Daspo negli ospedali nel Dl Sicurezza, i medici contrari: «Abbiamo dovere di aiutare chi sta male»

Daspo negli ospedali nel Dl Sicurezza, i medici contrari: «Abbiamo dovere di aiutare chi sta male»
Daspo negli ospedali nel Dl Sicurezza, i medici contrari: «Abbiamo dovere di aiutare chi sta male»
di Simone Pierini
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Venerdì 5 Ottobre 2018, 22:35 - Ultimo aggiornamento: 22:44

​«Non possiamo tradire la Costituzione». I medici italiani bocciano il cosiddetto 'Daspo urbano' per gli ospedali, introdotto dal Dl Sicurezza, firmato oggi dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un provvedimento che all'articolo 21, con l'obiettivo di scongiurare le aggressioni a medici e operatori sanitari, prevede l'allontanamento di chi intralcia il lavoro dei camici bianchi.

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«Non possiamo tradire la Costituzione, che tutela la salute di tutti i cittadini, e non vogliamo tradire il codice deontologico che ci impone il dover di curare tutti quelli che hanno bisogno di aiuto», dichiara all'Adnkronos Salute il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (FnomCeo) Filippo Anelli, invitando «il governo a chiarire il senso della norma».

«Noi medici siamo spesso vittime di violenza ma siamo anche i medici dei cittadini, e mai - assicura - verremo meno ai nostri doveri. Invitiamo il Governo a trovare provvedimenti giusti per garantire la nostra incolumità senza ledere il diritto fondamentale di ogni cittadino alla salute», ammonisce.

Nel dettaglio, nell'articolo 21 «i presidi sanitari» vengono inseriti nell'elenco dei luoghi che possono essere individuati dai regolamenti di polizia urbana ai fini dell'applicazione delle misure a tutela del decoro di particolari aree urbane. «Ciò determina la possibilità di applicare tra l'altro la misura del provvedimento di allontanamento del Questore (Daspo urbano) nei confronti dei soggetti che pongono in essere condotte che impediscono l'accessibilità e la fruizione nei suddetti ambiti».

«Non è in discussione né lo è mai stato il diritto alle cure di tutti i cittadini, cosa che sarebbe chiaramente incostituzionale». Rispondono fonti del ministero della Salute.
 

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