Libia, Serraj a Palazzo Chigi con Conte: «Ok al cessate il fuoco se Haftar ritira le truppe»

Libia, Serraj a Palazzo Chigi, Conte: «Stop armi e interferenze esterne»
Libia, Serraj a Palazzo Chigi, Conte: «Stop armi e interferenze esterne»
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Sabato 11 Gennaio 2020, 14:52 - Ultimo aggiornamento: 18:39

Il primo ministro libico Fayez Serraj ha incontrato a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dopo il vertice saltato tre giorni fa, quando il premier ha ricevuto il generale Haftar, ovvero il capo del fronte contrapposto a Serraj in Libia«Siamo estremamente preoccupati per l'escalation» in Libia, ha detto Conte al termine del faccia a faccia. «Gli ultimi sviluppi stanno rendendo un paese una polveriera con forti ripercussioni, temiamo, sull'intera regione». Bisogna «assolutamente fermare il conflitto interno e le interferenze esterne». 

«L'Italia ha sempre linearmente, coerentemente lavorato per una soluzione politica, per contrastare l'opzione militare, ritenendo l'opzione politica l'unica prospettiva che possa garantire al popolo libico benessere e prosperità. Non abbiamo altri obiettivi, non abbiamo agende nascoste», ha aggiunto Conte. «Ci adopereremo sempre più per un coinvolgimento ancor maggiore dell'Unione europea perché siamo convinti che questo intervento offra la massima garanzia di non rimettere le sorti future del popolo libico alla volontà di singoli attori». L'Ue «è la massima garanzia che si possa offrire oggi all'autonomia e all'indipendenza del popolo libico». «Stiamo lavorando costantemente, in coordinamento con il ministro Di Maio, per l'obiettivo immediato del cessate il fuoco e per indirizzare il conflitto verso una soluzione politica».

 

 

«Ho rappresentato con forza questa posizione anche al generale Haftar al quale ho espresso tutta la mia costernazione per l'attacco del 4 gennaio scorso a Tripoli all'accademia militare - ha proseguito Conte - Posso garantire che l'Italia continuerà a lavorare in modo convinto e determinato a sostegno del popolo libico, per offrire tutte le garanzie per un futuro di pace, stabilità e benessere». 

«Ho avuto modo di apprezzare il ruolo dell'Italia in questo dossier», sono state le parole di Fayez Sarraj dopo l'incontro a Palazzo Chigi. Il primo ministro libico ha sottolineato che «l'attacco di Haftar crea un impedimento anche all'organizzazione della conferenza di Berlino, che punta al raggiungimento di una soluzione politica». «Accogliamo con piacere l'iniziativa di Russia e Turchia per un cessate il fuoco e sempre disponibili ad accogliere qualsiasi tipo di iniziativa possa andare in questa direzione. La condizione è il ritiro della parte che attacca, che non sembra disponibile a ciò» perché ha un altro modus operandi, ha concluso Serraj con riferimento ad Haftar.



«L'Italia teme di essere ancora emarginata nella sua zona di influenza» titola oggi il quotidiano francese Le Monde illustrando la «moltiplicazione di iniziative negli ultimi giorni» da parte di Roma per fare «da mediatore fra il capo del governo Serraj e il generale Haftar». Per il quotidiano, «Roma, che manifesta una certa sfiducia verso il generale Haftar, vede di buon occhio l'irruzione della Turchia sulla scena libica».


Quanto al tentativo di «riunire a sorpresa i due protagonisti del conflitto libico», «Roma sperava così di apparire come l'indispensabile mediatore in una zona che l'Italia considera, da sempre, come appartenente alla sua zona di influenza». «L'iniziativa - scrive Le Monde - era audace e, nel caso di successo, sarebbe potuta apparire come un bel colpo della diplomazia italiana. Ma le cose sono andate male, e il risultato ottenuto è stato esattamente il contrario».

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