Di Maio sarebbe dovuto andare a un incontro a Cavriago ma al suo posto ha mandato il ministro Alfonso Bonafede. Rimandata anche la riunione con gli attivisti in programma per questa sera a Bologna. Sul tavolo delle trattative per andare avanti ci sarebbe un corposo rimpasto: tre i ministri nel mirino di Salvini: Costa (Ambiente), Toninelli (Trasporti) e Trenta (Difesa).
«Il 9 settembre taglieremo definitivamente 345 parlamentari. Manca solo l'ultimo voto e mi auguro nessuno si tiri indietro all'ultimo minuto, sarebbe gravissimo. Anzi, sarebbe un segnale al Paese. Il segnale di chi non vuol cambiare nulla», scrive su Facebook il leader M5s Luigi Di Maio. «I giochini di palazzo non ci sono mai piaciuti e questo dibattito sulle poltrone inizia a stancarmi. Siamo andati al governo non per chiederle, ma per tagliarle. E lo abbiamo messo nero su bianco nel contratto, insieme alla Lega».
Così fonti di governo del M5S: «Leggiamo dai giornali di possibili crisi di governo.
Il M5S è al lavoro come ogni giorno per il Paese e dunque lo è anche il capo politico, Luigi Di Maio. Chiunque oggi aprisse una crisi di governo, l'8 agosto, si assumerebbe la responsabilità di riportare in Italia un governo tecnico. Sarebbe folle».
A esplicitare con chiarezza la volontà del Movimento di andare avanti è il viceministro all'Economia Laura Castelli: «Per noi si va avanti, c'è un contratto di governo. Abbiamo battaglie molto importanti ancora da fare soprattutto di lungo respiro perché questa è la politica del M5S per la sostenibilità dei cittadini e delle imprese. Sulla riduzione delle tasse c'è una manovra alle porte molto corposa che abbiamo tutta l'intenzione di portare avanti. Ai giornalisti piace parlare di spaccatura. È la politica che dialoga, che ha i toni e quello che state vedendo».