Zona gialla, rischio restrizioni prima di Natale? Gli esperti dicono di no (ma probabili 15.000 positivi a dicembre)

Zona gialla, rischio restrizioni prima di Natale? Gli esperti dicono di no (ma probabili 15.000 positivi a dicembre)
Zona gialla, rischio restrizioni prima di Natale? Gli esperti dicono di no (ma probabili 15.000 positivi a dicembre)
di Diodato Pirone
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Giovedì 4 Novembre 2021, 17:37 - Ultimo aggiornamento: 19:12

Come giudicare la risalita dei contagi da Covid-19? Stiamo correndo davvero il pericolo di nuove chiusure come accadde nell'autunno inverno del 2020? In parole povere: che Natale avremo?

Per orientarsi - e per capire che occorre stare attenti ma senza fasciarsi la testa troppo presto -  bisogna partire da alcuni paletti. Primo: mettiamo da parte il falso dibattitto sul passaggio alle zone gialle. Non è questo il punto perché affrontiamo quest'inverno con 46 milioni di italiani vaccinati e questo significa che il grosso dei contagi si concentra sui 7/8 milioni che non hanno ricevuto somministrazioni. Dunque per fortuna sarà molto difficile che gli ospedali e le terapie intensive vengano nuovamente invase da contagiati e che quindi si ricorra a restrizioni generalizzate da zone gialle o rosse. Per capirci: nella Regione italiana dove oggi il virus corre più che in ogni altra, il Friuli, i letti di terapia intensiva occupati sono appena il 10% del totale. E questo accade anche se a Trieste si registra una media settimanale di 336 contagi ogni 100.000 abitanti contro i 50 della media nazionale.

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Covid, raddoppio dei casi in Italia

Secondo: qual è la velocità di aumento dei contagi? Secondo il professor Giorgio Sestili che insegna Fisica alla Sapienza di Roma negli ultimi tempi abbiamo registrato un raddoppio dei casi in Italia ogni tre settimane.

Non occorre essere geni della matematica per far qualche previsione. L'attuale media settimanale dei contagi oscilla intorno ai 4.000 casi giornalieri dunque, se la velocità dei contagi dovesse rimanere costante, fra tre settimane, a fine novembre, si potrebbe arrivare ad un primo raddoppio a quota 8.000 e intorno a metà dicembre potremmo registrare 15/16.000 casi al giorno con il secondo raddoppio.

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Italia meglio di Gran Bretagna e Germania

Perché allora l'allarme rosso non è ancora scattato? Intanto perché si tratta solo di stime che possono essere smentite in ogni momento perché le variabili in gioco (livello del freddo; velocità di riduzione dello smart working; ritmo delle vaccinazioni; aumento o calo dell'uso della mascherina) sono moltissime. 

Inoltre  gli addetti ai lavori continuano a prevedere una situazione relativamente tranquilla per l'Italia anche per l'immediato futuro. Non c'è dubbio che l'Italia sia messa meglio rispetto a situazioni molto difficili già in essere come quella della Gran Bretagna che viaggia su 40.000 contagi al giorno e quella della Germania che l'altro ieri ha registrato oltre 20.000 nuovi casi e che in alcune aree della Baviera segna un tasso di occupazione dell'80% delle terapie intensive.

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"Quello che si può dire al momento - sottolinea il professor Andrea Crisanti, microbiologo dell'Università di Padova - è che il peggio per l'Italia, ovvero uno scenario con 200 morti al giorno come in Gran Bretagna, può arrivare solo se venissero abbandonate tutte le precauzioni e se la campagna di vaccinazione della terza dose non dovesse aver successo. L'importante dunque è vaccinarsi e mantenre quel minimo di precauzioni  con le quali conviviamo ormai da tempo". Stessa lunghezza d'onda dal professor Massimo Ciccozzi, che insegna statistica medica al Campus Biomedico di Roma. "I modelli matematici funzionano fino a un certo punto per via delle mille variabile che possono intervenire - spiega Ciccozzi - L'aumento dei casi in Italia per ora è relativamente modesto e comunque molto inferiore a quello che si registra in paesi con pochi vaccinati e con poche restrizioni. Io andrei avanti settimana per settimana monitorando i dati con attenzione. E' assolutamente presto capire quale sarà la situazione a Natale. Comunque il virus resta temibile e dunque vanno mantenute le precauzioni di base a partire dalla mascherina. Non sottovalutiamola: la mascherina salva moltissime vite".

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