Suicidio assistito, dopo il no al referendum si comincia a votare in Parlamento: la legge fa passi avanti

suicidio assistito primi voti camera ok
suicidio assistito primi voti camera ok
4 Minuti di Lettura
Giovedì 17 Febbraio 2022, 21:26 - Ultimo aggiornamento: 21:37

Fine vita e suicidio assistito, oggi ci sono stati i primi voti alla Camera. Dopo che il referendum sull'omicidio del consenziente è stato dichiarato inammissibile dalla Corte costituzionale e il suo presidente Giuliano Amato, la legge sull'aiuto al suicidio ha compiuto oggi un passo avanti. La Camera ha votato e respinto i primi emendamenti del centrodestra, emendamenti puramente soppressivi che avrebbero affossato la legge. Proprio la non ammissibilità del referendum proposto dall'associazione Coscioni spinge Pd e M5s a dichiarare indispensabile far finalmente varare al Parlamento una legge sul suicidio assistito sollecitata dalla Corte costituzionale sin dal 2018.

«È un dovere» ha detto Enrico Letta, impegnando così solennemente il proprio partito. Amato è stato attaccato da Marco Cappato, l'avvocato dell'Associazione Coscioni Filomena Gallo e Riccardo Magi, promotori del referendum sull'omicidio di consenziente (oltre che quello sulla cannabis) per l'inedita conferenza stampa del presidente della Consulta.

Magi ha definito «irrispettoso» Amato, mentre Cappato ha sostenuto che la sua conferenza stampa è stata «al 100% politica», quindi non in punta di diritto, mentre Gallo ha respinto le affermazioni di una scrittura tecnicamente sbagliata dei quesiti.

L'inedita virulenza delle critiche a quello che è l'arbitro supremo della Repubblica, ha spinto il presidente emerito della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flick, a intervenire definendo «ingiustificate» le polemiche. Anche Stefano Fassina (Leu) ha messo in guardia da attacchi «autolesionisti». In tema di fine vita, dunque, il Parlamento torna l'unico in grado di dare una risposta, con la legge sull'aiuto al suicidio che deve attuare la sentenza della Corte Costituzionale del novembre 2019, dopo che già un anno prima i giudici costituzionali avevano sollecitato le Camere a legiferare.

Il testo ha avuto in Aula alla Camera un passaggio simbolico con il primo voto, una bocciatura di due identici emendamenti di Fi e della Lega soppressivi dell'articolo 1 e quindi dell'intero provvedimento. Nonostante il voto segreto i voti a favore del soppressivo sono stati solo 126 rispetto ai 262 contrari. Antonio Palmieri (Fi) ha motivato il no al provvedimento citando Luciano Violante: «Non sempre le buone intenzioni fermano le cattive conseguenze» dato che nei paesi come Olanda e Belgio in cui sono state introdotte norme analoghe si è finiti ad estendere il suicidio assistito anche ad anziani con varie patologie, ai disabili mentali e ai minori. Il concetto della «deriva» è stato ripreso anche da altri interventi come quello di Martina Parisse (Ci).

Dopo questo primo voto la Camera ha sospeso l'esame che riprenderà a marzo. Ma resta l'impegno solenne del segretario Dem Letta: «Oggi arriva in Aula il testo sul Suicidio Assistito. Copre il vuoto normativo che sta generando tante situazioni drammatiche. Il testo consente di recuperare tutte le indicazioni contenute nella sentenza della Corte Costituzionale del 2019. È un dovere legiferare in questo campo». Parole impegnative che mostrano una compattezza su questo tema del partito in cui militano molti cattolici.

© RIPRODUZIONE RISERVATA