Zona arancione in Sicilia a un passo, picco di morti di Covid nell'isola

Zona arancione in Sicilia a un passo, picco di morti di Covid nell'isola
Zona arancione in Sicilia a un passo, picco di morti di Covid nell'isola
di Mauro Evangelisti
5 Minuti di Lettura
Giovedì 19 Agosto 2021, 00:09 - Ultimo aggiornamento: 16:43

La situazione della Sicilia, sul fronte della corsa dei contagi, è perfino più grave di quello che sembra. E ci sono alcuni numeri a spiegarlo: ieri l’Italia ha visto crescere ancora il dato dei decessi per Covid, 69, ma di questi il 36 per cento, 25, sono stati registrati in una sola Regione. La Sicilia, appunto. Che ha comunicato che gran parte sono frutto di mancate notifiche dei giorni precedenti, ma resta il drammatico incremento su base settimanale delle vittime per Covid nell’isola. Non solo: in due giorni, tra il 16 e il 18 agosto, in Italia il numero dei posti letto occupati da pazienti Covid è salito di 263 unità, ma di questi un quinto, 47, sono tutti in una Regione. Sì, la Sicilia.

Al Ministero della Salute invitano a essere prudenti nel dare per scontato il passaggio in fascia gialla già nel report della cabina di regia di domani, perché comunque i dati arrivano sempre in ritardo, ma è quasi secondario.

Se l’epidemia corre a questa velocità, la Sicilia tra poche settimane rischia il passaggio in una fascia di rischio ben più seria, l’arancione. Perché questo avvenga devono avvenire tre condizioni: l’incidenza deve superare 150 casi ogni centomila abitanti su base settimanale (oggi è già a 140), le terapie intensive devono essere occupate al 20 per cento (siamo già sopra il 10), i posti di area medica al 30 (siamo già al 17). «Per la Sicilia, con l’attuale trend, la zona arancione è dietro l’angolo - avverte Antonello Maruotti, docente di Statistica all’Università Lumsa di Roma - Gli indicatori di pressione ospedaliera sono oltre le soglie previste dal passaggio in zona gialla. I ricoveri in terapia intensiva sono passati da 18 a 80 nel giro dell’ultimo mese e mezzo, e più che raddoppiati (dai 33 del primo agosto) nelle ultime due settimane. Inoltre, il peso delle terapie intensive sul totale dei ricoveri continua anch’esso a crescere, cioè la gravità è maggiore rispetto alle scorse settimane. Gli indicatori legati alle ospedalizzazioni continueranno ad aumentare, e non per un breve periodo. I dati sui nuovi contagi giornalieri ci mostrano una situazione fuori controllo». Spiega il presidente dell’Ordine dei medici di Palermo, Toti Amato: «Si stanno chiudendo i reparti non Covid per riconvertirli in Covid. È questa è la vera preoccupazione. Le terapie intensive già sono piene e alcuni pronto soccorso sono in difficoltà. Abbiamo il timore concreto che le cure ordinarie, non Covid, siano nuovamente marginalizzate e che aumentino le difficoltà dei malati. Recentemente c’è stata un’ordinanza della direzione generale dell’assessorato in cui si invitava a dimettere i pazienti quanto prima dagli ospedali». 

In sintesi: in Sicilia c’è chi ha accusato la Regione di avere reso più snelli i criteri per dimettere i pazienti e, parallelamente, aumentato i posti letto figurativi, proprio per evitare di finire in fascia gialla se non arancione. L’assessore alla Sanità siciliano, Ruggero Razza, dice che non è vero: «Non stiamo svuotando gli ospedali, stiamo applicando i criteri di Agenas per le cure domiciliari. I nuovi posti attivati, invece, non servono a evitare l’ingresso nel giallo, ma solo a essere pronti se aumentano i pazienti».

Il ritardo

La Sicilia, regione con la percentuale più bassa di vaccinati, si ritrova con le terapie intensive che si stanno riempendo con pazienti - 9 volte su 10 - che non sono stati immunizzati. Visto che la vaccinazione continua ad andare a rilento («C’è un concorso di colpe, da una parte la cattiva organizzazione, dall’altra la scarsa responsabilità dei cittadini», osserva il presidente dell’Ordine dei medici di Palermo), la situazione non può che peggiorare. Il professor Giovanni Sebastiani, ricercatore del Cnr, sottolinea anche che le regioni a rischio giallo sono agli ultimi posti per percentuale di vaccinati. Secondo l’assessore Razza, però, il passaggio in arancione a settembre sarà evitato perché presto ci sarà un calo del numero dei positivi: «Pagheremo ancora per un po’ gli eccessi del periodo di Ferragosto, ma poi comincerà la discesa». Resta in bilico la situazione della Sardegna, che ieri ha segnato un incremento importante di positivi - 429 - però, almeno per questa settimana, il passaggio in giallo dovrebbe essere evitato. Da tenere sotto osservazione la Calabria: la percentuale di riempimento delle terapie intensive è salita al 7 per cento, in area medica al 14, con questi numeri il giallo arriverà a settembre.
 

Covid, quando finirà? Le epidemie del passato e del futuro

© RIPRODUZIONE RISERVATA