Lombardia, Piemonte e Campania zona rossa fino a Pasqua, Lazio e Toscana verso l'arancione. Veneto in bilico

Lombardia e Campania zona rossa fino a Pasqua, Lazio e Toscana verso l'arancione. Veneto in bilico
Lombardia e Campania zona rossa fino a Pasqua, Lazio e Toscana verso l'arancione. Veneto in bilico
di Stefania Piras
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Giovedì 25 Marzo 2021, 15:28 - Ultimo aggiornamento: 26 Marzo, 09:08

Domani, giorno di monitoraggio dell'Iss e, quindi, la mappa dei colori delle regioni è destinata a cambiare. Al Lazio sarà probabilmente assegnata la zona arancione, stessa classificazione per la Toscana, mentre la Lombardia e il Piemonte quasi sicuramente resteranno in zona rossa. Il Veneto è ancora in bilico ma punta all'arancione. È quanto potrebbe emergere dal report settimanale della cabina di regia sulla base dei dati del report dell'Isitutto Superiore di Sanità, che sarà appunto ufficializzato domani. 

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Qualcosa ci dicono già i bollettini Covid regionali rilasciati oggi. 

La Lombardia continua a registrare il numero più alto di nuovi casi positivi (5.046) e il tasso di positività risulta in crescita all'8,4% (ieri 7.1%). Pur essendosi attenuata la pressione nei reparti ospedalieri nella giornata di oggi (non ci sono nuovi posti letto occupati in terapia intensiva e sono calati anche quelli occupati negli altri reparti), i ricoveri sono ancora, inesorabilmente, sopra la soglia critica: segnale d'allarme potente che non consente una retrocessione in zona arancione per la Lombardia. Le terapie intensive sono occupate al 60% (la soglia è del 30%) e gli ospedalizzati in area non critica sono al 53% (dovrebbero poter essere almeno del 40% per avere una situazione sotto controllo).

Ecco il grafico eloquente:

 Da ricordare: la soglia del 30% per le terapie intensive e del 40% per le aree non critiche è individuata dal Ministro della Salute.

Anche il Piemonte rimarrà in zona rossa con tutta probabilità. L'Rt è sceso ne giro di una settimana, ma non sotto lo zero. È calato da 1.33 a 1.17, e nonostante si attesti sotto 1.25, quindi da zona arancione, l'incidenza dei contagi superiore a 250 blocca la regione in zona rossa. Anche la percentuale di positività dei tamponi cresce dal 13.1% al 14.2%. Il numero dei focolai attivi e nuovi aumenta. Il tasso di occupazione dei posti letto di terapia intensiva cresce da 48% a 55% e l'occupazione dei posti letto di area medica da 54% a 61%. 

La Valle d'Aosta ha già numeri da zona rossa e non aspetterà nemmeno l'ordinanza del lunedì: anticiperà le misure già questo weekend. C'è un indice Rt balzato a 1,75 (che vuol dire quasi due contagiati per ogni infetto) e 291 positivi su 100 mila abitanti (la soglia massima prima del rosso automatico è di 250). Dunque: divieto di spostarsi tra Comuni, ad esclusione degli spostamenti finalizzati a raggiungere i servizi che possono proseguire la loro attività , come i servizi di cura alla persona. Nessun provvedimento restrittivo rispetto alla scuola: gli istituti che articolano la loro attività anche sul sabato potranno farlo in presenza. A darne notizia una nota della Regione.

Il Veneto è in bilico, dicevamo. L'indice l'Rt è in regressione, sceso di qualche decimo sotto l'1.25, ha detto oggi Luca Zaia, anticipando le stime regionali; potrebbe essere intorno al 1.22, mentre l'incidenza resta intorno ai 250 casi per 100.000 abitanti, parametro che fa scattare la zona rossa. «Siamo ai limiti della zona arancione» ha spiegato il governatore. Il passaggio in arancione «non è impossibile, ma dobbiamo vedere qual è il conto che faranno della settimana trascorsa. Noi lo abbiamo fatto, ma a volte le calcolatrici non danno lo stesso risultato». Questa è la situazione, incoraggiante, dei ricoveri in area Covid e in area non critica. Ad oggi, sono dati entrambi sotto soglia critica.

