I sindaci spariscono dal dpcm, ira contro Conte. Il Viminale rassicura: «Saranno supportati dai prefetti»

I sindaci spariscono dal dpcm, ira contro Conte. Il Viminale rassicura: «Saranno supportati dai prefetti»
I sindaci spariscono dal dpcm, ira contro Conte. Il Viminale rassicura: «Saranno supportati dai prefetti»
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Lunedì 19 Ottobre 2020, 10:19 - Ultimo aggiornamento: 11:27

Il giorno dopo la conferenza stampa di Giuseppe Conte e la firma al nuovo Dpcm le cui misure dovrebbero cercare di contenere i contagi da Covid-19, è polemica tra i sindaci e il Governo centrale. Il nodo della questione è legato alla chiusura di vie e piazze dove si creano assembramenti: provvedimento che inizialmente spettava ai sindaci, ma il riferimento a questi ultimi è poi sparito successivamente nella versione definitiva del testo.

«I sindaci potranno disporre la chiusura al pubblico dopo le 21 di vie e piazze dove si creano assembramenti, consentendo l'accesso solo a chi deve raggiungere esercizi commerciali o abitazioni private», aveva scandito il premier a palazzo Chigi, confermando le indiscrezioni circolate nelle ore precedenti («I sindaci potranno disporre la chiusura al pubblico dopo le 21 di vie e piazze dove si creano assembramenti...», si leggeva in una bozza del testo). Il riferimento ai sindaci però nel testo firmato dal premier non c'è più.

La misura aveva fatto andare su tutte le furie i primi cittadini. «Il governo, senza nemmeno affrontare il tema nelle numerose riunioni di queste ore, inserisce in un Dpcm una norma che sembra avere il solo obiettivo di scaricare sulle spalle dei sindaci la responsabilità del coprifuoco agli occhi dell'opinione pubblica», tuona il sindaco di Bari e presidente dell'Anci Antonio Decaro. Alle parole di Decaro seguono a ruota, nel giro di pochissimi minuti, quelle di Leoluca Orlando, Dario Nardella, Giorgio Gori, tutte dello stesso tenore: non scaricare sui sindaci la responsabilità del «coprifuoco».

IL MINISTRO BOCCIA: "NON È COSÌ" «Il Governo non scarica responsabilità su sindaci», ha sottolineato a RaiNews24 il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, rispondendo alle lamentele dei primi cittadini, tra cui Decaro, De Magistris, Gori e Nardella. «Il governo scarica sui sindaci? No, non è così, Decaro lo sa. La norma che chiamava espressamente in causa i sindaci è stata smussata ma in ogni città se c'è un luogo da chiudere lo decide il sindaco, i sindaci sanno che lo Stato è al loro fianco 24 ore su 24, dobbiamo tornare alla collaborazione massima». «I sindaci ci hanno dato un contributo importante, la norma specifica non è il centro del Dpcm, c'è ben altro».

IL VIMINALE: "AIUTATI DAI PREFETTI" Ma dopo le polemiche, è direttamente il Viminale a intervenire specificando che i sindaci saranno supportati dai prefetti per quanto riguarda le chiusure. «Col nuovo Dpcm lo Stato non abbandona i Comuni né li investe di responsabilità improprie: i primi cittadini, che sono autorità sanitarie locali, saranno ovviamente supportati in tutto dai Prefetti, negli appositi Comitati provinciali di ordine pubblico. Ed è proprio con i Prefetti e nei Comitati Provinciali che si potranno valutare casi particolarmente delicati in cui risultasse necessario, opportuno e possibile chiudere al pubblico strade o piazze», ha reso noto il sottosegretario dell'Interno con delega agli Enti locali, Achille Variati. 

«Il coinvolgimento dei Sindaci nel nuovo Dpcm, in materia di chiusure localizzate di strade o piazze non è uno scaricabarile dello Stato. Lo Stato non abbandona i Comuni né li investe di responsabilità improprie: i primi cittadini, che sono autorità sanitarie locali, saranno ovviamente supportati in tutto dai Prefetti, negli appositi Comitati provinciali di ordine pubblico. Ed è proprio con i Prefetti e nei Comitati Provinciali che si potranno valutare casi particolarmente delicati in cui risultasse necessario, opportuno e possibile chiudere al pubblico strade o piazze».

«Il Governo ha scelto questa via per non imporre un lockdown generalizzato o comunque misure più severe applicate indifferentemente a tutti, senza riguardo per le specifiche situazioni sanitarie dei diversi territori», aggiunge Variati. «È una dimostrazione di fiducia nei confronti dei sindaci e degli amministratori locali, nella convinzione che nessuno più di loro possa essere un valido alleato nel trovare la giusta misura con cui tarare le azioni di contenimento in ogni diverso territorio».

DECARO: NO ORDINANZE SPOT «Il governo ha voluto scaricare la responsabilità del coprifuoco sui sindaci: non è possibile che siano i sindaci a chiudere le piazze e le vie della movida. I sindaci non possono controllare, per questo abbiamo preteso che sparisse dal testo del Dpcm la parola sindaco», ha detto Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente Anci, parlando a Radio Capital. «Non ci piacciono le ordinanze-spot: se non possono esserci controlli, la norma è priva di senso. È stata commessa una scorrettezza istituzionale, non parteciperemo più a riunioni di regia perché tanto la presenza dei sindaci è inutile.

Si incontrano i ministri con i presidenti di regione e decidono in autonomia. Il governo decide senza tener conto delle esigenze locali». ha aggiunto Decaro.

GLI ALTRI SINDACI «Nel testo definitivo è stato tolto il riferimento esplicito ai Sindaci che c'era nella bozza, citato da Conte in conferenza stampa. Ma non si dice a chi competerebbero quelle misure: se ai Sindaci, ai Prefetti, ai Presidenti di Regione. Né con quali mezzi si possano attuare», scrive il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, su twitter. «Per chiudere una piazza con cinque vie d’accesso servono almeno 10 agenti. Chi li ha? Poi però - dice il DPCM - bisogna consentire l’accesso agli esercizi commerciali e alle abitazioni. Come si controlla? E se la gente si sposta e si assembra nella via accanto? Inapplicabile».

«Il dpcm mi sembra complessivamente equilibrato, ma potrebbe essere l'inizio di un'escalation. Molto deludente il primo impatto del Presidente, noi sindaci siamo neri, abbiamo conversato tutta la notte sulla nostra chat», dice il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, a Radio Cusano. «Dopo 9 mesi di pandemia ascoltare un premier che scarica la responsabilità su chi sta combattendo a mani nude, l'ho visto come un segno o di scarsa sensibilità o di resa. Conte dice che noi sindaci possiamo chiudere le piazze, le vie, come se avessimo le risorse per farlo. Se un generale arroccato nel suo palazzo non si rende conto che i soldati sono allo stremo, senza armi, senza munizioni, un pò di preoccupazione ci sta».

«So che la situazione è difficile ma lasciare sulle spalle di noi sindaci la scelta delle zone dove imporre e controllare il #coprifuoco è impossibile. Il Governo corra ai ripari subito e cambi questa regola. #dpcm #conferenzastampa», scrive su Twitter il sindaco di Firenze, Dario Nardella, dopo la conferenza stampa del premier Giuseppe Conte sulle ultime misure di contrasto al Coronavirus.

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