Lapo Elkann: «Migranti? Preferisco chiamarli nuovi italiani». Salvini: «Cose stupefacenti»

Lapo Elkann: «Migranti? Parola denigratoria, preferisco chiamarli nuovi italiani»
Lapo Elkann: «Migranti? Parola denigratoria, preferisco chiamarli nuovi italiani»
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Giovedì 10 Ottobre 2019, 11:35 - Ultimo aggiornamento: 18:17
Lapo Elkann e il botta e risposta polemico con Matteo Salvini. Lapo è a Palermo per la firma di un protocollo tra la Fondazione Laps e la Croce Rossa siciliana. In questa occasione, l'imprenditore ha avuto modo di affrontare diversi argomenti d'attualità: «Non mi piace usare la parola migranti, mi piace definirli nuovi italiani perché voglio ricordare che fino a qualche anno fa anche gli italiani andavano via ed erano dei migranti. Mi sembra una parola denigratoria, che non rispetta le persone».
 
 

Lapo ha detto la sua anche in tema di politica: «Non mi piace Salvini, non mi piace il suo comportamento sul tema dei migranti perché lo reputo dissolutivo e non costruttivo. Poi ognuno è libero di avere le proprie opinioni». E ha aggiunto: «Ieri c'è stata la tragedia di Lampedusa e molto tristemente nessun politico era presente. È una cosa che mi intristisce molto come italiano. I politici sono pagati da noi e dovrebbero essere presenti nei momenti difficili. Trovo abbastanza vergognoso che a Lampedusa non fossero presenti le istituzioni».

La replica di Salvini
«Da Lapo Elkann dichiarazioni stupefacenti». Lo afferma Matteo Salvini, commentando le parole di Elkann a proposito degli immigrati.

Cosa dice Lapo
«Da parte mia non c'è alcuna polemica di alcun tipo nei confronti di Salvini e della politica e né voglio entrare in quel territorio che non mi interessa.
Non faccio il politico e non ho alcuna intenzione di legarmi con la politica come hanno fatto certi imprenditori. Mi permetto solo di dire che con la politica meno ci ho a che fare, più felice sono». Lo ha detto Lapo Elkann, a Palermo, replicando a distanza al commento di Matteo Salvini sulle sue dichiarazioni in tema di migranti. «In politica - ha aggiunto - parlando con tutto il rispetto per Salvini e altri, ho avuto il privilegio di lavorare per due anni come assistente di Henry Kissinger, premio Nobel per la Pace. E, con tutto il rispetto per loro, penso che il cervello di Kissinger a confronto del loro sia uno giocare in serie A e l'altro giocare in serie B».
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