Cannabis, referendum bocciato dalla Consulta: «Includeva droghe pesanti»

La motivazione dei giudici costituzionali: «Si sarebbero violati obblighi internazionali»

Cannabis, la Consulta boccia il referendum: «Includeva droghe pesanti»
Cannabis, la Consulta boccia il referendum: «Includeva droghe pesanti»
di Giuseppe Scarpa
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Giovedì 17 Febbraio 2022, 00:30 - Ultimo aggiornamento: 10:35

«Abbiamo dichiarato inammissibile il referendum sulle sostanze stupefacenti, non sulla cannabis. Il quesito è articolato in tre sotto quesiti ed il primo prevede che scompare tra le attività penalmente punite la coltivazione delle sostanze stupefacenti di cui alle tabelle 1 e 3, che non includono neppure la cannabis ma includono il papavero, la coca, le cosiddette droghe pesanti. Già questo sarebbe sufficiente a farci violare obblighi internazionali». Pochi dubbi per il presidente della Consulta Giuliano Amato. La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum sulla depenalizzazione della coltivazione della cannabis. 

LE REAZIONI

Decisione che ha suscitato diverse reazioni.

Marco Cappato il tesoriere dell’Associazione Coscioni attacca: «Non sono stati nemmeno in grado di connettere correttamente i commi della legge sulle droghe. Un errore materiale che cancella il referendum». E assicura: «Non è stato letto correttamente il combinato disposto degli articoli che invece secondo noi riguarda la cannabis». Il mondo politico, ovviamente, si divide. La destra esulta. Secondo Giorgia Meloni «la bocciatura del quesito è una vittoria», per Maurizio Gasparri (Fi) «è stato sconfitto il partito della droga. Posizione differente per il Movimento 5 Stelle: «Dispiace prendere atto del fatto che due questioni, che evidentemente scuotono le sensibilità dei singoli cittadini, forse anche più dei quesiti sulla giustizia, non siano state ammesse al voto referendario», afferma la ministra alle Politiche Giovanili Fabiana Dadone. «E ora dopo l’eutanasia - attacca Nicola Fratoianni, il leader di SI - anche la Cannabis». «Il contrasto con le normative internazionali non si comprende, ci sono Paesi che aderiscono a quei trattati e che hanno legalizzato, pensiamo al Canada» dice Riccardo Magi, deputato e presidente di Più Europa. «La Corte costituzionale ha respinto la richiesta posta dal Comitato Promotore Referendum Cannabis. Le motivazioni addotte dal Presidente Amato e le modalità scelte per la comunicazione, sono intollerabili» afferma il presidente del Comitato Referendum Cannabis Marco Perduca.

LA CANNABIS NEL MONDO 

Sta di fatto che le leggi in materia sono diversissime da Paese a Paese. In alcuni Stati è illegale, in altri è illegale ma tollerata, qualcuno ne consente l’uso per motivi terapeutici o per uso ricreativo. Nel mondo la mappa delle norme sulla marijuana è a macchia di leopardo. È stato l’Uruguay il primo al mondo a legalizzarne la coltivazione e la vendita, rendendola monopolio di Stato: ogni maggiorenne può coltivare, acquistare e consumare, ma deve essere iscritto in un apposito albo. In Corea del Nord invece l’uso è libero: non è considerata una droga. Negli Stati Uniti a metà degli anni ‘90 partì dalla California il movimento di legalizzazione a scopo terapeutico. Solo nel 2012 in Colorado e nello Stato di Washington ci fu il referendum per il consumo legale pure a scopi ricreativi. Nel 2014 seguirono Alaska, Oregon e Washington D.C.

Poi, nel 2016 la California, il Massachussetts, il Maine, seguiti più tardi dal Vermont. Nel 2018 il Canada ha reso legale vendita e consumo a scopo ricreativo, consentendo la coltivazione fino a 4 piante. Il Cile dal 2014 la consente sia a scopo terapeutico che ricreativo; l’Argentina permette esclusivamente il possesso fino a 5 grammi di inflorescenze essiccate per uso privato mentre è legale quella per uso terapeutico. In Messico la cannabis è illegale per uso ricreativo (ma depenalizzato l’uso personale) mentre è consentita a scopi terapeutici con limiti di Thc. In Giamaica permessi il possesso fino a 56 grammi e la produzione (massimo 5 piante), ma nei luoghi di culto non ci sono limiti.

In Europa la situazione è diversa nei vari Paesi: a ottobre il Lussemburgo è diventato il primo Paese ad annunciare la legalizzazione della produzione e del consumo di marijuana. Malta è diventato pienamente legale l’uso ricreativo della cannabis per i maggiorenni. In Austria è legale per usi terapeutici. In Germania è stato depenalizzato il possesso entro i 10 grammi. 

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