Sprofondo Sud, in 74 Comuni internet è ancora un miraggio

Sprofondo Sud, in 74 Comuni internet è ancora un miraggio
di Gigi Di Fiore
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Giovedì 16 Settembre 2021, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Settembre, 07:20

Le chiamano «aree bianche». Sono quelle con parziale copertura di una rete Internet, poco moderna e meno veloce di quella a banda ultra larga. Poi ci sono le aree «bianchissime», dove bisogna iniziare da zero. Il sud recupera ritardi, la pandemia ha fatto capire quanto sia importante la Rete, lasciando meno isolati anche i piccoli paesi con meno di mille abitanti. Nel sud Italia, i Comuni «bianchissimi» sono 74 sul totale di 204 nell’intero Paese. Il monitoraggio dell’Agcom ne ha trovati 19 in Molise, 13 in Abruzzo e Calabria, 10 in Campania, 7 in Basilicata, 4 in Puglia e 8 in Sicilia. In quelle aree, ci si arrangia con i telefonini. Ma non è la stessa cosa, se si deve lavorare in smart working o assistere a una lezione da remoto.

Sant’Alessio è un piccolo comune di 330 abitanti sull’Aspromonte in provincia di Reggio Calabria.

Deve recuperare ritardi nella Rete, che è difficile portare in zone poco accessibili. Sulla Calabria il piano sul «cablaggio e la fibra» interessa 181 Comuni, da collegare con banda larga. Avverte l’Agcom: «In Italia, sono 63mila le persone senza connessione Internet, altre 16mila vivono in zone dove non è stabile la copertura dei cellulari».

Sei anni fa, l’Infratel, società in house del ministero dello Sviluppo economico nel gruppo Invitalia, ha preparato il piano per coprire ogni zona con efficaci collegamenti di Rete. Tre gare per aree differenti, vinte dalla società «Open Fiber» dell’Enel, presieduta dall’ex ministro Pd Franco Bassanini. Molti gli interventi previsti al sud. Come a Rende, in provincia di Cosenza, o Avezzano in piena Marsica, nel Salento e, in Campania, nel Nolano. Marco Bussone, presidente dell’Unione nazionale comuni comunità enti montani (Uncem) denuncia ritardi e dice: «Abbiamo da tempo anticipato i dati dell’Agcom. Nei Comuni bianchissimi, di cui 74 solo al sud, il 10-20 per cento delle abitazioni non ha alcuna possibilità di collegarsi a Internet da postazione fissa. Incide la complessità dei territori da attraversare con i cavi».

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A Brienza in provincia di Potenza, o nella ormai famosa piccola Craco nel Materano, la Rete veloce è un traguardo da raggiungere. In Calabria, oltre 22mila calabresi fanno ancora a meno della connessione e 5083 sono privi di rete fissa, mentre altri 1881 non sanno cosa sia un collegamento Internet non solo da casa, ma anche sul telefonino. Secondo l’Agcom, non hanno collegamenti in Rete circa 12620 campani. Stesso numero anche in Molise. Poco più di 12mila abitanti sono nella stessa condizione in Basilicata. Persone che vivono in «aree bianchissime» e da soli non possono collegarsi alla home banking, lavorare in smart working, ricevere il certificato medico, fare la dichiarazione dei redditi online, o verificare documenti con lo Spid. Cittadini di serie B, rimasti indietro rispetto allo sviluppo dell’informatica e della Rete. Nel bilancio pluriennale europeo dal 2021 al 2027, sono previsti 6,8 miliardi di euro di spesa per la trasformazione digitale. Il 20 per cento del budget totale. O ci si adegua anche al sud, o si resta indietro in Europa.

«La banda larga va adeguata entro il 2025 seguendo il piano europeo» spiegano a «Open fiber», società che, per rispettare gli impegni con Infratel, ha assunto lo scorso anno altre 285 persone. In Campania, sono in corso 290 interventi, 45 in Puglia. Ma all’Anci sono continue le segnalazioni di sindaci su collegamenti instabili. Da Galatina, in provincia di Lecce, si spiega che «c’è l’Adsl ma funziona male» e da Castrignano de’ Greci, sempre in Salento, si indica il collegamento in Rete «non adeguato». Commenta Antonio Decaro, presidente dell’Anci e sindaco di Bari: «Emerge una situazione di grave divario in cui si trovano molti Comuni, in particolare quelli delle aree interne e montane». 

Due anni fa, il programma di «Open fiber» ha previsto 2000 cantieri in aggiunta ai 1000 dell’anno prima in più Comuni. «Stiamo intervenendo anche sui Comuni bianchissimi» spiega la società. Sempre due anni fa, si è perfezionato il bando per Puglia, Calabria e Sardegna finanziato con 103 milioni, con lavori da ultimare per il 2022. Sono interessati 959 Comuni con 317mila immobili da collegare. Spiega Domenico Tardini, amministratore delegato dell’Infratel: «Sono tutti progetti nelle aree bianche, tra i più ambizioni e importanti».

Ad Avezzano, in provincia dell’Aquila, i lavori sono partiti da pochi giorni con investimenti di 4 milioni di euro per installare 250 chilometri di cavi in fibra ottica. A Castellammare di Stabia è prevista una spesa di 6,3 milioni di euro per 94 chilometri di cavi di banda ultralarga. I lavori dovrebbero finire per questo dicembre. Per la fine del 2022 è fissata la chiusura dei cantieri a Martina Franca in provincia di Taranto, dove per 6 milioni di euro saranno collegati 16mila immobili. Anche a Rende in provincia di Cosenza, lavori da ultimare per il 2022 con spesa di 4 milioni di euro e 12mila tra case e uffici da collegare. Ambizioso il progetto di 102 chilometri di cavi per 4 milioni di euro a Nola. Il grande piano nazionale dell’Infratel da 3 miliardi di euro va avanti. «Per i Comuni più piccoli, specie al sud, colmare il gap digitale significa innalzare i diritti di cittadinanza innovando servizi legati all’istruzione, all’assistenza ai malati e agli anziani» scrive l’Anci nel suo dossier sui piccoli Comuni. E avverte: «Il rischio è che la connettività strutturale non sia poi resa disponibile dagli operatori per motivi economici. È già successo in più di 130 Comuni, ancora fermi dopo anni».
 

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