Nuovo Dpcm, spostamenti e visite vietati per un altro mese. «Si riapre a Pasqua»

Nuovo Dpcm, spostamenti e visite vietati un altro mese. «Si riapre a Pasqua»
Nuovo Dpcm, spostamenti e visite vietati un altro mese. «Si riapre a Pasqua»
di Marco Conti
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Lunedì 22 Febbraio 2021, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 11:38

Per ora si proroga il divieto di spostamento tra regioni che scade giovedì e che il Consiglio dei ministri di questa mattina dovrebbe allungare di trenta giorni, «in modo da arrivare a riaperture a ridosso delle vacanze pasquali che potrebbero rappresentare una boccata d’ossigeno per gli operatori turistici». Un allentamento, a prova di ripensamenti, che però avverrà tra più di un mese anche se con il nuovo governo si avverte un tentativo di cambio di passo e l’intenzione di evitare le drammatizzazioni e gli allarmismi dei mesi scorsi. 

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LE TESTE
Alla riunione a distanza, con i presidenti di regione, guidati da Stefano Bonaccini e i sindaci rappresentati dal presidente dell’Anci Antonio Decaro, ieri sera erano collegati i ministri della Salute Roberto Speranza e degli Affari Regionali Mariastella Gelmini.

Al debutto, la ministra ha assicurato l’impegno del governo a coinvolgere gli amministratori locale nel «processo decisionale che dovrà essere tempestivo ma non potrà calare sulle vostre teste».

Gli amministratori locali arrivano agguerriti alla prima riunione con il nuovo governo. L’attenzione non è rivolta al decreto che verrà licenziato oggi - sembra ormai tramontata la stagione dei dpcm - ma a quello che il governo dovrà fare il 5 marzo e che potrebbe contenere novità sul sistema dei colori, sulle tipologie di attività che possono essere chiuse o aperte e sulla campagna vaccinale. Il vecchio dpcm che divide l’Italia in zone scade infatti il 5 marzo, ma già ieri sera i presidenti di regione si sono fatti sentire e hanno respinto l’idea di un’unica zona arancione trovando una sponda non da poco nella ministra Gelmini da sempre sensibile non solo all’emergenza sanitaria, ma anche a quella economica. 

Il ministro della Salute è soddisfatto per la proroga del blocco di spostamenti tra regioni, che salva comunque gli spostamenti tra piccoli Comuni e la regola, per ora valida fino al 5 marzo, che consente di spostarsi verso un’altra abitazione privata massimo in due persone, con i figli minori di 14 anni. Speranza è però preoccupato per la forte circolazione della variante inglese che «entro un mese» potrebbe soppiantare in Europa il virus conosciuto giusto un anno fa, e non esclude ulteriori restrizioni. 

Ma i presidenti di Regione sono sul piede di guerra e avanzano una serie di proposte che oggi la ministra Gelmini porterà sul tavolo del Consiglio. «Avevamo chiesto al governo un cambio di passo nella gestione dell’epidemia e dall’incontro di stasera arriva un segnale positivo», è il commento del presidente della Regione Emilia Romagna, il dem Bonaccini. Tra le richieste delle Regioni anche quella di inserire nella cabina di regia politica i ministri economici in modo da avere una contemporaneità tra restrizioni e ristori. Tempestività, ma anche un preavviso congruo nelle decisioni in modo da evitare ciò che è accaduto di recente con gli impianti di sci. E’ per questo che il monitoraggio potrebbe avvenire a inizio settimana e non venerdì per far arrivare la decisione delle zone troppo a ridosso del week end.

LA DISTANZA
Il premier Draghi, che il giorno prima ha fatto un giro con i ministri per capire quanto è stato fatto sinora, prima di metter mano ad un nuovo provvedimento intende verificare con Bruxelles tempi e quantità di vaccini. Probabilmente già oggi il presidente del Consiglio avrà una conversazione telefonica con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen anche in vista del consiglio Europeo che si terrà a distanza nel fine settimana e che ha al primo punto proprio la questione vaccinale. «Stiamo andando troppo lenti, ma mancano le dosi», ha spiegato Bonaccini, che ieri sera ha messo da parte l’idea di un’Italia tutta arancione. Nel documento si legge che «si ritiene indispensabile procedere ad una revisione dei parametri e alla contestuale revisione del sistema delle zone nel senso della semplificazione». Così come si legge la voglia dei presidenti di regione di poter riaprire i ristoranti anche dopo le sei della sera nelle regioni che la diffusione della pandemia concede.

«È stata una riunione preparatoria a quello che dovrà essere il nuovo Dpcm che dovrà essere fatto entro il 5 marzo. Personalmente, ho chiesto che ci siano linee chiare, parametri chiari, e che soprattutto ci sia un riferimento scientifico unico a livello nazionale», Luca Zaia, presidente del Veneto, racconta così l’incontro nel quale ha esplicitamente chiesto al ministro Speranza di far parlare il Comitato Tecnico scientifico «con una voce sola» e «preferibilmente con il governo». Come dire, basta con i virologi del Cts in tv e sui media.
 

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