L'inno di Mameli e l'Italia non meritano le mani in tasca

L'inno di Mameli e l'Italia non meritano le mani in tasca
L'inno di Mameli e l'Italia non meritano le mani in tasca
di Carlo Fiorini
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Giovedì 24 Maggio 2018, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 12:17

Un ultrà allo stadio può fischiare l'Inno di Mameli. E non va bene. Una scolaresca delle elementari può distrarsi, magari ridacchiare. Non va bene, e fortunatamente una maestra glielo spiegherà.

Roberto Fico con le mani in tasca durante l'inno di Mameli, Giorgia Meloni: «Presidente della camera indegno»



Ma non va affatto bene che il Presidente della Camera Roberto Fico ascolti l'Inno di Mameli con le mani in tasca, distratto, come è avvenuto ieri alla commemorazione della strage mafiosa di Capaci dove persero la vita Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre uomini della scorta.
Ci sono solo due spiegazioni. Una è l'incapacità di ricoprire un ruolo istituzionale di così grande valore per inesperienza e superficialità. L'altra, che sarebbe anche più grave, è che le mani in tasca del Presidente della Camera fossero volute, per collocarsi dall'altra parte: fuori dal palco delle autorità, delle istituzioni. Quelle mani in tasca rischiano di essere ancora una volta una furberia demagogica, un po' come prendere l'autobus ad uso dei fotografi per andare la prima volta alla Camera dopo la sua elezione. Così si sviliscono le istituzioni e la politica. Una maestra lo spieghi al giovane Fico.

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