Vaccini, perché è impossibile il traguardo delle 500.000 dosi al giorno

Vaccini, perché è impossibile il traguardo delle 500.000 dosi al giorno
Vaccini, perché è impossibile il traguardo delle 500.000 dosi al giorno
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Martedì 6 Aprile 2021, 17:40 - Ultimo aggiornamento: 17:43

ROMA Limitazioni in arrivo per il vaccino Astrazeneca. Una decisione è stata già presa dalla Francia a metà marzo e a fine del mese scorso anche la Germania ha deciso di riservare il vaccino a chi ha più di 60 anni, cinque in più di quanto stabilito da Parigi. Anche Londra, che ha sempre difeso il vaccino messo a punto dall’università di Oxford, annuncia ora limitazioni. Analogia scelta potrebbe farla presto anche l’Italia dopo la segnalazione di 13 casi sospetti.

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Rispetto alle dieci milioni di dosi somministrate sinora in Europa, ai 62 casi e alle 14 morti si tratta di poca cosa, ma sufficiente per porre limiti ad un siero che in particolarissimi casi genera una trombosi venosa cerebrale con conseguente calo delle piastrine.

Non basta quindi più avvisare dei rischi nel foglietto che accompagna il farmaco.

Fissare un limite di età per Astrazeneca sembra la soluzione più logica ma ciò comporta un adeguamento della campagna vaccinale. Il problema sembra infatti riguardare i vaccini che che usano il metodo del vettore virale, ovvero Astrazeneca ma anche Sputnik e l’italiano Reithera. Non sembra provochino reazioni analoghe Pfizer, Johnson&Johnson e Moderna.

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Dopodomani dovrebbe pronunciarsi l’Ema, ma è probabile che non porrà alcun limite lasciando la scelta agli Stati nazionali. Bloccare un vaccino dal costo molto, ma molto contenuto è complicato. 

L’Italia, come altri Paesi europei, contano molto su Astrazeneca che, non producendo conseguenze sulla popolazione più anziana, continuerà ad essere somministrato limitando agli over 60 così come accade in Germania.

Quando la campagna vaccinale arriverà a toccare i sessantenni occorrerà rimodulare il piano vaccinale compensando AstraZeneca con i vaccini Pfizer, Moderna e Johnson.

In settimana sono attese un milione e mezzo di dosi Pfizer, ma dal 19 arriverà il primo quantitativo di Johnson (quattrocentomila dosi) e entro giugno altri sette milioni. Basterà? No, per il secondo trimestre e, soprattutto, per arrivare a 500mila dosi al giorno. Molto c’è ancora da recuperare soprattutto per arrivare a luglio con una copertura significativa della popolazione. Ripartirà quindi, ammesso che si sia mai fermata, la caccia ai vaccini con la speranza tutta europea che gli Stati Uniti possano essere generosi nei confronti del Vecchio Continente una volta completate le vaccinazioni a casa propria.

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