Elezioni Sardegna, exit poll: testa a testa centrodestra-centrosinistra. Crollo M5s

Elezioni Sardegna, affluenza in leggera crescita: alle 12 ha votato il 16,7%
Elezioni Sardegna, affluenza in leggera crescita: alle 12 ha votato il 16,7%
di Mario Ajello
5 Minuti di Lettura
Domenica 24 Febbraio 2019, 13:30 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 08:11

Il centrodestra vince ma il suo candidato, Christian Solinas, se la deve giocare al fotofinish col candidato del centrosinistra Massimo Zedda. A urne chiuse, la fotografia degli exit poll annuncia uno spoglio elettorale molto combattuto per la presidenza della Regione Sardegna. Gli exit poll consegnano infatti al centrodestra una vittoria sospesa, per il rischio che il candidato autonomista Solinas, che è avanti con una forbice tra il 36,5% e il 40,5%, venga scavalcato in extremis da Zedda, che viene quotato tra il 35% e il 39%.

La coalizione veleggia invece verso una vittoria di circa 15 punti sul centrosinistra, la Lega però non sfonda e rischia di essere terzo dopo il Pd. Prima forza politica si annuncia il M5s e per questo da Roma fanno subito sapere di essere «molto soddisfatti», ma il Movimento - sempre per gli exit poll - crolla e va verso il dimezzamento dei propri voti rispetto alle politiche di un anno fa. Un dato che, assicurano M5s e Lega, non avrà ripercussioni dirette sul governo ma che promette di accendere i toni della sfida tra gialloverdi in vista delle europee.

I seggi sono stati chiusi alle 22. Le operazioni di spoglio inizieranno domani mattina dalle 7. La proclamazione del vincitore è attesa nella tarda mattinata, mentre ci vorrà più tempo per conoscere i nomi dei 60 consiglieri regionali eletti. Il successore di Francesco Pigliaru (centrosinistra), che dopo cinque anni al governo della Regione ha deciso di non ricandidarsi. Non è previsto il ballottaggio, viene eletto presidente il candidato che ottiene la maggioranza dei voti. 

È stata del 53,75% l'affluenza alle urne nelle elezioni regionali in Sardegna: hanno votato 790.347 sardi sui 470.401 aventi diritto. Nelle precedenti consultazioni del 2014, l'affluenza era stata del 52,2%. In leggero aumento, dunque, ma sempre bassa l'affluenza: quasi un sardo su due, in pratica, non è andato a votare.

«L'effetto Zedda», candidato forte del centrosinistra anche per l'esperienza da sindaco di Cagliari, era temuto alla vigilia anche dal M5s, per l'effetto di trascinamento di voti del centrosinistra che alle politiche erano andate al Movimento. E non sembra deludere i pronostici: Zedda potrebbe scavalcare la propria coalizione di centrosinistra (quotata tra il 27 e il 31%) anche di dieci punti, mentre Solinas si fermerebbe cinque punti sotto la sua coalizione (il centrodestra è dato tra il 43 e il 47%). Il candidato M5s Francesco Desogus con il suo risultato tra il 13,5% e il 17,5% farebbe poco peggio del Movimento (14,5%-18,5%) ma rischia, per gli effetti del sistema elettorale, di restare fuori dal consiglio regionale sardo.

In un clima ancora tutto di attesa, sia M5s e Lega rimarcano che nel 2014 alle regionali in Sardegna non si erano neanche presentati. In questo senso valutano come positivi i rispettivi risultati: M5s tra il 14,5% e 18,5%, Lega tra il 12% e il 16%, in 'garà con il Pd per il posto di secondo partito, con i Dem tra il 12,5% e il 16,5% (fermi sotto il 10% Forza Italia e sotto il 5% Fratelli d'Italia). Ma se il M5s più che dimezza rispetto alle politiche i suoi voti (un anno fa era quasi al 40%), la Lega che i sondaggi nazionali (e il voto abruzzese) danno in grande ascesa, non sembra destinata a fare molto meglio del voto di un anno fa, quando aveva preso il 13,9%. Pesa sulla Lega l'effetto delle proteste sul latte? Sì, secondo il deputato M5s Pino Cabras, che accusa Salvini di aver sbagliato a promettere risposte subito ai pastori sardi e di essere stato «spasmodicamente» in campagna elettorale invece di «impegnarsi» a Roma. Il M5s incalza l'alleato e prova a scrollarsi di dosso l'immagine di una forza in difficoltà, sottolineando il primo posto virtuale: da qui alle europee i Cinque stelle promettono un profilo sempre più battagliero sui propri temi. Ma il centrodestra incombe sul governo: il successo della coalizione in Sardegna dà forza al pressing di Berlusconi
su Salvini perché rompa con Di Maio. 

«Dagli exit poll risultiamo prima forza politica. Attendiamo i risultati definitivi. Considerando che è la prima volta che ci presentiamo alle regionali in Sardegna siamo molto soddisfatti del fatto che entreremo nel consiglio regionale per la prima volta», si legge in una nota del Movimento 5 stelle, dopo i primi exit poll sul voto in Sardegna. «Il vero tracollo è quello che si conferma del vecchio Nazareno, del Pd (-6% rispetto a 5anni fa) e di FI (-10%) che ancora hanno il coraggio di parlare», continua il M5S in una nota. «Mentre il vero dato di fatto - si legge ancora - è che il MoVimento non c'era 5 anni fa in Sardegna, oggi primo partito. Da 0 al 18 (se confermato). L'altro dato di fatto è che il M5S, da solo, continua ad aumentare i propri eletti, mentre per Pd e FI è vero flop. E anche in Abruzzo comunque, sono aumentati pure gli eletti rispetto a cinque anni fa. Certo uno vuole sempre fare di più. Ma i numeri parlano chiaro, e in tutte le ultime elezioni il MoVimento è sempre cresciuto rispetto alle stesse precedenti consultazioni. Senza dimenticare che il centrodestra in Sardegna si è presentato con 11 liste, il centrosinistra con 8. Davvero Davide contro Golia». 

«Mi raccomando, continuiamo a farci del male da soli», scrive invece su Facebook la senatrice del M5S Elena Fattori.

«La coalizione di centrodestra ha dato dimostrazione di esserci, la Lega è il primo partito quantomeno dello schieramento di centrodestra». Lo dice il viceministro leghista Edoardo Rixi commentando gli exit poll sulle regionali in Sardegna.

«Gli italiani vogliono cambiare». Il messaggio dei cittadini è chiaro: «chiedono una politica economica e una politica estera univoca». Lo ha detto il presidente del parlamento europeo Antonio Tajani a Che tempo che fa commentando gli exit poll delle regionali in Sardegna. «Se i dati reali corrispondono agli exit poll, il dato è molto chiaro: il M5S crolla in tutte le elezioni locali e regionali» dal 4 marzo a oggi dove «ha sempre vinto il centrodestra». «Vuol dire - ha aggiunto - che sta accadendo qualcosa nel nostro Paese, che la principale forza di governo sta perdendo terreno».


 

© RIPRODUZIONE RISERVATA