Zingaretti: «Non mi candido a Roma, sulle dimissioni non ci ripenso». Oggi prima segreteria con Orlando

Zingaretti: «Non mi candido a Roma, faccio il governatore e sulle dimissioni da segretario non ci ripenso»
Zingaretti: «Non mi candido a Roma, faccio il governatore e sulle dimissioni da segretario non ci ripenso»
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Venerdì 5 Marzo 2021, 12:05 - Ultimo aggiornamento: 12:37

Non ci ripensa Nicola Zingaretti: non ritirerà le sue dimissioni da segretario del Pd. E non si candiderà nemmeno  a sindaco di Roma. Il giorno dopo il post su Facebook con il quale annuncia di voler abbandonare la guida del partito, Zingaretti parla e rincara la dose. già velenosissima, contro i colleghi di partito. «Penso debba essere il gruppo dirigente a fare un passo in avanti nella consapevolezza di avere un confronto più schietto, franco plurale ma anche solidale sul ruolo del Pd, i valori di riferimento, la nostra idea dell'Italia e dell'Europa. Io non ce l'ho fatta ad ottenerlo. Spero che ora sia possibile», ha detto il governatore e segretario dimissionario del Pd. 

A breve, alle 12, la segreteria nazionale del Pd si riunirà con la partecipazione dei segretari regionali.

Alla riunione non prenderà parte Nicola Zingaretti ma sarà presieduta dal vicesegretario Andrea Orlando. 

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Zingaretti in modalità Grillo: il passo di lato

«Un passo di lato», così lo descrive Zingaretti, con un'espressione che ricorda molto un altro passo di lato, quello di Beppe Grillo che nel 2016 si congedava, ma non troppo, dal suo Movimento 5 stelle (che poi si è ampiamente ripreso). Il passo di lato, cioé non uno avanti ma neppure uno indietro. E infatti Zingaretti dice: «Non scompaio. Continuo a fare il presidente di regione e parteciperò alla vita politica». 

Zingaretti ieri ha parlato di «stillicidio», «vergognandosi» che ne Pd si parli solo di poltrone e primarie «quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid, c'è il problema del lavoro, degli investimenti e la necessità di ricostruire una speranza soprattutto per le nuove generazioni».

«Ora ci sarà l'assemblea e qualsiasi scelta faranno io la rispetterò. Andiamo avanti e troviamo le forme migliori», ha detto ai cronisti presenti, aggiungendo: «Se era maturata l'idea che il problema potessi essere io, ho tolto a tutti questo problema. Ora si discuta e si costruisca perchè ne ha bisogno l'Italia».

Nazareno sguarnito

Nicola Zingaretti non si presenta, lavora da presidente di Regione. Uffici vuoti. Per i corridoi si aggirano Gianni Cuperlo, Cecilia D'Elia e qualche membro della segreteria, Stefano Vaccari e Marco Furfaro. C'è una riunione in corso, appunto, della segretaria allargata ai regionali e presieduta dal vicesegretario Andrea Orlando (Zingaretti non c'è) ma non è in presenza, è su Zoom. E il palazzo resta silente in attesa di capire come colmare il vuoto lasciato da Nicola Zingaretti. Perché stamattina è chiaro a tutti che il segretario fa sul serio. «Non ci sarà ripensamento, lo sappiamo per certo», dicono da Base Riformista che pure sino a ieri sera caldeggiava la tesi della mossa tattica, la mossa del cavallo per anticipare la discussione, spiazzare gli avversari interni e chiuderla definitivamente in assemblea spazzando via il congresso anticipato. Una lettura che stamattina non convince più. Ed allora tutti i dirigenti dem si pongono la stessa domanda: «Ora che facciamo?». Al momento le risposte non ci sono ancora. 

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