Renzi apre la crisi di governo: «Conte un vulnus, nessun veto su di lui ma non è l'unico premier possibile. No al voto»

Renzi ritira le ministre: «Il Re è nudo, no veti su Conte ma non c'è solo lui»
Renzi ritira le ministre: «Il Re è nudo, no veti su Conte ma non c'è solo lui»
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Mercoledì 13 Gennaio 2021, 17:37 - Ultimo aggiornamento: 22:22

Renzi annuncia le dimissioni delle ministre Bellanova e Bonetti, oltre che del sottosegretario Scalfarotto, aprendo di fatto la crisi di governo. Il leader di Italia Viva però non chiude le porte a un nuovo patto di legislatura che passi dalle dimissioni di Conte e da una nuova fiducia a un Conte ter che sia sostenuto dalla stessa maggioranza, renziani compresi. 

«Un nuovo governo Conte? Non abbiamo veti su nessuno, né pregiudizi su alcuno.

Andare in Parlamento non è una concessione ma un elemento fondamentale. Se vorrà venire, ci troverà in Parlamento. A lui la scelta. Ma come non c'è alcun veto o pregiudizio da parte nostra, sia chiaro che sia per questa maggioranza che per una eventuale forma diversa non c'è un solo nome per palazzo Chigi. Chi dice 'o tizio o voto' è irresponsabile», spiega Renzi al termine di una conferenza stampa durata 70 minuti, in cui non ha risparmiato duri attacchi al premier, accusato di aver «violato le regole democratiche».

«È molto più difficile lasciare una poltrona che aggrapparsi allo status quo  - scandisce il leader di Italia Viva in diretta dalla Camera - Noi viviamo una grande crisi poltica, stiamo discutendo dei pericoli legati alla pandemia. Davanti a questa crisi il senso di responsabilità è quello di risolvere i problemi, non nasconderli», dice. «La crisi politica - prosegue - non è aperta da Italia Viva, è aperta da mesi». E a chi gli chiede se sia pensabile una crisi in piena pandemia risponde: «La democrazia o è sempre o non è». 

È stato creato «un vulnus nelle regole del gioco, delle regole democratiche. Il re è nudo - continua - Risolviamo i problemi. Pensare di risolvere con un tweet, post o su instagram è populismo. La politica richiede il rispetto delle liturgie della democrazia. Poiché c'è la pandemia occorre rispettare le regole democratiche». «Questo è il punto fondamentale: non giochiamo con le istituzioni, la democrazia non è un reality show dove si fanno le veline. Questo prevede la nostra costituzione che non è una storia su instagram».

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«Nell'affermare la fiducia incrollabile in Mattarella - continua - pensiamo si debbano affrontare i tre punti cardine che le ministre e il sottosegretario hanno posto a Conte».

«Abbiamo chiesto tre questioni al premier. Il primo è di metodo: non consentiremo a nessuno di avere pieni poteri, abbiamo fatto un governo per non darli a Salvini», sottolinea, attaccando «l'utilizzo in modo ridondante delle dirette tv, quello discutibile della delega ai servizi». «Se c'è un'apertura politica vera, si misura in Parlamento non in un angolo di una piazza. Abbiamo fatto i tavoli politici, se vuoi fare un'apertura vera la fai sui contenuti».

«Sul Recovery passi importanti - riconosce - Ma resta un grande problema, perché non si prende il Mes? Mes vuol dire più fondi per la sanità, non prenderli per un motivo indeologico è inspiegabile, irresponsabile». Quindi Renzi ribadisce quanto promesso ieri: «Voteremo a favore dello scostamento di bilancio, delle misure sul Covid e del decreto Ristori. Siamo pronti a dare una mano, a parlare di tutto con tutti, senza ideologia. Non siamo irresponsabili».

Cosa accadrà adesso?

Lo sbocco della crisi? «Tocca al presidente del Consiglio, noi siamo pronti a discutere di tutto .Non abbiamo nessuna pregiudiziale né su formule né su nomi», dice Renzi. «Siamo pronti a tutti i tipi di discussione a patto che sia all'interno di perimetro di maggioranza - sottolinea - siamo pronti a un governo istituzionale con questa maggioranza e siamo pronti ad andare all'opposizione». Quello che Renzi esclude è un ribaltone: «Non c'è ipotesi di un nostro governo che ribalti e si butti con un accordo sulla destra. Non abbiamo mai fatto un governo con Salvini e non è questo il momento per iniziare». Il leader di Italia Viva non crede, inoltre, alle elezioni anticipate: «Non si vota, si vota nel 2023», dice.

E l'ipotesi responsabili? Lo scenario di una truppa di senatori in grado di garantire a Conte una maggioranza pur con l'uscita dei 18 senatori di Italia Viva sembra sfumata dopo le parole di Conte («Avanti solo tutti insieme»). «Per quello che noi sappiamo - dice Renzi - se c'è un progetto per un programma di fine legislatura, noi ci siamo. Se il tema è se si formano i gruppi di responsabili, fai pure presidente. A me non risulta ci siano alcuni dei nostri ma non grido allo scandalo, penso sia un'occasione persa». «Se hanno i responsabili, buon lavoro. Li hanno cercati? Sì. Secondo me non li hanno trovati. Non è detto che non li trovino domani. Ma se si vuole andare a un governo che si appoggia sui responsabili per noi è del tutto legittimo, non c'è alcun problema. Rivendichiamo la libertà di non farne parte. Non nel nostro nome».

«Si parla di crisi e non si agisce. Ora penso che i costruttori possano davvero entrare in campo: con questa maggioranza? Con i responsabili, se ce li hanno? L'importante è dare risposte», dice Teresa Bellanova prendendo la parola dopo Renzi. «Non c'è un programma per governare fino a fine legislatura. Un governo non si tiene in piedi perché fa il dpcm. Quello è l'emergenza, ma durante l'emergenza oltre a fare un decreto ristori, devi porti il problema della crisi, che esiste. In questo Paese stanno aumentando le diseguaglianze. Puoi continuare ad avere risorse e opere e non avere i commissari? Noi la legge di bilancio abbiamo contribuito a scriverla ma assumiamo la responsabilità con il Paese, ma se il presidente del Consiglio neanche si presenta in Aula...». «Io come capo delegazione fino a questo momento non ho avuto una telefonata o un segnale per dire: abbiamo capito».

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