Stato di emergenza, niente proroga: l'idea dei poteri alla Protezione civile o di una missione ad hoc

La decisione potrebbe arrivare intorno al 20 dicembre, ma anche prima

Stato di emergenza, niente proroga: l'idea dei poteri alla Protezione civile o di una missione ad hoc
Stato di emergenza, niente proroga: l'idea dei poteri alla Protezione civile o di una missione ad hoc
di Cristiana Mangani
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Martedì 7 Dicembre 2021, 10:19 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 12:26

Lo stato di emergenza scadrà a fine anno e con questo anche tutte quelle strutture straordinarie che sono state predisposte per dare una risposta univoca e rapida alla diffusione del virus. Il premier Mario Draghi non sembra intenzionato a prorogarlo, e in questi giorni il governo sta valutando quale strada percorrere. L'idea è di tenere in piedi la struttura e le norme per il contrasto del Covid, senza proseguire con lo stato di emergenza. La decisione potrebbe arrivare intorno al 20 dicembre, ma anche prima.

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L'esecutivo è di fronte a un bivio: varare un decreto per una nuova proroga, a due anni dall'inizio della pandemia, o scegliere la via della legislazione ordinaria, disciplinando con norme ad hoc la struttura di mobilitazione sanitaria e tutte le misure legate allo stato d' emergenza.

Ancora oggi, l'orientamento prevalente sarebbe, appunto, quello di evitare la proroga: lo stesso premier l'aveva definita una «strada di buonsenso», precisando però che si farà quello che serve.

Stato di emergenza, niente proroghe: cosa è e cosa può succedere dal 2022

Se, insomma, il lavoro degli uffici legislativi si chiuderà con una fumata nera, la proroga sarà inevitabile.
Non è un passaggio semplice, quello che si appresta ad affrontare il governo. Lo stato di emergenza Covid si porta dietro tutta una serie di norme che dal 2020 regolano la vita degli italiani: dall'obbligo di mascherine al distanziamento, dai protocolli sul lavoro allo smart working, dal ruolo e le funzioni del commissario per l'emergenza fino all'obbligo del Super Green pass. Se dovesse finire lo stato di emergenza, decadranno tutta una serie di norme collegate, a partire proprio dalla struttura commissariale guidata da Francesco Paolo Figliuolo e le ordinanze che sono state adottate da questa. Inoltre si dovrà rivedere l'Italia a colori: le zone rosse e l'adozione nel settore privato dello smart working semplificato (ossia senza la necessità dell'accordo individuale tra azienda e lavoratore), la didattica a distanza nelle scuole e alcune disposizioni lavorative in caso di classi scolastiche in quarantena, fino all'introduzione del Super Green Pass.

Una delle soluzioni, per la “fase 2” della pandemia, potrebbe essere quella di affidare alla Protezione civile i compiti che oggi sono del commissario (in questo scenario, c'è chi ipotizza una promozione di Figliuolo alla guida del Comando operativo di vertice interforze). Un'altra ipotesi potrebbe essere quella di istituire a Palazzo Chigi una struttura di missione ad hoc. Ma è una possibilità di non facile realizzazione, tant'è che c'è chi ritiene ancora la via maestra mantenere la struttura del commissario e approvare almeno una proroga breve dell' emergenza, magari 3 mesi, per dare a strutture e ministeri il tempo di prepararsi alla “fase 2”.

A insistere affinché Draghi non proroghi lo stato di emergenza sono soprattutto i ministri del centrodestra. In più se il governo approvasse a fine dicembre un decreto per la proroga, convertirlo non sarebbe
facile a gennaio, quando si voterà per eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Dunque la spinta è inserire tutte le norme legate all'emergenza nel decreto Milleproroghe, che il governo dovrebbe varare entro le prossime due settimane e potrebbe essere poi trasformato in un emendamento alla legge di bilancio.

 

L'attuale stato d'emergenza può essere prorogato fino al 31 gennaio 2022, e non oltre. Secondo la legge, questa condizione non può infatti superare i 12 mesi, ed è prorogabile per non più di ulteriori 12 mesi. Questo non significa però che non si possa chiudere lo stato d'emergenza per Covid-19 e aprirne contestualmente un altro con una motivazione differente, che valga appunto fino al 31 marzo 2022. In alternativa, si potrà ricorrere alla modifica del termine ultimo dello stato d'emergenza previsto dalla legge.

Lo stato d'emergenza attribuisce al governo e alla Protezione civile dei "poteri straordinari" o "speciali". Si possono, in poche parole, attuare provvedimenti in deroga a ogni disposizione vigente, nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico. Vengono inoltre snellite le procedure di approvazione di leggi e decreti, e il governo può ricorrere ai Dpcm (i decreti del presidente del Consiglio dei ministri), che non passano attraverso l'approvazione parlamentare.

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Insomma, dopo meno di due anni, l’Italia potrebbe dire addio allo stato di emergenza. Il paese sta reggendo bene alla terza e alla quarta ondata e al massimo per Natale ci sarà qualche regione in zona gialla. I periodi del lockdown sembrano lontani, anche se le insidie sono ancora dietro l'angolo. Ma con la terza dose di vaccino e le nuove vaccinazioni si potrebbe raggiungere una percentuale del 90% di vaccinati e allora la soglia di tranquillità potrebbe essere vicina.

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