obiettivo di uno degli ultimi attacchi terroristici, ospiterà l’inaugurazione del 10 giugno. Tra le misure contenute nel protocollo di sicurezza per Euro 2016, una ci riporta indietro di vent’anni. Prevede il ripristino dei controlli alle frontiere per scongiurare l’infiltrazione di terroristi tra i tifosi.
 
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