Rai, colpo di coda del cda: investimenti solo a Milano, il rischio è che venga penalizzata Roma

Rai, colpo di coda del cda: investimenti solo a Milano
Rai, colpo di coda del cda: investimenti solo a Milano
di Francesco Malfetano
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Sabato 29 Maggio 2021, 07:25 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 11:53

La Rai preferisce Milano. O almeno lo fa il consiglio d'amministrazione uscente che, nel suo ultimo incontro non destinato a mere questioni burocratiche, ha approvato il progetto per traslocare il centro di produzione meneghino lontano da via Mecenate. Un intervento inderogabile dicono - ed è abbastanza evidente a guardare le condizioni fatiscenti della struttura attuale - che però fa nascere qualche dubbio.

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I DUBBI
In primis per una questione di tempi. La decisione presa all'unanimità da parte del cda - guidato non a caso dal presidente in quota Lega Marcello Foa - è arrivata in extremis. Cioè quando manca poco più di un mese alla scadenza del Consiglio ma riguarda un edificio il cui contratto d'affitto scade nel 2024. «Forse è inopportuno legare le mani al prossimo Cda» rimarca una fonte interna all'azienda che avanza motivazioni politiche, «anche se il progetto non è ancora definitivo o vincolante, spinge evidentemente Milano in una nuova dimensione a livello tecnologico rispetto agli altri centri di produzione, come quello di Saxa Rubra a Roma».


E qui siamo al secondo dubbio. Nel senso che se l'intervento a Milano - per cui la sede individuata con tanto di studio di fattibilità è nel quartiere Portello - può anche essere considerato legittimo in termini di necessità, va detto che ci sono investimenti altrettanto urgenti da portare a compimento nei centri di produzione di Roma, Napoli o Torino. «Il palazzo di Viale Mazzini - spiega un dipendente dell'azienda - è pieno di amianto ed è noto a chiunque lo frequenti che si allaga al minimo accenno di pioggia. Di questo nessuno si è mai occupato». Evidentemente si è scelto di investire su altro.
Il punto però è che nel corso dell'ultimo triennio il Cda ha deciso di «concentrare le proprie energie interamente su Milano» spiega ancora la nostra fonte, vicinissima ai vertici dell'azienda.

Quasi che l'intenzione di questo mandato fosse stata quella di «centralizzare la gestione delle produzioni tv in Lombardia». Ovvero fare in modo che i programmi televisivi più importanti inizino ad andare in onda sempre più spesso da Milano. Come? Creando squilibrio in termini di qualità. «Avendo studi più avanzati ed efficienti molte produzioni preferiranno Milano a Roma».

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LA CAPITALE
Un vero peccato. Non solo perché la Capitale è un set cinematografico a cielo aperto, ma anche perché proprio da Roma sono già andate via la sezione news di Mediaset e quella di Sky.
Eppure il Lazio è senza dubbio leader in Italia nel settore della produzione tv, per fatturato, numero di imprese e di addetti. Nella Regione, ma principalmente nella Capitale, sono infatti attive il 33% delle aziende italiane del settore, con quasi 75 mila addetti (diretti e indiretti) impiegati. Considerando che secondo i dati del Centro Studi Confindustria contenuti nel Rapporto Anica (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive Multimediali) in Italia l'intero comparto genera un giro d'affari che supera i 4 miliardi di euro, nella sola Roma il mercato dei contenuti per cinema e tv vale quasi un miliardo e mezzo. Una evidente centralità a cui senza dubbio contribuisce anche la forte presenza della Rai nella Capitale.

 

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