Medici sino a 70 anni e specializzandi in corsia: Patto per la Salute da due miliardi

Medici in corsia sino a 70 anni, due miliardi con il Patto per la Salute
Medici in corsia sino a 70 anni, due miliardi con il Patto per la Salute
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Mercoledì 18 Dicembre 2019, 15:23 - Ultimo aggiornamento: 19 Dicembre, 07:24

Più risorse per la sanità, specializzandi in corsia, possibilità per i medici di rimanere al lavoro fino ai 70 anni, ma anche sei mesi di tempo per la revisione delle procedure sui commissariamenti, che tenderanno sempre più a essere una extrema ratio. È l'«ampia intesa» trovata sul Patto della Salute 2019-2021, firmato oggi dopo una lunga trattativa tra il Governo e le Regioni. E il punto di caduta sembra quello giusto: «Governo e Regioni insieme a difesa del diritto alla salute - twitta infatti il ministro Roberto Speranza - Ora è più forte il nostro Servizio sanitario nazionale». 

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Per il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini «finisce la stagione dei tagli»: il Patto, anzi, «sancisce il notevole incremento delle risorse destinate alla Sanità». Due miliardi già a partire dal prossimo anno, 3,5 con l'anno successivo, a cui si aggiunge quanto previsto dal Bilancio con un incremento, dopo i 4 miliardi già previsti per il 2019, di 2 miliardi per gli investimenti per l'edilizia sanitaria e l'aumento di 1,5 miliardi di quelli per l'ammodernamento tecnologico. Nell'accordo sono rientrate anche due misure fortemente richieste dalle Regioni, ha spiegato l'assessore laziale Alessio D'Amato, entrambe legate al personale: l'impiego degli specializzandi già dal terzo anno nelle strutture sanitarie, ma anche la possibilità su base volontaria per i medici di rimanere in attività anche oltre i 40 anni di servizio e fino a 70 anni d'età. 

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Nel Patto è inoltre prevista la revisione dei meccanismi e degli strumenti relativi ai piani di rientro e ai commissariamenti. «È stata inserita su richiesta della Regione Molise - ha spiegato il presidente Donato Toma - ma condivisa da tutte le altre, la revisione delle procedure entro i prossimi 180 giorni anche alla luce delle disposizioni della Consulta», che si era pronunciata contro l'incompatibilità tra le figure di governatore e di commissario ad acta. Commissariamento che, si legge nel testo, «costituisce un rimedio ultimo dettato da circostanze eccezionali»: dall'anno prossimo il Comitato dei Lea (i Livelli essenziali d'assistenza) effettuerà ogni anno un monitoraggio, e in caso di «gravi criticità in almeno due macro-livelli di assistenza», detta il Patto, il Comitato inviterà la Regione entro trenta giorni a presentare un piano di risoluzione ("Intervento di potenziamento dei Lea") «nell'ambito della sostenibilità economica del Servizio sanitario regionale interessato». 


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Nel Patto è prevista inoltre, spiega ancora Bonaccini, la rimodulazione «nella direzione di una maggiore flessibilità» del tetto di spesa del personale dal 5% al 10%, valutando la possibilità di un ulteriore innalzamento al 15%, e quella del tetto relativo agli acquisti di prestazioni dai privati accreditati. Prevista inoltre la revisione del decreto 70/2015 che fissava gli standard per l'assistenza ospedaliera. Tutti «strumenti importanti» secondo il coordinatore nazionale della commissione Salute Luigi Genesio Icardi. Scettici invece i 'camici bianchì dello Smi, il Sindacato medici italiani: per il segretario generale Pina Onotri è un provvedimento «con luci e ombre, in cui ci sono poche risorse per i rinnovi contrattuali dei medici di famiglia». Il giudizio dei presidenti di Regione è però positivo: soddisfatto il governatore della Sardegna Christian Solinas («le nostre richieste più importanti sono state recepite») e quello del Veneto Luca Zaia («in questo documento c'è molto della nostra Regione»). «Per la sanità nuove assunzioni, investimenti, servizi migliori. Apriamo una nuova stagione di giustizia sociale» sintetizza il presidente del Lazio, e segretario del Pd, Nicola Zingaretti.

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