Riaperture, Salvini da Draghi: «Su Arcuri il giudizio lo darà la storia»

Riaperture, Salvini da Draghi: «Su Arcuri il giudizio lo darà la storia»
Riaperture, Salvini da Draghi: «Su Arcuri il giudizio lo darà la storia»
di Francesco Malfetano
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Martedì 23 Febbraio 2021, 12:59 - Ultimo aggiornamento: 14:28

Riaperture, misure mirate e piano vaccinale. Sono i tre temi cardine toccati da Mario Draghi nel suo colloquio di stamane con il leader leghista Matteo Salvini. In particolare il segretario del carroccio ha continuato (per quanto in maniera più indiretta) il suo scontro con il commissario per l'Emergenza Domenico Arcuri. «Il giudizio su Arcuri lo darà la storia» ha spiegato ai cronisti all'uscita dal colloquio. 

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Vaccini

Quello dei vaccini d'altronde è un tema in rapido aggiornamento.

La novità è il tentativo di costruire una "sovranità" vaccinale, spostando la loro produzione nella Penisola. Una soluzione a cui sta lavorando - delegittimando forse lo stesso Arcuri - il neoministro dello Sviluppo Economico Gianfranco Giorgetti, che «avrà un incontro con le industrie farmaceutiche per pensare a una produzione italiana. Se si riescono a portare le industrie farmaceutiche a sostenere una produzione vaccinale italiana - non uso il termine sovranita' ma non dovere dipendere da altri - mi lascerebbe più tranquillo» ha infatti affermato Salvini, che ha affrontato la questione con Draghi. «Andremo avanti almeno per due anni perciò servono vaccini, dal momento in cui cominci ad avviare la produzione servono 4 mesi, se cominci a marzo vuol dire che per l'estate hai una produzione del vaccino fatta in Italia e quindi non dipendi da Bruxelles o dalla multinazionale x o y».

Non solo. Al centro dell'incontro tra il leghista e Draghi anche la questione delle nuove riaperture e degli interventi mirati in caso di esplosione dei contagi. «Noi siamo per la tutela della salute, ma con interventi mirati e in questo c'è sintonia con il presidente Draghi e son contento» ha detto Salvini. «Se c'è un problema in quella zona, in quella provincia, come ad esempio a Brescia, intervieni in provincia di Brescia, non è che fai il lockdown nazionale da Bolzano a Catania. Dunque chiusure mirate e un ritorno alla vita: se si può pranzare tranquilli, allora si può cenare tranquilli». Il leader del carroccio, alla stampa, ha inoltre chiarito di aver continuato a battere su alcuni interventi di «buon senso» come la riapertura dei ristoranti: «mi sembra palese,se sono sicuri a pranzo, allora lo sono anche a cena». Non solo, per Salvini bisogna discutere di tutte le attività: «E poi alcune realtà iper controllate come le palestre piuttosto che i teatri, allora perché no?»

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