Regeni, fiaccolata silenziosa in memoria del ricercatore ucciso a Fiumicello

Regeni, fiaccolata silenziosa in memoria del ricercatore ucciso a Fiumicello
3 Minuti di Lettura
Domenica 7 Febbraio 2016, 20:33 - Ultimo aggiornamento: 20:35
Circa duemila persone hanno partecipato stasera alla fiaccolata in memoria di Giulio Regeni. Il lungo corteo sotto una intensa pioggia è partito dal Municipio per raggiungere il vicino centro polifunzionale, frequentato anche da Giulio, dove ci sono stati vari interventi. 

«La morte di Giulio non deve risultare vana». Lo ha detto il sindaco del piccolo comune di Fiumicello, Ennio Scridel, sottolineando la «speciale unità» manifestata dalla comunità di Fiumicello per il lutto cittadino: «Tutte le serrande sono abbassate e non c'è un solo locale aperto, Fiumicello è oggi solo silenzio e pioggia».

«Un filo ci unisce e manifesta la nostra forza, la nostra volontà. Giulio era cittadino mitteleuropeo, pretendeva e difendeva equità», ha detto ancora il sindaco di Fiumicello, nel discorso al termine della fiaccolata, chiedendo più volte «la verità», e che per questo tutti «si rimbocchino le maniche».

Scridel ha citato il poeta Rainer Maria Rilke, che nel 1911/12 aveva fatto lo stesso percorso di Giulio: Egitto e poi Duino (Trieste). Il sindaco ha anche citato Pasolini, Falcone e Gramsci. «La famiglia Regeni ha pagato un prezzo enorme, anche Fiumicello - ha concluso - Tutti si rimbocchino le maniche, sia fatta chiarezza. Siamo indignati, vogliamo capire», ha concluso.

«Dolore e tristezza per la nostra umanità» dove «sembra impossibile cercare itinerari di giustizia, instaurare percorsi di riconciliazione», sono stati espressi dall'arcivescovo di Gorizia Carlo Roberto Maria Redaelli, in un messaggio inviato a Fiumicello alla fiaccolata in memoria di Regeni, letto dal parroco del paese, don Luigi Fontanot. Rifacendosi al libro dei Salmi, mons.Redaelli si chiede «fino a quando?» e gira la domanda «direttamente a Dio». Per l'arcivescovo, tuttavia, «il Signore sta a guardare, ma non guarda da un cielo lontano, indifferente alla nostra sorte, ma dalla croce». Dunque, «la nostra preghiera per Giulio» sia «sotto lo sguardo del Crocifisso, una preghiera sotto gli occhi del Dio misericordioso». Solo così «troverà una risposta e ci darà ancora il coraggio di non arrenderci, di sperare, di spenderci per la giustizia», conclude mons. Redaelli.

«Grazie Giulio per questo dono della tua vita e grazie per il gravoso e doveroso impegno che ci lasci, noi cercheremo di assolverlo al meglio, ma sappi che continueremo a chiedere il tuo aiuto». È un passo del discorso tenuto questa sera dal parroco di Fiumicello, don Luigi Fontanot, alla fiaccolata in memoria di Giulio Regeni, di cui era amico personale. «Come uomo di fede, che nei diversi incontri e colloqui che abbiamo avuto so che tu hai condiviso - ha proseguito il parroco in un ipotetico discorso con Giulio - devo dire grazie a Dio, Jhavè Padre, Allah o come vogliamo chiamarlo, grazie a Dio per averci dato Giulio». Infine, don Luigi ha ricordato le figure di Jan Palach, di Papa Paolo VI, sottolineando il Martirio di Giulio«. Don Luigi ha concluso il breve discorso
ringraziando ancora una volta Giulio: So che non lasci sola la tua famiglia, pur con il vuoto che il tuo sacrificio ha ora lasciato, e non lasciare noi soli in questo compito di testimonianza in cui ci hai coinvolto».


 
© RIPRODUZIONE RISERVATA