Giuseppe Conte: «Per il Quirinale pronto al dialogo con Meloni e Salvini»

Giuseppe Conte: «Per il Quirinale pronto al dialogo con Meloni e Salvini»
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Venerdì 10 Dicembre 2021, 19:30 - Ultimo aggiornamento: 11 Dicembre, 08:08

Il leader del M5S Giuseppe Conte, in un'intervista all'Adnkronos, apre al dialogo con Giorgia Meloni e Matteo Salvini sull'elezione del nuovo Presidente della Repubblica: «Con Matteo Salvini e Giorgia Meloni «ci incontriamo, ci siamo incontrati anche oggi all'assemblea del Cna, io, nei giorni scorsi, ho accolto l'invito di Meloni ad Atreju, ci si incontra e abbiamo un dialogo come è normale che sia». Sulla partita del Quirinale, «adesso c'è la legge di bilancio che assorbe il nostro impegno, le nostre energie, ma subito dopo l'approvazione della manovra, essendo il leader della forza di maggioranza relativa, avverto la responsabilità per primo di coinvolgerli in un dialogo» sul Colle, un invito al confronto «di cui mi farò sicuramente premura». 

Conte, parlando sempre con l'agenzia di stampa, non ha nascoste le difficoltà di uno spostamento di Draghi al Quirinale: «Ora non mi voglio arrischiare si questo argomento, non voglio ragionare su Draghi va al Colle o rimane a palazzo Chigi... Chiaramente spostare Draghi» da palazzo Chigi è una «questione che va valutata in tutte le implicazioni. Questa operazione non è una cosa» che avverrebbe «del tutto senza conseguenze».

C'è un rischio di tenuta della maggioranza, è stato chiesto a Conte: «Sicuramente Draghi - ha replicato l'ex premier- con il suo prestigio contribuisce a dare un equilibrio di governo alle forze politiche attualmente. Quindi pensare che sia indolore uno spostamento del genere non credo sia nell'ordine delle cose e mi fermo qui».

CONTE SUL LIMITE DI DUE MANDATI NEL M5S

A chi gli domanda se lui personalmente manterrebbe la regola voluta da Grillo e Casaleggio sul limite di doppio mandato, Conte risponde «la mia idea - mette in chiaro - la maturerò nel confronto interno, voglio prima ascoltare loro, prima di dire Giuseppe Conte cosa pensa. Ma, al di là di questo, credo che quella regola nasca da un'intuizione che per me è rivoluzionaria, e cioè che la politica non deve diventare un mestiere. Se è un servizio, allora non può essere permanente. Poi per carità, della durata si può discutere, quindi non voglio entrare nel merito se» la regola del massimo «due mandati sia giusta o meno, ma l'intuizione è stata forte e giusta.

Poi chiaramente troveremo una soluzione, la voteremo e sarà anche quello un grande esercizio di democrazia».

CONTE SU BERLUSCONI CANDIDATO AL QUIRINALE

A sorpresa, il Presidente del M5S tende una mano a Silvio Berlusconi: «Non ho mai demonizzato in passato Berlusconi - precia l'ex premier ai microfono di Adn -  io ho sempre pensato che il conflitto di interessi gli abbia nuociuto», poi però precisa: «Rispetto Berlusconi, ma non sarà il nostro candidato» al Quirinale, «noi non lo voteremo». Infine, non ha escluso un «passaggio sulla
rete, on line» con gli iscritti M5S per la scelta del candidato al Colle.

Niente stipendio da leader del M5S per Giuseppe Conte, ma anche la rinuncia di incarichi economicamente vantaggiosi nelle vesti di legale una volta lasciato Palazzo Chigi. A raccontarlo è lo stesso ex premier, ospite di Adnkronos Live. Conte, interpellato al riguardo, torna sullo stipendio che non prende da presidente dei pentastellati. «Quando ho assunto l'incarico da presidente del Consiglio - spiega - ho tracciato una linea e liquidato tutte le pendenze: la carica era incompatibile, non ho più svolto attività. Quando ho lasciato la carica» da premier «non c'è stato subito l'impegno alla guida del M5S, ci sono stati dei mesi» di vuoto «e devo dire che, subito dopo l'incarico» a Palazzo Chigi «ho avuto proposte molto vantaggiose economicamente, anche da multinazionali, e avrei potuto accettarle perché, in quel momento, non avevo una prospettiva concreta. Tuttavia ho preferito declinarli, perché una volta dichiarato 'io ci sono e ci sarò'», a poche ore dalla caduta del suo governo, «predisponendomi ad assumere un incarico di carattere politico, pur non essendo incompatibile, ho preferito non mischiare affari e politica». Assumere quegli incarichi «un domani avrebbe potuto, anche solo per l'apparenza, far dubitare del mio operato e sul fatto che sono qui a difendere non i miei interessi personali ma gli interessi dei cittadini», conclude.

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