Covid, il nuovo dpcm bocciato dal centrodestra. Fontana: «Ignora i trasporti». Zaia: «Servono correzioni»

Covid, il nuovo dpcm bocciato dal centrodestra. Fontana: «Ignora i trasporti». Zaia: «Servono correzioni»
Covid, il nuovo dpcm bocciato dal centrodestra. Fontana: «Ignora i trasporti». Zaia: «Servono correzioni»
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Martedì 13 Ottobre 2020, 15:35

Il nuovo Dpcm firmato nella notte dal premier Giuseppe Conte entrerà in vigore da domani: nelle prossime ore il testo dovrebbe essere pubblicato in Gazzetta ufficiale. L'articolo 12 afferma infatti che «le disposizioni del presente decreto si applicano alla data del 14 ottobre» e «sono efficaci fino al 13 novembre 2020». Ma dalle regioni governate dal centrodestra arrivano già le prime pesanti critiche al provvedimento e alle misure inserite nel testo, a partire dai governatori di Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia.

FONTANA Secondo Attilio Fontana il Dpcm «non tiene conto delle osservazioni delle Regioni» e «ignora trasporto pubblico e scuola». «Nel leggere, finalmente, il Dpcm, prendo atto con rammarico che non vengono affrontati temi fondamentali come la didattica a distanza per le classi superiori e l'affollamento dei mezzi pubblici, laddove l'inizio delle scuole e la mobilità pubblica si sono rivelati due degli aspetti che più hanno influenzato l'aumento della curva epidemiologica» commenta Fontana in una nota.

«Verifico - aggiunge il governatore - che poco o nulla è stato recepito dal confronto tra i governatori dal quale erano emerse numerose osservazioni e richieste di miglioramento. Il provvedimento adottato dal Governo, nella versione finale, risulta essere confuso, contraddittorio e in molte sue parti inattuabile. Quindi il giudizio, nel suo complesso, non può che essere negativo».

ZAIA (VENETO) «Dopo il Dpcm di questa notte sono necessari altri provvedimenti. Le Regioni hanno presentato un documento correttivo, ma assolutamente collaborativo per modificare in parte quanto previsto da questo Dpcm, che quindi non considero chiuso ma solo una metà del guado», ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia nel corso della conferenza stampa alla protezione civile di Marghera. E Zaia ha assicurato quindi «tutta la collaborazione possibile: non ci sono divergenze tra Roma e le Regioni ma la differenza è che noi ci troviamo impazienti sull'uscio di casa e Roma no. Però, se ci mettiamo assieme istituzioni regionali e governo riusciamo a fare un grande lavoro», ha concluso.

«Sveliamo un piccolo segreto: la questione della didattica a distanza per le scuole l'ho posta io: Ma era un pò un fuori tema, non era in discussione nel Dpcm», ha detto Zaia spiegando che la sua proposta, limitata alle classi degli ultimi 2-3 anni delle superiori, rispondeva al problema dell'affollamento dei trasporti pubblici. In Veneto, ha ricordato, ci sono 707.000 giovani che ogni giorno vanno a scuola con i mezzi pubblici. «Se pensassimo alla didattica a distanza per le ultime 2-3 classi, delle superiori, magari in alternanza, un giorno sì e 2 no, una settimana sì e 3 no, verrebbe tolta tanta pressione sui trasporti». «Leggo - ha concluso - che la ministra Azzolina dice 'non se ne parla'. Ok, vedremo, se magari le cose dovessero peggiorare sperando non ci si ritrovi a chiudere le scuole».

TOTI (LIGURIA) «Il Governo ancora una volta ha voluto decidere tutto da solo e tutto uguale per tutta Italia, cosa che ritengo non solo ingiusta, ma anche inutile e dannosa», ha invece commentato il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti oggi pomeriggio in una diretta video via Facebook. «Il Governo con il nuovo Dpcm ha preso misure uguali in tutta Italia, senza tenere conto di specificità e differenze tra territori - evidenzia -.

Le Regioni avevano chiesto al Governo un periodo di tempo per attività e cittadini per adeguarsi alle nuove misure del Dpcm, ma anche su questo non siamo stati ascoltati».

FEDRIGA (FRIULI) «Spiace che il contributo migliorativo offerto dalla Conferenza delle Regioni non abbia trovato accoglimento nell'ultima stesura del Dpcm: la battaglia contro il coronavirus non può infatti prescindere dall'avvalersi della massima sinergia tra l'Esecutivo e i Territori, riconoscendo a questi ultimi il ruolo di cerniera nelle relazioni con lo Stato e di fedeli interpreti delle esigenze di cittadini e imprese», afferma in una nota il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. «Ritengo dunque che il testo licenziato dal Governo rappresenti un'occasione persa - prosegue Fedriga - sia in termini di relazioni tra istituzioni che, conseguentemente, di capacità di farsi carico delle tante criticità che accompagnano questa nuova delicata fase di convivenza con il Covid-19. Alla luce della scelta dell'Esecutivo nazionale di rigettare quasi tutte le condizioni dettate dalle Regioni, il parere della Conferenza sul documento approvato - conclude - è pertanto negativo».

MELONI: "E I CENTRI SOCIALI?" Critiche anche dall'opposizione in Parlamento, in particolare da Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia. «Brevi domande che mi vengono leggendo alcune disposizioni dell'ultimo decreto Covid: perché un locale dovrebbe chiudere alle 24 se rispetta tutte le misure per prevenire il contagio stabilite dal Governo? Anche i centri sociali dovranno chiudere alle 24 o potranno continuare violare le regole come fatto finora, perché non pagano le tasse e sono amici del governo? Perché possono entrare fino a 200 persone in un teatro ma ai ricevimenti se ne possono invitare massimo 30? La capienza non dovrebbe dipendere dallo spazio che si ha a disposizione?».

«Il divieto di assembramento vale anche per i clandestini che arrivano a centinaia stipati su un barcone, e quindi dobbiamo fermare gli sbarchi, o in quel caso le regole non valgono perché non vogliamo rischiare di far perdere fatturato agli scafisti? A quale velocità km/h l'attività motoria diventa attività sportiva? E chi la stabilisce?», continua la Meloni. «Nel DpCM dello scorso 4 marzo - prosegue - in pieno lockdown, Conte raccomandava di "usare la mascherina solo se si sospetta di essere malati o se si presta assistenza a persone malate", mentre oggi impone di portarla sempre e comunque. Diceva falsità allora o le dice ora? Domande semplici che, temo, non troveranno risposte sensate. Dopo nove mesi di poteri speciali e copiose task force i grillopiddini ancora brancolano nel buio. Soluzioni ridicole pensate per devastare interi settori della nostra economia senza risolvere alcun problema. La Misura è veramente colma». 

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