Draghi incontra Salvini (e tira dritto sul fisco). Matteo ricuce: c’è lealtà

Un'ora esatta, la durata del colloquio che ha preceduto il Consiglio dei ministri

Mario Draghi e Matteo Salvini, incontro di un'ora a Palazzo Chigi: «No a nuove tasse, avanti con le riaperture»
Mario Draghi e Matteo Salvini, incontro di un'ora a Palazzo Chigi: «No a nuove tasse, avanti con le riaperture»
di Marco Conti
5 Minuti di Lettura
Giovedì 7 Ottobre 2021, 16:40 - Ultimo aggiornamento: 8 Ottobre, 00:10

Sarà che le discoteche, “Papeete” compreso, sono chiuse e che Matteo Salvini fatica ad elaborare “piani B”, ma alla fine la polemica del segretario della Lega con il presidente del Consiglio non poteva concludersi che in un unico modo: l’esaltazione da parte del segretario di un «rapporto leale, franco e diretto» che «risolve ogni problema e trova soluzioni». Come dire che nell’ora di colloquio “Draghi mi ha spiegato e io ho capito”. Anche perché la delega fiscale, oggetto dello strappo leghista, resta così com’è, catasto compreso.

 

Il faccia a faccia a Palazzo Chigi dura più dell’incontro ufficiale che lo stesso Draghi ha avuto poco prima con Angela Merkel.

Salvini entra con l’auto dall’ingresso posteriore e poi affida ai social poche frasi per dire che l’incontro è stato «molto utile: proposte e soluzioni condivise e impegno a confrontarci sul futuro dell’Italia ogni settimana». Per non essere, forse, da meno della Lega di Umberto Bossi, che ogni lunedì sera si presentava ad Arcore per incontrare l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, Salvini strappa analoga promessa «di vedersi almeno una volta alla settimana».

 

Salvini: rapporto leale e franco

Un impegno che Salvini mette nero su bianco anche per ristabilire la gerarchia all’interno del Carroccio e nel rapporto con la pattuglia al governo. Ma per Draghi non si tratta di una concessione o di un trattamento di favore, visto che non ha mai rifiutato un incontro o respinto una telefonata di tutti i leader della composita maggioranza. Ed infatti nella nota che Palazzo Chigi diffonde al termine del colloquio non si fa cenno dell’appuntamento settimanale che non si ritiene una novità. Piuttosto si conferma che il colloquio «si è svolto in un clima cordiale e costruttivo» e che «al centro» c’è stato «il tema della crescita economica». Segue ennesima conferma dell’«impegno del governo a evitare ogni aumento della pressione fiscale e a proseguire sul percorso delle riaperture, tenendo conto del miglioramento della situazione epidemiologica». Tutto qui, nessuna novità. E salta anche la richiesta, fatta in mattinata da Salvini, di un impegno scritto che scongiuri aumenti di tasse. Non è detto che «i tre giorni di tempo perso», come li definisce Osvaldo Napoli, non siano gli unici e che la pazienza di Draghi non venga messa di nuovo alla prova. «È sempre il solito film», commenta il segretario del Pd Enrico Letta. «Salvini racconta al Paese una storia, poi va a Palazzo a Chigi e tutto torna come prima. Non mi sembra una grande novità - conclude - ormai è anche stancante commentare questo teatrino».

Salvini: «Niente tasse in più, va messo per iscritto». Provenzano: «È una mina per il governo»

A dire il vero neppure l’apertura delle discoteche con una capienza superiore a quella proposta dal Cts, può essere annoverata come una concessione fatta a Salvini dopo lo strappo dei giorni scorsi. I ministri della Lega ieri hanno partecipato al Consiglio dei ministri e hanno sentito Draghi spiegare che la riapertura delle discoteche e l’ampliamento delle capienze di teatri e cinema «è merito del Green pass». Ovvero della misura avversata dal segretario della Lega sino a qualche giorno fa. 
Prima di ricevere Salvini, a margine della conferenza stampa su istruzione e Pnrr, Draghi era tornato a ribadire la linea dell’esecutivo: «Ho già detto che il governo non segue il calendario elettorale, lo ribadisco oggi. È il momento - ha poi aggiunto - di chiudere e i tempi iniziano a essere corti. C’è un numero rilevante di provvedimenti da approvare entro l’anno, abbiamo sempre mantenuto gli impegni e non vogliamo smettere ora».

Video

La resa


Nessuna intenzione di perdere tempo anche perché, a guardare il cronoprogramma del governo, delle 51 scadenze fissate per fine anno sul fronte delle riforme, ne sono state concluse una dozzina. Il lavoro da fare per centrare gli obiettivi promessi a Bruxelles, è ancora molto, ed è per questo che Draghi ha confermato l’intenzione di voler tenere due consigli dei ministri a settimana. «Il rispetto degli impegni è determinante per l’assegnazione dei fondi europei», spiega il presidente del Consiglio dopo la cabina di regia a palazzo Chigi sull’istruzione all’interno del Pnrr. «Ogni cabina di regia consente di fare il punto sull’attuazione dei singoli progetti di investimento e di individuare gli ostacoli che possono presentarsi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA