Tap, Conte: «Il gasdotto si deve fare». Il Salento insorge

Tap, Conte: «Il gasdotto si deve fare». Il Salento insorge
Tap, Conte: «Il gasdotto si deve fare». Il Salento insorge
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Venerdì 26 Ottobre 2018, 19:46 - Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 15:44

La costruzione del gasdotto Tap è «legittima» e il governo non può interrompere la realizzazione dell'opera che collegherà il Mar Caspio all'Italia con approdo sulla spiaggia salentina di San Foca di Melendugno, nel Salento, anche perché lo stop «comporterebbe costi insostenibili, pari a decine di miliardi di euro». La decisione del premier Giuseppe Conte arriva nel tardo pomeriggio e mette in subbuglio la comunità salentina. 

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Il capo del governo sottolinea subito che l'esecutivo «ha fatto tutto quello che poteva, non lasciando nulla di intentato. Ora però è arrivato il momento di operare le scelte necessarie e di metterci la faccia. Prometto un'attenzione speciale alle comunità locali perché meritano tutto il sostegno da parte del Governo». Alle penali e ai risarcimenti danni evocati da Conte non crede la comunità salentina, anche perché - dicono da più parti - non sono mai state né quantificate né documentate.

«Non abbiano chiesto a Conte o alla ministra salentina Barbara Lezzi - dice il sindaco di Melendugno, Marco Potì - di essere i dottori dei nostri dolori. Ci cureremo da soli le nostre ferite, sapremo rialzarci e continuare a combattere. Conte con questo atteggiamento avalla quella che sarà una follia ingegneristica e la distruzione di un intero territorio. Nel Salento se lo ricorderanno bene».

Tuttavia, dai nuovi accertamenti svolti per giorni dai tecnici del ministero dell'Ambiente non sono emerse le illegittimità denunciate dal sindaco Potì e dalla comunità salentina. «Anche nei punti contestati - sottolinea il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa - non sono emersi profili di illegittimità, indipendentemente dal merito, in quanto la Commissione Via - unico soggetto titolato a pronunciarsi - ha ritenuto ottemperate le prescrizioni». Tesi questa fatta propria da Palazzo Chigi: «Avevo preannunciato che - aggiunge il premier - se avessimo riscontrato tali profili di illegittimità non avremmo esitato ad assumere tutti i conseguenti provvedimenti, compresa la decisione di interrompere i lavori».

«Ad oggi - conclude - non è più possibile intervenire sulla realizzazione di questo progetto che è stato pianificato dai governi precedenti con vincoli contrattuali già in essere. Gli accordi chiusi in passato ci conducono a una strada senza via di uscita». «Sono ancora più deluso dalle dichiarazioni di Conte - replica il sindaco di Melendugno - che parla di ristori per le comunità e di vicinanza ai territori. Il primo ministro può starsene a Roma». Forte anche la rabbia dei No Tap: «È chiaro - dice il leader del movimento Gianluca Maggiore - che la nostra battaglia continuerà, come è chiaro che tutti i portavoce locali del M5S che hanno fatto campagna elettorale qui e che sono diventati addirittura ministri grazie ai voti del popolo del movimento No Tap, si devono dimettere adesso».

Dure le reazioni politiche con Maria Stella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera, che accusa: «il M5S sapeva di non poter bloccare il gasdotto, ma in Puglia ha fatto la campagna elettorale gridando NoTap, prendendo in giro i cittadini».
Esulta, invece, il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini: «Avere l'energia che costerà meno a famiglie e imprese è fondamentale, quindi avanti coi lavori».​

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