Tutti in ufficio, o quasi. Si assottiglia sempre più la platea di lavoratori a cui è concesso lavorare in smart working. Calata l'allerta per i contagi Covid-19, cambiano le regole. Ma rimangono alcune eccezioni. Pubblicato in Gazzetta ufficiale il Decreto aiuti bis ecco entrare in vigore il nuovo regime.
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Si parte dalla proroga fino al 31 dicembre 2022 del "lavoro agile" per i lavoratori fragili e per i genitori con figli under-14.
Nella proroga rientrano anche i lavori dipendenti del settore privato e pubblico più esposti al rischio del contagio Covid per l'età o per precedenti patologie oncologiche, o ancora dalla presenza di più patologie coesistenti (comorbidity) o in caso di immunodepressione. Purché ovviamente presentino una certificazione del medico legale o di un medico di medicina generale.
Per i dipendenti pubblici le regole sono già cambiate da un anno. Dal 15 ottobre 2021 infatti vale il principio della prevalenza del lavoro in presenza. Anche se già da settembre diverse PA e aziende pubbliche hanno preso misure per adattarsi riorganizzando gli spazi comuni e prevendo turni per i dipendenti.
Dopotutto a spezzare una lancia per lo smart working è stato di recente lo stesso ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo: «Con la pandemia il numero di lavoratori italiani che hanno lavorato in smart working è passato da 500mila a 5 milioni. È sbagliato pensare che nella pubblica amministrazione non funzioni»