Spostamenti, giro di vite sui controlli grazie a 70.000 agenti. Scuole, sulla ripartenza ultima parola alle Regioni

Spostamenti, giro di vite sui controlli. Scuole, sulla ripartenza ultima parola alle Regioni
Spostamenti, giro di vite sui controlli. Scuole, sulla ripartenza ultima parola alle Regioni
di Cristiana Mangani
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Domenica 6 Dicembre 2020, 00:30 - Ultimo aggiornamento: 12:47

Settantamila agenti e controlli intensificati negli aeroporti, alle frontiere e sulle principali arterie stradali, comprese le autostrade. In vista delle feste natalizie, il Viminale vara la stretta, con un notevole dispiegamento di forze alla quali si aggiungeranno anche i militari già impegnati nell’operazione “Strade sicure”. Obiettivo: contenere la voglia di viaggiare su e giù per l’Italia, ed evitare che si creino assembramenti ad alto rischio. Particolare attenzione sarà riservata alle autocertificazioni che verranno riscontrate più che in passato. Sebbene la ministra Luciana Lamorgese ribadisca che i controlli saranno eseguiti «con senso di equilibrio», l’invito agli italiani è, però, ancora una volta quello della «responsabilità», per non ripetere l’esperienza «non positiva» della scorsa estate. Anche perché da oggi, i negozi di tutta Italia - a eccezione dell’Abruzzo, unica regione ancora rossa - torneranno ad aprire le saracinesche, motivo in più per mantenere alta l’attenzione in vista della corsa ai regali e della calca che certamente si verificherà.

«Sarà un Natale di sacrifici - sottolinea la titolare del Viminale ai microfoni di SkyTg24 Live in Courmayeur -.

Dal momento in cui teniamo aperti i negozi, lo facciamo per salvaguardare un certo tipo di economia. Ma serve anche che i titolari pongano in essere le precauzioni per non fare entrare più persone nello stesso momento».

E allora, con la nuova circolare emessa ieri dal capo di gabinetto della ministra, il prefetto Bruno Frattasi ha voluto ribadire le condizioni che andranno fatte rispettare, in particolare riguardo agli spostamenti, alle attività commerciali, ai viaggi all’estero e, soprattutto, al ritorno alla didattica in presenza prevista dal 7 gennaio, che dovrà essere preparata per tempo nel tavolo coordinato dai prefetti.

La scuola riaperta al 75%, così come previsto dall’ultimo dpcm, è l’aspirazione massima di ogni regione, ma il percorso per raggiungere l’obiettivo non sarà del tutto facile. Innanzitutto è stabilito che il più rapidamente possibile le parti in causa si confrontino per capire dove intervenire. Il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, ha già fissato il primo incontro per giovedì prossimo. I temi sono i trasporti adeguati, il calendario e un eventuale scaglionamento nella frequenza delle lezioni. Qualora, però, la soluzione generale non dovesse riuscire ad arrivare con l’emissione di un “documento operativo” finale, la palla ritornerà alle regioni che dovranno valutare, provincia per provincia, se ci siano i presupposti per riaprire le scuole. Si vuole così evitare uno scontro tra Stato centrale e amministrazioni regionali. «Il ricorso al potere di ordinanza regionale - viene spiegato nella circolare - si configura come intervento “di chiusura”, ipotizzabile nel caso in cui l’azione diretta a riattivare la didattica in presenza dovesse incorrere in criticità di varia natura, non superabili attraverso l’espletamento della fase di coordinamento». E se le Regioni non avranno la soluzione, spetterà comunque a loro stabilire in quale percentuale riaprire alla didattica in presenza.

Il documento del Viminale chiarisce che particolare attenzione sarà riservata ai controlli sulle principali arterie di traffico e nelle stazioni, per vigilare sul rispetto delle norme e delle limitazioni. Ci si potrà spostare nei giorni “vietatissimi” (25-26-31) solo in caso di necessità, lavoro, salute. E poi - elemento che allarga molto le possibilità - nel caso in cui si ritorni al domicilio o alla residenza.

L’obiettivo resta quello di non ripetere gli errori dell’estate scorsa. I dati di ieri fanno sperare, con un leggero calo di contagiati e morti: 21.052 nuovi casi e 662 decessi. Un dato sempre altissimo, ma che vede scendere il tasso di positività al 10,8%, seppure con un minor numero di tamponi, circa 195 mila. Per questo saranno intensificati i controlli anche negli aeroporti e alle frontiere. Anche se, al momento, non si registrano prenotazioni di massa, soprattutto sulle linee ferroviarie. Mentre sono già quasi tutti pieni i voli per il Sud. La circolare ribadisce, poi, l’obbligo di sottoporsi a quarantena qualora si rientri dall’estero.
 

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