No Green pass, oggi treni a rischio: 54 stazioni presidiate in tutta Italia

No Green pass, oggi treni a rischio: 54 stazioni presidiate in tutta Italia
No Green pass, oggi treni a rischio: 54 stazioni presidiate in tutta Italia
di Valentina Errante
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Martedì 31 Agosto 2021, 19:40 - Ultimo aggiornamento: 2 Settembre, 09:50

Le indicazioni sono chiare: presidiare le stazioni e impedire il blocco dei treni. Da ieri notte polizia e carabinieri hanno blindato gli snodi ferroviari, in vista delle manifestazioni contro l’entrata in vigore della certificazione verde per viaggiare sui mezzi di trasporto a lunga percorrenza. Il tam-tam sulla chat dei No vax “Basta dittatura”, già oggetto di un fascicolo dei pm di Torino, ha previsto per oggi iniziative in 54 stazioni, a partire dalle 14.30. Il compito di polizia ferroviaria, Digos, insieme ai reparti mobili di polizia e carabinieri, non soltanto sarà di impedire i tentativi, già annunciati, di occupazione dei binari per bloccare i treni, ma, dopo i tanti episodi di violenza, anche quello di proteggere il personale delle stazioni, addetto alle verifiche del Green Pass. Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, è stata chiara: «Non verranno tollerati minacce e inviti a commettere reati utilizzando il web e non saranno ammesse illegalità».

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LE GRANDI STAZIONI
Alla stazione Termini, come a Milano centrale, dove l’ingresso ai binari è regolato dai tornelli, oltre agli addetti, che da oggi chiederanno insieme al biglietto anche il green pass, ci saranno uomini delle forze dell’ordine.

Nelle stazioni più piccole, saranno gli agenti della Polfer, sui treni, a intervenire a sostegno del personale, in caso di rifiuti violenti o passeggeri che non abbiano la certificazione. «Se qualcuno dei manifestanti arrecherà disagi alla circolazione, bloccando le stazioni, andrà incontro ad una denuncia per interruzione di pubblico servizio - annuncia il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia - Un conto è manifestare pacificamente, altra cosa è creare disagi alle altre persone». L’allerta è massima. Soprattutto a fronte dgli ultimi episodi di cronaca con aggressioni fisiche e verbali e dei contenuti delle chat Telegram, nelle quali i “No vax” minacciano politici, amministratori, virologi e medici, scambiandosi i loro indirizzi e numeri di telefono, e diffondendoli sui social: dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ai governatori di Piemonte ed Emilia Romagna, Alberto Cirio e Stefano Bonaccini, da infettivologi e virologi come Bassetti o Pregliasco o Galli, a decine di medici ospedalieri e persino di base. 

 

LE MINACCE
«Ecco un’altra m... di partito che ha instaurato la dittatura e adesso dice che se rivogliamo la libertà allora dobbiamo sottometterci e diventare schiavi». Era il 25 luglio, poco prima che entrasse in vigore il Green Pass, quando gli amministratori del gruppo “Basta Dittatura!” su Telegram hanno attaccato il ministro Luigi Di Maio dopo le dichiarazioni sulla necessità di vaccinarsi «per riconquistare la nostra libertà». La violenza si è scatenata subito: «Un altro infame da giustiziare», «È necessario il piombo», «ti vedremo presto anche a te con il cappio al collo». Il 24 luglio, nel mirino del gruppo, erano finiti anche il leader della Lega, Matteo Salvini, che si era appena vaccinato, e la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che aveva annunciato si sarebbe vaccinata: «Eccole le m... della finta opposizione». La Polizia postale lavora per oscurare alcuni siti e identificare i responsabili delle minacce e intanto la procura di Torino ha aperto un fascicolo per istigazione a delinquere aggravata dallo scopo di commettere delitti di terrorismo e dall’utilizzo di strumenti informatici e telematici e di trattamento e diffusione illecita di dati personali su larga scala sulla chat “Basta dittatura”. 

IL GARANTE
In merito alla diffusione da parte di siti e quotidiani on line e sulle chat o i social di dati personali di giornalisti e rappresentanti delle istituzioni, è intervenuto anche il garante per la Privacy che, in una nota, ricorda come diffondere, senza consenso, dati personali, oltre a costituire una violazione della vita privata degli individui, con rischi anche per la loro incolumità, sia un atto illecito, che può determinare anche l’applicazione di pesanti sanzioni.

I GIORNALISTI
Intanto il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha convocato per oggi il Centro di coordinamento per le attività di monitoraggio, analisi e scambio di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti, per esaminare i recenti episodi di intolleranza nei confronti, tra gli altri, di cronisti che documentavano manifestazioni di protesta dei “No vax”. Ieri sera, a Roma, il sit-in organizzato da GVpress, l’associazione italiana giornalisti-videomaker, contro le aggressioni, ha ricevuto sostegno bipartisan. Oltre al sottosegretario all’Editoria, Giuseppe Moles, hanno partecipato esponenti di Pd, Italia viva, M5s, Forza Italia e delegazioni dell’Ordine dei giornalisti, Fnsi e associazione Stampa romana. Presenti pure i due candidati sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri e Carlo Calenda, oltre alla prima cittadina Virginia Raggi. Di passaggio pure l’ex premier Giuseppe Conte, che ha poi dato solidarietà alla categoria. 
 

 
 

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