Zona arancione a Capodanno: nuovi limiti, ecco le due Regioni a rischio

Il 2022 senza dubbio vedrà l'arrivo di nuove restrizioni

Zona arancione a Capodanno: nuovi limiti, due Regioni a rischio
Zona arancione a Capodanno: nuovi limiti, due Regioni a rischio
di Francesco Malfetano
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Sabato 18 Dicembre 2021, 10:01 - Ultimo aggiornamento: 19 Dicembre, 09:03

Gli oltre 28mila contagi toccati ieri a più di un anno dall'ultima volta (era novembre 2020), sono un campanello d'allarme significativo. Al netto di restrizioni e vaccini, le nuove positività continuano ad aumentare. E anche se, proprio grazie alle precauzioni adottate, i tassi di occupazione nei reparti Covid e nelle terapie intensive non sono ancora tali da doversi dire preoccupati, presto potrebbero diventarlo. Al punto che non solo altre regioni potrebbero ritrovarsi in fascia gialla a inizio 2022, quanto potrebbe anche fare la sua ricomparsa nella Penisola la temuta zona arancione.

Zona arancione a Capodanno, la situazione

 

In particolare la mappa dell'Italia di oggi vede nella seconda fascia di rischio, quella gialla appunto, già Friuli Venezia Giulia, Calabria e provincia autonoma di Bolzano.

Territori che da lunedì saranno raggiunti - in un passaggio che comporta di fatto solo l'obbligo aggiuntivo di indossare la mascherina all'aperto - anche da Veneto, Marche, Liguria e Provincia autonoma di Trento. Il conto finale recita 5 Regioni e 2 province autonome già in giallo all'inizio della settimana di Natale. E cioè nei giorni in cui la Penisola si espone ad una maggiore socialità. Vale a dire che con ogni probabilità si va verso una maggiore diffusione virale. Proprio per questo, specie ora che la variante Omicron sta già facendo impennare i contagi in mezza Europa, lo spauracchio della arancione torna ad affacciarsi concretamente nel nostro Paese.  

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L'ARANCIONE
A guardare le cifre del contagio attuali e i trend di crescita però, i soli territori che potrebbero trovarsi in arancione già a Capodanno sarebbero la provincia autonoma di Trento e il Friuli-Venezia Giulia. In trentino soprattutto, c'è un andamento dei contagi davvero preoccupante che - stando alle nostre proiezioni realizzate sui dati di Protezione Civile e Istituto Superiore di Sanità - porterebbero entrambi di tassi di occupazione degli ospedali a sfiorare il 30% e quindi la zona arancione. Più o meno lo stesso discorso è valido anche per il Friuli. I 378 nuovi casi settimanali registrati e i reparti ospedalieri in affanno (23,3% di occupazione dei posti letto in area medica, 14,3% in terapia intensiva), cominciano ad andare proprio in quella direzione. Un passaggio che tuttavia il governatore Fedriga esclude: «La nostra situazione è sotto controllo». In che modo? Con la consapevolezza che il boom di ricoveri necessari per raggiungere le nuove soglie (rispettivamente il 30% e il 20% di occupazione tra posti letto ordinari e t.i.) può essere "stemperato" attivandone altri. 

 


Una modalità già messa in campo da praticamente tutte le Regioni che, peraltro, potrebbe evitare la zona gialla ancora anche per Lazio e Lombardia. In ogni caso, se il trend di contagi e ricoveri continua a salire a questo ritmo, per registrare un qualche passaggio in zona arancione è solo questione di tempo. Se questa fine del 2021 non si rivelerà essere il picco massimo dei nuovi casi (come prospettato da alcuni esperti), il 2022 senza dubbio vedrà l'arrivo di nuove restrizioni. Se il passaggio in zona gialla infatti non è particolarmente incisivo sia per i vaccinati che per chi non si è immunizzato, in arancione le cose stanno in maniera diversa. Ad esempio, chi non è in possesso del Green pass base o rafforzato, non può uscire dal comune di residenza o domicilio e neanche viaggiare verso altre regioni, ad eccezione di spostamenti per motivi di salute, necessità o lavoro, da certificare con un’autodichiarazione, come succedeva l’anno scorso. Resta in ogni caso la deroga per gli spostamenti dai Comuni di massimo 5.000 abitanti verso città nel raggio di 30 chilometri, esclusi i capoluoghi di provincia. Non solo. Anche bar e i ristoranti sono aperti solo per chi ha il Super Green pass, non per chi ha il certificato base grazie a un tampone. Ai non vaccinati resta infatti la sola possibilità di usufruire del servizio d’asporto o a domicilio. Discorso simile anche per tutte le altre attività (ad eccezione di supermercati, negozi, farmacie, tabacchi ed edicole): in cinema, teatri, sale da concerto, musei, stadi, discoteche, feste, cerimonie, palestre e piscine, centri benessere, terme, parchi di divertimento e impianti sciistici si accede solo con il Green pass rafforzato.

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