L'omicidio del barista, caccia all'ex militare russo. Un "Rambo" con fucile e pugnale

L'omicidio del barista, caccia all'ex militare russo. Un "Rambo" con fucile e pugnale
di Claudia Guasco
3 Minuti di Lettura
Martedì 4 Aprile 2017, 10:03 - Ultimo aggiornamento: 5 Aprile, 15:36

L'hanno soprannominato «il Rambo del ferrarese». Un rapinatore solitario, astuto e spietato, abile a usare le armi ma anche a combattere a mani nude, grazie alla sua conoscenza delle arti marziali. Un ex militare dell'armata russa con un curriculum decennale di delitti e rapine, che ha seminato il terrore nelle campagne emiliane. Si chiama Igor Vaclavic, ha quarant'anni ed è il sospettato numero uno dell'omicidio di Davide Fabbri, il barista ucciso con un colpo al cuore nel suo locale di Budrio sabato sera. «E' solo una delle piste», mettono in chiaro i carabinieri. A collegare il killer del tabaccaio al soldato in tenuta mimetica, con doppietta a tracolla e una pistola in tasca, è un super testimone: la guardia giurata alla quale, lo scorso 29 marzo, è stata sfilata la Smith&Wesson argentata, molto simile a quella che Maria Sirica, moglie di Davide, si è vista puntare in faccia. Per ora c'è una fila di indizi che conduce a Vaclavic, manca la prova. Ed è quella che potrebbe arrivare oggi con i risultati delle analisi dei Ris sulla scia di sangue, lunga quaranta centimetri, proprio davanti alla soglia del Gallo. Quella traccia, come altre nel retrobottega, rappresentano la firma dell'assassino: la lotta tra il rapinatore e il tabaccaio è stata feroce, la vittima dopo avergli sfilato il fucile, glielo ha spaccato sulla testa. Non voleva cedere alle minacce, Fabbri: «Prima ha provato a farlo ragionare, a convincerlo a desistere. Davide è fatto così, un pezzo di pane».

SEMPRE FUCILE IN SPALLA
Ma l'aggressore non era il tipo da andarsene a mani vuote. Era da qualche giorno che teneva d'occhio il locale, sufficientemente isolato e poco affollato, un buon bersaglio per impossessarsi dell'incasso del sabato. Gli abitanti della zona lo hanno visto aggirarsi, sempre con il fucile in spalla, a piedi o in bicicletta, pensavano fosse un cacciatore. Gli investigatori hanno chiesto a tutti i comandi provinciali del carabinieri dell'Emilia-Romagna di stilare un elenco di possibili sospetti e in cima alla lista è balzato il nome di Igor Vaclavic. Un rapinatore solitario armato di ascia e coltelli, un ex soldato di fanteria già arrestato nel 2007 e nel 2010.

IL LADRO NINJA
Nei suoi confronti pende un mandato d'arresto europeo per alcune efferate rapine commesse in provincia di Ferrara nel 2015, anno in cui uscì dal carcere. La storia criminale di Vaclavic comincia nel 2007, quando semina il terrore nei panni del ladro ninja: per compiere le sue rapine indossa calzamaglia nera, arco, frecce, faretra sulla spalla, bandana nera in testa e coltello legato alla gamba. Prima di essere arrestato colpisce cinque volte nelle campagne del rodigino e del ferrarese, attacca gli agricoltori della zona facendo irruzione di notte nelle case, puntando contro le sue vittime la freccia e tenendole sotto tiro fino a che non si decidevano a consegnare tutto il denaro. Nel 2010 Vaclavic, che si nasconde in un casolare abbandonato a Boccaleone, con il volto coperto da un casco e un'ascia in mano aggredisce il sindaco di Argenta Antonio Fiorentini. Qualche giorno dopo ferisce una signora di Bando e un uomo dello stesso paese. Le testimonianze portano dritte a Igor il russo, che uscirà poi dal carcere a settembre 2013 per rientrare subito in attività. Si torna a parlare del militare dell'armata russa con l'omicidio di Pier Luigi Tartari ad Auguscello, nel 2015, per il quale sono stati condannati all'ergastolo due membri della stessa banda. Ora si attendono le perizie balistiche per capire se l'arma usata per uccidere Davide Fabbri sia quella rubata alla guardia giurata di Consandolo. E se quell'uomo corpulento, atletico, con passamontagna e giacca mimetica ripreso dalle telecamere del bar di Budrio sia la stessa persona che ha sparato all'auto del vigilante.

© RIPRODUZIONE RISERVATA