Salvini: «Niente tasse in più, va messo per iscritto». Provenzano: «È una mina per il governo»

Salvini: «Tasse? Noi vogliamo che nessuno paghi di più». Provenzano: «È una mina»
Salvini: «Tasse? Noi vogliamo che nessuno paghi di più». Provenzano: «È una mina»
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Giovedì 7 Ottobre 2021, 10:41 - Ultimo aggiornamento: 11:31

Matteo Salvini a ruota libera su tasse, riapertura discoteche, elezioni e tanto altro. Il leader della Lega ha detto ai microfoni di Rtl 102,5: «A me interessa che nessuno paghi un euro di più: nella delega fiscale questo non c'è scritto. Sull'Iva si parla di rimodulazione, precisiamo in basso? Altrimenti dopo Draghi si alzano le tasse, bastano due righe». E ha aggiunto: «Non approvo un documento che ci dice che si paga di più tra due anni. Nel documento votato nel Cdm da altri non ci sono passaggi definiti su Irap, su rottamazione saldo e stralcio».

Riaprire le discoteche al 35 per cento di capienza «è una follia, non riaprono neanche i locali.

Almeno il doppio di capienza, se tu chiedi il green pass e quindi chi entra è vaccinato o tamponato tu riapri al cento per cento. Questo vale per i cinema, i musei, gli stadi, gli uffici, tutti». Lo ha affermato Matteo Salvini, ospite di "Non stop news" su Rtl 102.5. «Se tu chiedi il green pass, quindi chiedi sicurezza - ha ribadito il leader del Carroccio - in cambio restituisci lavoro. Quindi dove ci sono le aperture devono essere in sicurezza e totali».

Provenzano: «Salvini è una mina per il governo»

«Salvini è una mina per il governo e per Draghi. Le elezioni hanno gettato in uno stato confusionale la Lega». Lo ha detto il vicesegretario del Pd, Giuseppe Provenzano, a Sky Tg 24. «Salvini segue il calendario elettorale - ha aggiunto - il suo è un fallo di reazione. Il vero sconfitto dalle amministrative è Salvini con la Lega».

«Da parte nostra il governo non rischia. Il mandato del governo non si è esaurito. Il Pd rafforzerà l'azione del governo. È la Lega che deve chiarie o le turbolenze potrebbero crescere e questo sarebbe un problema per tutti. Non è accettabile che una forza politica entri ed esca dal consiglio dei ministri a seconda delle convenienze».

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