Open Arms, sospetti sull'asse Renzi-Lega-FI. Conte e il Pd: Italia viva chiarisca

Open Arms, sospetti sull'asse Renzi-Lega-FI. Conte e il Pd: Italia viva chiarisca
di Marco Conti
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 27 Maggio 2020, 06:56 - Ultimo aggiornamento: 09:29

ROMA Mentre Luca Palamara, il magistrato al centro dell'inchiesta che ha terremotato prima il Csm e poi l'Anm, cita Dante, i partiti si posizionano in vista dell'ennesimo tentativo di riformare la giustizia. E lo fanno sfruttando il voto al Senato sul processo a Salvini per la vicenda dell'Open Arms. La Commissione presieduta da Maurizio Gasparri vota no alla richiesta di processare Salvini, e ora il giudizio toccherà all'aula del Senato dove per salvare il leader del Carroccio dal processo serviranno 161 voti.

Open Arms, la senatrice M5S Riccardi che ha votato no: «Minacce di Crimi? Pressioni...»
Open Arms, Salvini: «La Giunta ha stabilito che ho fatto il mio dovere»

I PROBIVIRI
Nel frattempo c'è da fare i conti con l'astensione in giunta dei tre senatori di Italia Viva e due grillini che votano con il centrodestra. Più precisamente si tratta di un ex 5S come Giarrusso, e della grillina Riccardi che vota contro avvertendo prima il reggente del Movimento Crimi che - approfittando forse della disattenzione di alcune toghe - non si arrabbia. Anzi, ricambia la gentilezza dicendo che la senatrice non verrà deferita ai probiviri. Anche se i renziani Ettore Rosato e Gennaro Migliore si danno da fare per spiegare che il risultato in Giunta di 13 a 7 dimostra «che Iv non ha salvato il leader della Lega, il Pd accusa il colpo e attacca l'alleato che ancora una volta si è messo in posizione di attesa, pronto a far pesare i diciassette senatori che i renziani hanno a palazzo Madama. Un problema in più per Giuseppe Conte che tra un mesetto si troverà costretto anche ad affrontare il rischio che un pezzo della sua maggioranza possa andare altrove. Ed è per questo che il premier chiede a Renzi un «chiarimento» su quanto avvenuto ieri in Senato. I renziani ripropongono lo schema già collaudato in occasione della mozione di sfiducia a Bonafede, costringendo Conte a nuovi e concreti riconoscimenti.

Tatticismi a parte, l'appuntamento per capire cosa intende proporre il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede è invece per oggi pomeriggio. I responsabili, in materia, dei partiti di maggioranza si attendono dal ministro un'accelerazione, visto che per ora l'unico intervento sul sistema è stata la cancellazione della prescrizione e la possibilità di inserire un trojan nei telefonini di chiunque. Sul resto, ovvero sulle riforme complessive, è da tempo buio pesto, anche se dem e grillini sostengono che non ci sono distanze insanabili dimenticandosi lo scontro che ci fu qualche settimana prima della pandemia sui tentativi di modifica della prescrizione. Il problema sarà capire da che parte si intende iniziare. Sulla necessità di riformare il Csm sono ormai tutti d'accordo e pronti a sfruttare la momentanea difficoltà delle toghe ancora alle prese con un selvaggio scontro interno.
 



LA SPADA
Se si considera che lo scandalo-Palamara, che ha svelato aberranti logiche correntizie, risale ad un anno fa si capisce perché nessuno si fa ora illusioni sul tentativo in atto. Limitarsi ad un po' di maquillage, ovvero alla sola riforma dei meccanismi di elezione del Consiglio Superiore della Magistratura, può sembrare riduttivo, senza contare che, procedendo con legge ordinaria, si potrebbe arrivare in tempi brevi ad una delegittimazione dell'attuale Csm, che non piace al Pd. I dem, che oggi saranno rappresentati da Walter Verini, vorrebbero modifiche più sostanziali, anche sull'aspetto dei meccanismi disciplinari, che richiederanno interventi sulla carta costituzionale. Le proposte per riformare la legge elettorale di Palazzo dei Marescialli sono molte, anche se ieri FI e la Lega hanno fatto proprio un vecchio cavallo di battaglia dei ministro Bonafede: il sorteggio. Un'idea che il Guardasigilli aveva messo da parte per l'opposizione del Pd, ma che potrebbe tornare ad aprire il dibattito dentro il Movimento.
Con l'Anm a pezzi e le correnti che continuano a darsele di santa ragione, il momento sembra però per alcuni propizio per un tentativo di intervento anche più ampio. Ci prova Forza Italia che con Enrico Costa si prepara a presentare in aula un testo per la separazione delle carriere frutto della raccolta di firme delle camere penali, dove Iv potrebbe di nuovo inserirsi. Magari per scambiarlo con una nuova riforma della prescrizione.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA