Ucraina, la bozza del M5S: «Basta invio di nuove armi a Kiev». Di Maio: «Così a rischio la sicurezza dell'Italia»

Il testo in vista del voto al Senato di martedì prossimo su un eventuale stop alle armi da inviare a Kiev

Ucraina, la bozza del M5s: «Basta invio di nuove armi a Kiev, a rischio soluzione diplomatica»
Ucraina, la bozza del M5s: «Basta invio di nuove armi a Kiev, a rischio soluzione diplomatica»
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Sabato 18 Giugno 2022, 12:46 - Ultimo aggiornamento: 19 Giugno, 09:34

Alcuni senatori del Movimento 5 Stelle stanno preparando una bozza di risoluzione in vista del voto al Senato di martedì prossimo su un eventuale stop alle armi da inviare a Kiev. Ma il ministro degli Esteri Luigi Di Maio mette in guardia i colleghi: «È una bozza che ci disallinea dall'alleanza della Nato e dell'Ue e se ci disallineamo dalla Nato mettiamo a repentaglio la sicurezza dell'Italia». Eppure a Palazzo Madama i pentastellati vogliono mettere nero su bianco la loro insofferenza. «Il conflitto in Ucraina dura ormai da oltre 100 giorni e sta assumendo sempre più le caratteristiche di una guerra di logoramento segnata dal mancato rispetto del diritto internazionale umanitario; il popolo ucraino sta difendendo strenuamente l'integrità territoriale del proprio Paese e sta combattendo per il proprio diritto all'autodeterminazione; dallo scoppio del conflitto l'Unione Europea ha inviato forniture militari all'Ucraina per almeno 2 miliardi di euro; Stati Uniti e Regno Unito hanno inviato armi a Kiev rispettivamente per 4,6 miliardi e un miliardo di dollari ed hanno già deciso ulteriori e ancor più consistenti forniture (anche di armi a lunga gittata)», si legge nella bozza. La vicepresidente del Movimento Alessandra Todde minimizza la portata della risoluzione e difende la linea di Giuseppe Conte: «Stiamo costruendo una risoluzione di maggioranza. Stiamo solo ponendo al governo temi democratici».

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La bozza 

«L'Italia, in base a quanto disposto dall'art. 2-bis del decreto legge 25 febbraio 2022 n. 14 convertito con modificazioni dalla legge 5 aprile 2022 n. 28 recante 'Disposizioni urgenti sulla crisi in Ucrainà, ha già emanato 3 decreti ministeriali (Decreto 2 marzo 2022, Decreto 22 aprile 2022 e Decreto 10 maggio 2022) che hanno previsto l'invio di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari; il supporto fornito in questi mesi dall'Unione Europea all'Ucraina da un punto di vista economico e finanziario, nell'accoglienza dei profughi e nonché nel sostegno alla capacità ucraina di difesa, dovrà essere accompagnato da un rafforzamento dell'azione diplomatica vista l'urgenza che il perdurare del conflitto impone». È questo un passaggio della bozza della risoluzione M5S.  

Il viceministro Castelli (M5S): «Io non la voterei mai» 

L'avversione nei confronti degli aiuti all'Ucraina si concentra soprattutto a Palazzo Madama. Diversi deputati del Movimento 5 stelle dichiarano di non avere minimamente intenzione di interrompere il flusso di armi e sostegno a Kiev e quindi di votare contro il governo. Due importanti voci dell'esecutivo, e del M5S, giudicano la risoluzione che stanno architettanto in Senato irresponsabile perché colloca l'Italia fuori dal suo storico alveo geopolitico: l'alleanza atlantica. Sono il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il viceministro del Mef Laura Castelli che rilasciano commenti e dichiarazioni irritate «su quanto appreso dalla stampa».

Ormai le due ali del movimento che si sono polarizzate e contrapposte sulla guerra russa all'Ucraina (e sulla leadership di Conte), hanno interrotto comunicazione e confronto interni e si parlano attraverso le agenzie. 

«Sono usciti degli articoli che dicono che al Senato, i miei colleghi, hanno scritto una risoluzione nella quale chiedono di non inviare armi all'Ucraina. Di certo questa è una posizione che, secondo me, non potrà vedere neanche tutta la maggioranza d'accordo. Mi auguro che non sia questa la strada, perché la situazione è veramente molto importante e sul filo di lana. Io di sicuro non voterei una risoluzione, qualora presentata dal mio gruppo, che va fuori dalla collocazione storica dell'Italia». Così il Vice Ministro dell'Economia e delle Finanze, Laura Castelli, intervenendo al Blue Forum Italia Network in corso a Gaeta

«Non lo farei mai, perché la situazione è grave e perché intanto lo devo alla linea politica della mia forza, perché sempre stata quella», ha proseguito Castelli. Quindi se qualcuno l'ha cambiata me lo dicesse. Spero che mercoledì si arrivi a una risoluzione invece che tenga questo altro tipo di equilibrio, con le istituzioni internazionali che abbiamo costruito e per le quali abbiamo lottato per diversi anni».

Il titolare della Farnesina ne fa una questione di sicurezza«Ho letto che in questo ore c'è una parte del Movimento che ha proposto una bozza di risoluzione che ci disallinea dall'alleanza della Nato e dell'Ue, la Nato è un'alleanza difensiva, se ci disallineamo dalla Nato mettiamo a repentaglio la sicurezza dell'Italia»., ha dichiarato il ministro Di Maio nello stesso evento a Gaeta.

Nel frattempo la Russia gongola. Razov: «Vedete? Non tutti in Italia sono d'accordo sull'invio di armi a Kiev»

Mentre il Movimento 5 stelle si consuma sull'ennesima divisione interna, l'ultima bufera è scoppiata sul risultato disastroso alle ultime elezioni amministrative, c'è chi capitalizza consensi su questo dibattito. È la Russia di Putin con l'ambasciatore russo a Roma Razov che non può che costatare che l'Italia, e uno dei partiti della maggioranza, non è completamente d'accordo sull'invio di aiuti a Kiev. Una situazione imbarazzante e vergognosa secondo il senatore M5S Primo De Nicola«Il plauso di Razov a quella che è l'apparente posizione di una parte del M5s ci riempie di imbarazzo e vergogna. Rischiamo di portare il M5S e l'Italia dalla parte sbagliata della storia». 

«La logica secondo cui la massiccia fornitura di armi all'Ucraina sarebbe un mezzo per arrivare alla pace mi sembra quantomeno bizzarra. In sostanza si tratta di alimentare all'infinito la situazione di conflitto e di moltiplicare vittime e distruzioni. Questa logica, a quanto mi risulta, è lungi dall'essere condivisa da tutti, anche in Italia», ha detto Sergej Razov in un'intervista a Scenari Internazionali. «Il fatto è che le armi italiane saranno utilizzate per uccidere militari russi. Questo introduce nelle nostre relazioni bilaterali un altro elemento negativo che non possiamo ignorare».

«Inoltre non è possibile fare completa chiarezza su chi abbia effettivamente in mano queste armi - prosegue l'ambasciatore nell'intervista diffusa anche sui social dell'ambasciata -. In effetti, oltre alle forze armate regolari, alle operazioni di combattimento in Ucraina partecipano formazioni nazionaliste e territoriali, che non sono sotto il controllo di Kiev o non lo sono completamente. Dove finiranno queste armi e in quali regioni al di fuori dell'Ucraina saranno utilizzate in futuro sono domande a cui non c'è risposta».

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