Salvini cita Orwell contro il Dpcm: «Neanche in 1984». Il web si scatena: «Se solo avesse immaginato...»

Matteo Salvini contro il Dpcm: «Neanche in 1984». Il web: «Ma ha mai letto Orwell?»
Matteo Salvini contro il Dpcm: «Neanche in 1984». Il web: «Ma ha mai letto Orwell?»
4 Minuti di Lettura
Martedì 13 Ottobre 2020, 14:33 - Ultimo aggiornamento: 15:01

Matteo Salvini attacca il nuovo Dpcm e George Orwell finisce in tendenza su Twitter. Tutto per via di un tweet del senatore e leader della Lega, che aveva attaccato l'ipotesi di divieto (poi diventato ufficialmente una raccomandazione) di riunioni e feste private in casa con più di sei persone contemporaneamente.

Leggi anche > Nuovo Dpcm, dall'Ultima cena con i vigili all'app "Infami": social scatenati dopo i divieti per le feste private


«Non più di sei persone a casa di ciascuno... Perché sette porta sfortuna?» - il tweet di Matteo Salvini - «Togliamo la Polizia dalle strade e la trasformiamo in Psico-Polizia per controllare i condomini??? Neanche George Orwell sarebbe arrivato a tanto, siamo alla follia, rileggiamoci “1984”».

Matteo Salvini arriva a citare uno dei più celebri romanzi di Orwell, qualche giorno dopo il consigliere regionale del Lazio, ex M5S, Davide Barillari, che aveva scelto una citazione per sostenere le proprie tesi sulla presunta 'dittatura sanitaria': «All'infuori del lavoro tutto era vietato, camminare per strada, distrarsi, cantare, ballare, riunirsi...».
 


Quello che George Orwell immaginava in 1984 era un futuro distopico, all'interno di una rigida dittatura totalitaria, con regole assolute non basate su alcun stato di emergenza. Anche per questo Davide Barillari, già noto per uscite controverse, è stato criticato da diversi utenti su Twitter. Stessa sorte è toccata anche a Matteo Salvini, con gli utenti che si sono chiesti: «Ma ha davvero letto Orwell? O ha visto solo il film? E se lo ha letto, lo ha capito o lo sta distorcendo a suo piacimento?».


In molti, poi, hanno ricordato la posizione politica di George Orwell, socialista convinto che partecipò nelle fila repubblicane alla Guerra Civile spagnola e che divenne molto critico dello stalinismo dopo aver notato che gli esponenti comunisti avevano come priorità il predominio sugli anarchici rispetto alla vittoria del conflitto contro le forze guidate da Francisco Franco.


«Se Orwell avesse anche solo lontanamente immaginato che un giorno un Salvini avrebbe sfruttato il concetto di psicopolizia (peraltro stravolgendolo del tutto), non avrebbe più scritto mezza parola, manco per firmare» - scrive un utente - «Che poi che tenerezza che mi fa Orwell ogni volta che ci penso, condannato ad essere citato a cazzo da gente a cui in Spagna avrebbe sparato addosso con gusto».

Non mancano poi riferimenti ad eventi recenti che riguardano la Lega, come quello accaduto al Comune di Ferrara. «Salvini paragona le misure del governo a un romanzo di Orwell, ma intanto il suo partito a Ferrara propone un meccanismo di controllo del Comune sui libri acquistati dalle biblioteche. Gli converrà censurare quelli che raccontano dei roghi nazisti, allora...», si legge in un altro tweet.


C'è poi chi ricorda a Matteo Salvini un episodio risalente allo scorso gennaio, in piena campagna elettorale per le regionali in Emilia-Romagna: a Bologna, il senatore milanese, accompagnato da forze dell'ordine e cronisti, era andato a citofonare a casa di una famiglia che una residente accusava di spaccio. Ma anche quei casi in cui le forze dell'ordine e i vigili del fuoco erano intervenuti per rimuovere alcuni striscioni di dissenso sui balconi nei luoghi in cui si tenevano i comizi del leader della Lega.

© RIPRODUZIONE RISERVATA