Riaperture, misure mirate e piano vaccinale. Sono i tre temi cardine toccati da Mario Draghi nel suo colloquio di stamane con il leader leghista Matteo Salvini. In particolare il segretario del carroccio ha continuato (per quanto in maniera più indiretta) il suo scontro con il commissario per l'Emergenza Domenico Arcuri. «Il giudizio su Arcuri lo darà la storia» ha spiegato ai cronisti all'uscita dal colloquio.
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Vaccini
Quello dei vaccini d'altronde è un tema in rapido aggiornamento.
Non solo. Al centro dell'incontro tra il leghista e Draghi anche la questione delle nuove riaperture e degli interventi mirati in caso di esplosione dei contagi. «Noi siamo per la tutela della salute, ma con interventi mirati e in questo c'è sintonia con il presidente Draghi e son contento» ha detto Salvini. «Se c'è un problema in quella zona, in quella provincia, come ad esempio a Brescia, intervieni in provincia di Brescia, non è che fai il lockdown nazionale da Bolzano a Catania. Dunque chiusure mirate e un ritorno alla vita: se si può pranzare tranquilli, allora si può cenare tranquilli». Il leader del carroccio, alla stampa, ha inoltre chiarito di aver continuato a battere su alcuni interventi di «buon senso» come la riapertura dei ristoranti: «mi sembra palese,se sono sicuri a pranzo, allora lo sono anche a cena». Non solo, per Salvini bisogna discutere di tutte le attività: «E poi alcune realtà iper controllate come le palestre piuttosto che i teatri, allora perché no?»