Camera salva Sozzani (Fi): no all'arresto. M5S-Pd divisi. Bagarre in aula, almeno 46 franchi tiratori. Di Maio: «Voto segreto va abolito»

La Camera salva Sozzani (Fi): no all'arresto. M5S-Pd spaccati
La Camera salva Sozzani (Fi): no all'arresto. M5S-Pd spaccati
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Mercoledì 18 Settembre 2019, 17:08 - Ultimo aggiornamento: 19:10
L'Aula della Camera ha negato l'autorizzazione all'applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato di Forza Italia Diego Sozzani. I voti a favore sono stati 235, 309 i contrari, un astenuto. A fine luglio la Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio si era invece espressa per l'ok ai domiciliari a maggioranza, con il voto a favore di M5S e pD: una decisione annullata oggi dall'Assemblea, a scrutinio segreto.

Sulla carta la maggioranza rosso-gialla ha più di 300 voti. Per il sì all'arresto hanno votato solo in 235. La proclamazione del risultato della votazione è stata salutata da un fragoroso applauso dai banchi del centrodestra. Sozzani non ha partecipato alla votazione: intervenendo poco prima del voto ha annunciato che avrebbe lasciato l'aula per «permettere di votare con il massimo della autonomia». «Vi dico la mia innocenza. Non mi sottrarrò al confronto con la magistratura ma voglio farlo da uomo libero», ha detto, dicendosi «distrutto dal punto di vista psicologico, dimostrerò l'inconsistenza delle accuse». Le sue parole sono state applaudite dal centrodestra ma anche, timidamente, da qualche deputato del Pd. Il Pd, con Federico Bazoli, aveva annunciato il suo voto per l'autorizzazione alla concessione degli arresti domiciliari «perchè non sussiste fumus persecutionis». Ma i grillini sospettano che molti dem nel segreto dell'urna abbiano votato contro.

Lungo colloquio in Transatlantico tra i capigruppo M5s e Pd, Francesco D'Uva e Graziano Delrio, al termine della votazione a scrutinio segreto che ha respinto la richiesta di arresto ai domiciliari per il parlamentare di Fi Diego Sozzani. Entrambe le forze politiche, in sede di giunta, si erano espresse a favore dell'arresto.

«Il voto segreto va abolito. Ognuno deve assumersi le sue responsabilità. Da parte nostra, orgogliosi di aver dimostrato ancora una volta di essere l'unica forza politica in grado di interpretare un principio sacrosanto e inderogabile, quale è quello della giustizia sociale». Lo scrive in un post su facebook il leader M5S Luigi Di Maio sul voto alla Camera sul deputato FI Sozzani. Voto sul quale, spiega Di Maio, «solo il MoVimento 5 Stelle ha votato compatto a favore degli arresti domiciliari e sulla richiesta di autorizzazione dei giudici a utilizzare intercettazioni».

Spiace constatare che nel segreto dell'urna singoli parlamentari non abbiano seguito le indicazioni di voto del proprio gruppo: noi siamo molto dispiaciuti perché notiamo questa continua differenza, nonostante i cambi di maggioranza, del M5s con le altre forze politiche. Il M5s resta l'unico a portare avanti la battaglia contro i privilegi della politica». Così il capogruppo M5s Francesco D'Uva sulla negazione dell'arresto a Sozzani. «Dire che al primo voto la maggioranza non ha tenuto sarebbe sbagliato: in questa votazione non entrava il governo».

Va ricordato che il 26 maggio scorso è arrivata alla Giunta per le autorizzazioni delle Camera di deputati una richiesta della Procura della Repubblica di Milano per l'utilizzo delle intercettazioni e la misura cautelare degli arresti domiciliari, nell'ambito di un procedimento penale ancora in pendenza di giudizio. Sozzani era indagato per finanziamento illecito e corruzione nell'ambito della maxi inchiesta dell'Antimafia di Milano denominata "Mensa dei poveri".

«Non auguro a nessuno di soffrire quello che io ho sofferto dal punto di vista morale, ancor prima di poter dimostrare l'inconsistenza delle accuse. Sono devastato dal punto di vista psicologico e da quello famigliare e professionale sono assai preoccupato, vista la ridondanza mediatica che la vicenda ha avuto e nella quale sono stati coinvolti anche la famiglia e i figli». Sono le parole che Diego Sozzani, deputato di Fi accusato di finanziamento illecito e di corruzione, ha rivolto all'aula prima della votazione sull'autorizzazione agli arresti poi respinta dall'assemblea.
 
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