Recovery Fund, mossa dei governatori del Mezzogiorno: battaglia decisiva, adesso un fronte comune

Recovery Fund, mossa dei governatori del Mezzogiorno: battaglia decisiva, adesso un fronte comune
Recovery Fund, mossa dei governatori del Mezzogiorno: battaglia decisiva, adesso un fronte comune
di Mauro Evangelisti
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Mercoledì 29 Luglio 2020, 08:49 - Ultimo aggiornamento: 08:50

Da Emiliano in Puglia a Marsilio in Abruzzo per restare sull'Adriatico, da De Luca in Campania a Solinas in Sardegna per spostarsi a Ovest, fino a Musumeci in Sicilia. Nelle regioni del Sud il fronte è comune, è forte la pressione perché le risorse in arrivo con il Recovery Fund vadano a colmare il divario infrastrutturale con il Nord. Dalla Sicilia, il presidente Nello Musumeci, fa questa sintesi: «Abbiamo bisogno di risorse da spendere subito, con procedure celeri e per obiettivi concreti. La programmazione è già pronta».

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SCELTE
La spinta è bipartisan. Vincenzo De Luca, governatore della Campania, lo ha detto con i toni forti che ha sempre amato, riferendosi al Mes ma con un principio di fondo che vale anche per il Recovery Fund: «Per dieci anni la Campania è stata penalizzata, al di là di ogni decenza istituzionale e di ogni ragionevolezza. Sarebbe uno scandalo non tollerabile, perseverare con criteri da rapina verso il Sud e la Campania perfino per l'assegnazione di risorse aggiuntive e straordinarie». Dall'Abruzzo il presidente Marco Marsilio sviluppa un ragionamento più articolato: «Noi, in fondo, siamo il Nord del Sud. E guardiamo con molta attenzione alla ridistribuzione di quanto arriverà con il Recovery Fund. Sarebbe sbagliato ricorrere al criterio del numero di abitanti, in base al quale al Sud sarebbero destinato solo il 34% delle risorse. E così si commetterebbe un doppio errore: non si farebbe nulla per colmare il divario tra i due pezzi d'Italia; si penalizzerebbero le zone scarsamente popolate. Noi faremo molta attenzione a come saranno ridistribuite queste risorse, si tratta di un passaggio fondamentale. E non penso solo alla distribuzione tra le aree del Paese, ma anche all'interno delle regioni del centro-sud». La quota ottenuta dall'Italia sul tavolo europeo, 209 miliardi, può rappresentare una spinta fondamentale per i prossimi anni. E da Sud, il governatore della Puglia, Michele Emiliano, ha salutato con soddisfazione il risultato raggiunto dall'Italia: «Ora occorre rimboccarsi le maniche e predisporre un piano di investimenti in grado di affrontare le due priorità più importanti del nostro Paese: eliminare i nodi strutturali che ostacolano la crescita, e ridurre drasticamente i divari interni di sviluppo». Proprio a Bari, l'altro giorno, il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, ha citato uno dei settori su cui esiste la necessità di ridimensionare le differenze tra le varie parti d'Italia: «Le regioni del Sud, che non hanno l'Alta velocità, sono unite e hanno il dovere di garantire ai propri cittadini gli stessi diritti delle altre regioni».

DIVARIO
Ecco, il nodo è anche quello, ripetuto da più parti al Sud: ridurre i divari. Per questo anche Emiliano è tra coloro che stanno guardando con attenzione al problema delle scelte che andranno fatte sull'uso dei fondi. Un tema, spostandosi nelle Isole, che, dicono i suoi collaboratori, è nei radar anche del governatore della Sardegna, Christian Solinas, che già punta sul riconoscimento dell'insularità come condizione di svantaggio e su questo ha già avviato una trattativa, con il Governo, già prima che iniziasse l'emergenza Covid.
 

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