Rai a Milano, spese pazze: raddoppia il costo d’affitto degli ex padiglioni della Fiera

Rai a Milano, spese pazze: raddoppia il costo d affitto degli ex padiglioni della Fiera
Rai a Milano, spese pazze: raddoppia il costo d’affitto degli ex padiglioni della Fiera
di Francesco Pacifico
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Lunedì 14 Giugno 2021, 00:25 - Ultimo aggiornamento: 07:02

Della Rai di Milano al Portello si parla da quasi vent’anni, ma soltanto negli ultimi mesi ci si è accorti di un problema (tecnico) che potrebbe mettere in discussione il progetto della Saxa Rubra padana. E che spingerà il prossimo cda ad aggiornare il piano di fattibilità lasciato in eredità dal precedente. I padiglioni del Portello che un tempo ospitavano manifestazioni fieristiche e dove si vogliono trasferire maestranze e macchinari, saranno anche giganteschi e costruiti con ottimi materiali, ma al loro interno sono collocati piloni in cemento armato, che non si possono spostare, con il risultato che i futuri studi rischiano di essere molto più piccoli del dovuto.

Una questione non da poco, se - come ha ribadito ieri Letizia Moratti, vicepresidente della Regione Lombardia e già presidente della Tv di Stato - l’obiettivo della politica del Nord è creare a Milano un centro di produzione in grado di spostare canali e trasmissioni dalle storiche sedi romane di via Teulada o della Dear. Raccontano dai vertici della Rai: «Quei piloni non si possono tagliare o spostare. Quindi c’è il rischio che le telecamere finiscano per inquadrare anche quelle gigantesche colonne... E non sarebbe il massimo». Così, si deve fare di necessità virtù. «L’unica soluzione, se si vuole andare avanti, è quello di affittare più spazi nei capannoni della Fiera per allestire degli studi televisivi adeguati alle esigenze della Tv di Stato. Ma così rischia di aumentare anche il canone di affitto annuo». Che stando al piano di fattibilità è di 5 milioni di euro all’anno e che, con la necessità di nuove metrature, rischia di raddoppiare.


LO STRAPPO
Nell’ultima riunione il consiglio di amministrazione uscente, su spinta del presidente Marcello Foa indicato dalla Lega, ha approvato una delibera per trasferire personale e studi delle due sedi milanesi (corso Sempione e via Mecenate) negli ex padiglioni 1 e 2 della Fiera di Milano al Portello. Come detto, alla voce sul canone d’affitto previsto, si legge una spesa complessiva di 135 milioni di euro fino al 2052, prendendo però soltanto la metà dei due capannoni di proprietà della Fondazione Fiera Milano, che costruiti nel 1997 sono stati sotto utilizzati, anche perché dal 2005 le esposizioni si tengono nel polo di Rho Fiera.

Nel piano non vengono nascosti i costi molto alti e non si chiarisce il futuro perimetro produttivo della Tv di Stato. Elementi che hanno spinto il collegio sindacale a imporre a Foa & Co di lasciare l’ultima parola ai loro successori.

Ma vista la necessità di superare il nodo dei piloni, l’azienda controllata dal Mef rischia di dover affittare gli oltre 40mila metri quadri dei Padiglioni 1 e 2, anche per costruire studios più grandi e sfruttare meglio l’altezza garantita dalla campata: 25 metri verso l’alto. E più metri quadri vuole dire più costi: l’affitto, certo, ma anche gli investimenti per riadattare i locali e - pur mantenendo la destinazione attuale di utilità pubblica - gli oneri urbanistici, in caso di modifiche.


TENSIONI
Intanto, ieri, Letizia Moratti ha riaperto lo scontro politico sul futuro della Rai padana a scapito di quella romana: bisogna «dare spazio alla creatività di Milano» e sotto la Madunina c’è una vocazione naturale per gli «approfondimenti giornalistici» e per «l’innovazione». Già nelle scorse settimane, trasversalmente, la politica romana (il governatore Nicola Zingaretti, la sindaca Virginia Raggi, passando per leader nazionali come Giorgia Meloni e Antonio Tajani) aveva alzato le barricate. Ieri, le uscite della vicepresidente della Lombardia non sarebbero piaciute neppure alla Lega, anche perché impegnata in questi giorni nella campagna elettorale per le amministrative nella Capitale.


Ma quella del Portello non sembra l’unica tegola per Marcello Foa e l’amministratore delegato, Fabrizio Salini. Il consigliere Riccardo Laganà, appena riconfermato dai dipendenti della Rai, si appresta a scrivere con altri colleghi al presidente e all’Ad uscenti, chiedendo loro lumi sul progetto di riqualificazione di viale Mazzini, che va bonificata dall’amianto. Per questa struttura era pronto un piano da 40 milioni e da realizzare in almeno 4 anni, che gli attuali vertici hanno fermato lo scorso anno, dopo lo scoppio della pandemia e che - pare - non si voglia far ripartire, in attesa di capire come lo smart working modificherà le abitudini lavorative delle maestranze Rai. Laganà non vuole soltanto che sia rilanciato il progetto, ma chiede a Foa e a Salini di inserirlo tra le “consegne” al prossimo cda.
 

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