Zona arancione per Campania, Emilia e Molise, mentre Lazio e Lombardia restano in giallo. «L’ondata è già partita»

Zona arancione per Campania, Emilia e Molise, mentre Lazio e Lombardia restano in giallo. «L ondata è già partita»
Zona arancione per Campania, Emilia e Molise, mentre Lazio e Lombardia restano in giallo. ​«L’ondata è già partita»
di Mauro Evangelisti
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Sabato 20 Febbraio 2021, 00:24 - Ultimo aggiornamento: 16:40

L’Rt, l’indice di trasmissione, è ancora sotto a 1 in Italia, sia pure di un soffio (0,99). C’è una Regione a rischio alto, l’Umbria. E solo Abruzzo, Emilia-Romagna, Marche, Bolzano e Umbria superano il limite critico di saturazione dei posti di terapia intensiva per Covid (30 per cento). Nessuna Regione è in fascia rossa perché gli indicatori del report settimanale non lo ritengono necessario. Limitandosi a questa sintesi, verrebbe da pensare che il coronavirus è sotto controllo. Ma non è così: se ci fossero sufficienti dati, bisognerebbe realizzare un grafico con due linee. Una è stabile, pressoché piatta e rassicurante, ed è quella dei contagi per Sars-CoV-2 nella versione originale; l’altra è obliqua, sta schizzando verso l’alto e descrive la crescita delle varianti, in particolare quella inglese. Tra due o tre settimane la seconda linea sarà a un livello molto più elevato della prima, la variante inglese sarà dominante e dunque trascinerà verso l’alto i contagi, tenendo conto che ha una velocità di trasmissione più marcata del 39 per cento. 

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AGIRE TEMPESTIVAMENTE
Avverte il professor Gianni Rezza, direttore Prevenzione del Ministero della Salute: «Dobbiamo agire molto tempestivamente e in modo aggressivo contro le varianti non ancora molto diffuse, ovvero la brasiliana e la sudafricana.

Quindi all’interno delle regioni vanno fatte delle zone rosse. La Uk è più diffusa e diventerà dominate, ma dobbiamo fare di tutto per limitare le altre». Ancora: «Il sistema a fasce di colore per regioni ha funzionato anche se è migliorabile. Nelle ultime 24 ore abbiamo 15.479 positivi a fronte di 297mila test eseguiti: c’è una oscillazione naturale, ma la situazione sembra essere ad un livello più alto dei giorni precedenti. I decessi sono 353 e ciò conferma che la coda è molto lunga. I dati ci dicono che c’è una controtendenza verso un iniziale aumento dei casi». Il livello di attenzione è alto e ieri il Comitato tecnico scientifico ha respinto la richiesta della Lombardia di aprire i ristoranti anche dopo le 18.

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Il report settimanale della cabina di regia (Ministero della Salute e Iss) ha avuto, dal punto di vista del cambio di colori, conseguenze meno traumatiche di quanto si prevedeva. Lazio (Rt a 0,95, classe di rischio moderato, percentuale riempimento dei reparti sotto controllo) e Lombardia (anche qui Rt a 0,95) si sono salvati e restano in fascia gialla. Il passaggio a una categoria di chiusure più severe interessa invece, come atteso, l’Emilia-Romagna, che diventa arancione a causa di un Rt a 1,06. Passano in arancione anche la Campania (Rt a 1,16) e il Molise, che sta già affrontando la diffusione della variante inglese e che ha l’Rt più alto di tutti, a 1,4 (evita la zona rossa, solo perché l’indice, nel suo valore più basso, è sotto 1,25; per ora gli ospedali stanno tenendo, anche se dal Cardarelli di Campobasso arrivano segnali di sofferenza e due pazienti di terapia intensiva sono stati trasportati a Grosseto).

Restano in arancione Liguria, Toscana, Abruzzo (dove però ci sono limitazioni a Pescara e Chieti), Umbria (ma è blindata la provincia di Perugia) e le province autonome di Trento e di Bolzano (in quest’ultima il presidente ha deciso una serie di limitazioni locali). Va detto che quasi tutte le Regioni hanno l’Rt sopra a 1 o appena sotto, valori bassi solo in Sicilia (0,73), Sardegna (0,77), Veneto (0,81) e Calabria (0,76). Svanisce l’ipotesi della Valle d’Aosta prima regione in fascia bianca perché l’incidenza è appena sopra i 50 casi ogni 100mila abitanti. 

IL PEGGIORAMENTO
La cabina di regia parla di «peggioramento nel livello generale del rischio». L’appello: «Si ribadisce, anche alla luce della circolazione di alcune varianti a maggiore trasmissibilità, di mantenere una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e le mobilità». In sintesi: vanno limitati al massimo gli incontri e si deve uscire di casa il meno possibile. Ancora: «Analogamente a quanto avviene in altri Paesi europei, si raccomanda il rafforzamento delle misure di contenimento su tutto il territorio nazionale». Il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, ha confermato che la variante inglese sta viaggiando con più intensità tra i bambini: «Nella popolazione pediatrica c’è un certo incremento nel numero dei casi, ma per evitare allarmismi bisogna dire che i dati disponibili nella letteratura medica ci indicano come, a fronte di un incremento dei pazienti pediatrici, non c’è evidenza di un peggioramento dei quadri clinici. Dati dimostrano che rispetto alla primavera scorsa il quadro clinico dei bambini è addirittura meno severo». Conclusione del professor Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità: «In Europa c’è una circolazione del virus in tutti i Paesi. In Italia si segnala una leggera ricrescita in corso, ma siamo in una posizione abbastanza favorevole rispetto all’incidenza di altri paesi. L’epidemia è soggetta ad ondate e quindi bisogna sempre avere grande attenzione. Non vogliamo fare allarmismo, ma dobbiamo essere consapevoli che siamo in una fase molto delicata».
 

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