Referendum giustizia, cosa prevede il secondo quesito (scheda arancione) sulla limitazione delle misure cautelari

Cosa potrebbe cambiare sulle misure cautelari. Le ragioni del sì e quelle del no

Referendum giustizia, cosa prevede il secondo quesito (scheda arancione) sulla limitazione delle misure cautelari
Referendum giustizia, cosa prevede il secondo quesito (scheda arancione) sulla limitazione delle misure cautelari
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Martedì 7 Giugno 2022, 10:18 - Ultimo aggiornamento: 8 Giugno, 19:17

Giustizia, cosa prevede il secondo quesito del referendum promosso da Radicali e Lega per cui si voterà domenica prossima, 12 giugno 2022. Sulla scheda arancione, il secondo quesito riguarda la limitazione delle misure cautelari: ecco di cosa si tratta.

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Referendum giustizia, il nodo quorum

Occorre innanzitutto ricordare che, il referendum è di tipo abrogativo (si propone di cancellare parti o intere leggi già esistenti), e che è necessario raggiungere il quorum della metà più uno degli aventi diritto al voto affinché sia valido.

La Corte Costituzionale ha ammesso i cinque quesiti referendari in tema di giustizia: il secondo, presente sulla scheda arancione, riguarda la limitazione delle misure cautelari.

Referendum giustizia, cosa cambierebbe per le misure cautelari

Il secondo quesito punta a limitare le misure cautelari. Con le leggi attualmente in vigore, la carcerazione preventiva, ancora prima della condanna, è prevista in tre casi: pericolo di fuga, rischio di inquinamento delle prove e rischio di reiterazione del reato. Accanto alla carcerazione preventiva, il codice penale prevede altre misure cautelari, meno dure: arresti domiciliari, obbligo di dimora, obbligo di firma, divieto di espatrio o divieto di avvicinamento alla persona offesa. Con la vittoria del sì al referendum, per i reati meno gravi (non commessi per mezzo di armi o tramite violenza fisica) non sarà più prevista la carcerazione preventiva in caso di pericolo di reiterazione del reato.

Referendum giustizia, le ragioni del sì

I promotori del referendum sulla giustizia, per quanto riguarda il secondo quesito sulle misure cautelari, sostengono che la vittoria del sì possa limitare l'uso spropositato della carcerazione preventiva, con il pretesto della reiterazione del reato, nei confronti di indagati (che per la stessa Costituzione devono essere ritenuti sempre innocenti fino a condanna definitiva). Un alleggerimento, quindi, in senso garantista, nei confronti degli indagati.

Referendum giustizia, le ragioni del no

La gamma di reati per cui verrebbe meno l'esigenza di misure cautelari con il sì è decisamente ampia. Compaiono reati come corruzione, concussione, turbativa d’asta e bancarotta, ma anche furti, estorsioni e spaccio di stupefacenti. Per tutti questi reati, l'arresto può avvenire solo in flagranza ma poi si verrebbe a creare il paradosso della richiesta di scarcerazione, dal momento che verrebbe meno l'esigenza della misura cautelare per reiterazione del reato. Per la maggior parte di questi reati, secondo i sostenitori del no, dimostrare il pericolo di fuga o l'inquinamento delle prove sarebbe decisamente più complicato.

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