 

Lazio e Toscana in zona arancione

Il Lazio dovrebbe andare in zona arancione: l'indice Rt è sceso sotto a 1 e l'incidenza dei casi è di 205 su 100mila abitanti. Si può sperare dunque in un allentamento delle misure, nonostante i contagi stiano aumentando: oggi sono 2.055 i nuovi positivi (+346 rispetto a ieri) e 33 decessi (+3). I casi a Roma città sono a quota 901 (il giorno prima erano 700). «Aumentano i casi, i decessi, i ricoveri e le terapie intensive» ha ammesso l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato, ma ha spiegato anche che «il valore Rt è a 0.99 con una riduzione del numero dei focolai, i tassi di occupazione dei posti letto poco sopra soglia». Il passaggio in zona arancione farà riaprire da lunedì anche le scuole. 

La Toscana non andrà in zona rossa, dice il presidente Eugenio Giani. Secondo i dati non ce n'è motivo. Toscana in zona rossa? «Direi proprio di no: siamo a 248 nuovi casi su 100mila abitanti, e abbiamo un Rt di 1,09-1,10, quindi siamo in zona arancione». Lo ha detto Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, intervenendo a Radio24. 

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L'analisi della Fondazione Gimbe

Nella settimana 17-23 marzo è stato registrato «un lieve decremento dei nuovi casi (-4,8%)». Lo evidenzia l'ultimo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe. «Nel pieno della terza ondata - afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - si intravedono i primi segnali di miglioramento: dopo quattro settimane consecutive si inverte il trend dei nuovi casi settimanali e si riduce l'incremento percentuale dei nuovi casi». Tuttavia, il dato nazionale risente di situazioni regionali molto eterogenee - avverte il report - infatti, in 10 Regioni l'incremento percentuale dei nuovi casi è ancora in crescita e in 14 Regioni si amplia il bacino dei casi attualmente positivi.

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«Per la maggior parte delle Regioni - spiega Cartabellotta - è evidente la netta correlazione tra variazione percentuale dei nuovi casi e il colore delle Regioni di 3 settimane fa». Infatti, nella maggior parte di quelle che erano in zona rossa o arancione o avevano comunque attuato rigorose restrizioni mirate, «la variazione percentuale dei nuovi casi è in riduzione: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Lombardia, Marche, Molise, nelle province autonome di Bolzano e Trento, Umbria - sottolinea il report - Viceversa, lo stesso dato è in aumento in Calabria, Lazio, Liguria, Puglia, Sardegna, Sicilia, Valle d'Aosta e Veneto, che 3 settimane fa erano in area gialla o bianca. La situazione di Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Toscana è di più difficile interpretazione, dimostrando che altri fattori (ad esempio intensità dell'attività di testing, rispetto delle misure individuali) influenzano la curva dei contagi».

«Nonostante la lieve flessione della curva dei contagi, peggiora la situazione sul versante ospedaliero, anche perché la terza ondata è partita da un altopiano molto elevato di posti letto occupati. Infatti, a livello nazionale entrambe le soglie di allerta di occupazione di posti letto da parte di pazienti Covid in area medica (oltre il 40%) e in terapia intensiva (sopra il 30%) sono superate: rispettivamente 43% e 39%.

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Superata anche «la soglia d'allarme in 10 e 12 Regioni rispettivamente per l'area medica e per le terapie intensive». Lo afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe commentando il rapporto Gimbe relativo alla settimana 17-23 marzo. In 5 Regioni hanno una saturazione uguale o sopra il 40% (Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Abruzzo, Toscana) e in 5 è sopra o uguale al 50% (Marche, Lombardia, P.A. Trento, Piemonte, Emilia-Romagna). «Su questo fronte - spiega Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe - è incoraggiante la frenata dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva: la curva della media mobile a 7 giorni dopo 4 settimane di incremento si è appiattita».

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